Doppio attentato in Pakistan contro funzionari governativi: almeno 24 morti – In Danimarca
sventato un attacco terroristico. La polizia ha arrestato 8 persone sospettate di
avere legami con Al Qaeda
Almeno 24 morti e 70 feriti: è il tragico bilancio del duplice attentato avvenuto
questa mattina a Rawalpindi, in Pakistan. Obiettivo degli attacchi kamikaze, avvenuti
a breve distanza l’uno dall’altro, erano i funzionari governativi, in particolare
del Ministero della Difesa, impiegati in questa cittadina militare a pochi chilometri
dalla capitale Islamabad. Per un’analisi di quanto sta avvenendo nel Paese, sentiamo
Loretta Napoleoni, esperta dell’area, intervistata da Stefano Leszczynski.
R. –
Sicuramente, questo è un attacco che è legato all’azione militare che Musharraf sta
conducendo all’interno del Waziristan, regione tribale tra l’Afghanistan e il Pakistan
dove si presume siano nascosti sia Osama bin Laden sia Al Zawiri; quindi, in un certo
senso, è una ‘rimonta’ degli islamici integralisti all’interno del Pakistan. E’ un
attacco molto serio, perché vuol dire che sta portando la lotta dall’Afghanistan all’interno
del Pakistan.
D. – Nell’ottica delle prossime elezioni
presidenziali e parlamentari che ci saranno in Pakistan, c’è quindi da prevedere un
aumento degli attentati di questo tipo?
R. – Sicuramente
ci sarà un aumento degli attentati di questo tipo; sicuramente, l’accordo che si sta
ventilando tra Benhazir Bhuto e Musharraf è un accordo ancora molto, molto debole.
Io dubito che gli islamici accetteranno un ritorno di Benhazir Bhuto: non dimentichiamo
che quando era al potere, c’erano stati diversi attentati condotti proprio dagli islamici
legati ad Osama bin Laden.
D. – Parliamo degli obiettivi
del terrorismo di al Qaeda in Pakistan. I miliziani dell'organizzazione terroristica
otrebbero accontentarsi della semplice caduta di Musharraf o è una vera e propria
guerra per il controllo dell’intero Paese?
R. – Io
credo che al Qaeda non sia così importante all’interno di quello che sta succedendo
in Pakistan, quanto invece i 'signori della guerra' e i capi tribù della zona del
Waziristan, i quali non hanno mai accettato un governo centrale. In un certo senso,
si stanno appoggiando ad al Qaeda, si sono alleati. Per cui penso che la vera forza
di destabilizzazione all’interno del Pakistan sia una forza – purtroppo! – a carattere
nazionale, e quindi di pakistani.
- Dopo la visita di ieri a sorpresa in
Iraq, il presidente statunitense, George W. Bush, è partito alla volta di Sidney per
partecipare al Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC). Illustrando l’attuale
situazione irachena, Bush ha detto ieri che sarà possibile ridurre le forze statunitensi
se continueranno i progressi nel Paese arabo. “Gli Stati Uniti - ha aggiunto - non
abbandoneranno il popolo iracheno”. In Iraq, intanto, è stata confermata la pena di
morte pronunciata contro Ali Hassan Al Majid, detto ‘Alì il chimico’, per il ruolo
assunto nel genocidio di 180 mila curdi alla fine degli anni ‘80.
- Non si
fermano le violenze in Afghanistan, dove secondo dati forniti dal governo almeno 500
poliziotti hanno perso la vita, negli ultimi mesi, a causa di agguati da parte di
guerriglieri. Anche oggi si registrano nuovi attacchi ai danni delle forze di sicurezza
governative: tre agenti afghani sono rimasti uccisi in due distinti attentati kamikaze.
Violenze anche nel sud del Paese, dove nelle ultime ore sono morti almeno 16 guerriglieri
in seguito a scontri con truppe afgane. Tra le vittime c’è anche un comandante, il
mullah Mateen, che sarebbe stato coinvolto con un ruolo di primissimo piano nel sequestro
di 23 missionari sud-coreani, rilasciati la scorsa settimana.
- In Libano,
i miliziani del gruppo integralista Fatah al-Islam, scacciati domenica dalle truppe
libanesi dal campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, stavano pianificando un
attentato contro il patriarca di Antiochia dei Maroniti, cardinale Nashallah Sfeir.
Lo rende noto il quotidiano libanese As-Safir, aggiungendo che alcuni integralisti
hanno più volte seguito gli spostamenti del porporato.
- “E’ impensabile continuare
a rifornire Gaza di elettricità, acqua e carburante mentre i cittadini israeliani
restano bersagli viventi” dei razzi lanciati da estremisti palestinesi: così si espresso
il vice primo ministro israeliano, Haim Ramon, stretto alleato del premier Ehud Olmert,
all’indomani del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso la cittadina israeliana
di Sderot, nel sud del Paese.
- La Danimarca torna nel mirino del terrorismo
internazionale. Questa mattina, a Copenaghen, i servizi di sicurezza hanno arrestato
otto persone sospettate di progettare attentati dinamitardi. Secondo quanto riferito
dalla polizia danese, si tratta di giovani militanti islamici legati al Qaeda. Un
precedente comunicato dei servizi segreti spiegava poi che “gli arresti sono il risultato
di un lungo periodo di sorveglianza di alcune persone sospettate di preparare un atto
terroristico con esplosivi”. La retata di stamani è la terza in due anni contro cellule
della rete internazionale del terrore, presenti nel Paese.
- L’ex presidente
iraniano, Ali Akbar Hasehmi Rafsanjani, è stato eletto oggi alla guida dell’Assemblea
degli esperti, massimo organo religioso dell’Iran. Rafsanjani, eletto con 41 voti
sui 76 espressi nell’organismo composto da 86 membri, sostituisce l’ayatollah Ali
Meshkini, morto in luglio. La sua vittoria rappresenta una netta sconfitta per lo
schieramento conservatore del presidente Ahmadinejad. L’Assemblea degli esperti, eletta
nel dicembre scorso, è un organo composto da religiosi che hanno il compito di supervisionare
l’attività della Guida suprema, la più alta autorità della Repubblica iraniana, e
di nominarne un successore nel caso di decesso o sostituirlo in caso incapacità.
-
Gli Stati Uniti hanno smentito quanto riferito ieri da un portavoce del ministero
degli Esteri nordcoreano, secondo cui la Corea del Nord, a seguito della sua rinuncia
al nucleare, sarebbe stata tolta dalla lista dei cosiddetti “Paesi canaglia”, stilata
dal governo americano. La precisazione è arrivata dal vice segretario di Stato statunitense,
Christopher Hill, capo negoziatore per la crisi relativa al programma nucleare della
Corea del Nord. La presenza o la cancellazione della Corea del Nord dalla lista –
ha detto Hill - dipende da loro progressi del governo di Pyongyang sulla via della
denuclearizzazione”.
- In Cina, il governo ha annunciato nuove misure per
tutelare con più efficacia i diritti umani. Nel Paese asiatico si è poi appena conclusa
una campagna per proteggere l’ambiente. Ma agli sforzi dell’esecutivo cinese per cercare
di raggiungere gli standard occidentali in vari ambiti si contrappongono, sul versante
internazionale, nuove possibili cause di frizione. Il nostro servizio:
Il governo
cinese ha elaborato il primo piano nazionale per contrastare il dramma del traffico
di esseri umani e proteggere donne e bambini dalle piaghe della prostituzione e dei
lavori forzati. Tradizionalmente, il traffico di esseri umani in Cina era associato
all’adozione o al matrimonio coercitivo. Adesso sono lo sfruttamento sessuale, il
lavoro forzato e quello minorile le principali ragioni di questo turpe fenomeno. In
Cina sono poi sempre più allarmanti gli effetti legati all’inquinamento. Per cercare
di ridurre le conseguenze di questo altro grave fenomeno, legato ad una espansione
industriale che richiede alti quantitativi di energia, l’Amministrazione statale per
la protezione ambientale (SEPA) ha ordinato la chiusura di 400 industrie. Ad altre
249 è stata imposta la sospensione della produzione e a 102 industrie è stata data
una scadenza per migliorare gli standard ambientali. I provvedimenti restrittivi sono
stati presi al termine di una campagna di due mesi, condotta dall’ente cinese in cinque
zone industriali dislocate lungo i maggiori fiumi del Paese. Sono state prese in esame
più di 1100 aziende. Secondo molti osservatori, si tratta di mosse compiute dal governo
cinese per cercare di accrescere la propria credibilità, soprattutto in vista delle
Olimpiadi del 2008 che si terranno proprio nel Paese asiatico. Di questioni economiche,
emergenze climatiche e diritti umani si discuterà poi durante il Forum di cooperazione
economica Asia-Pacifico (APEC), che inizia oggi a Sydney. Al Vertice, dove è prevista
la partecipazione dei leader di 21 Paesi tra cui i presidenti americano e cinese,
si parlerà secondo anticipazioni di stampa anche di un presunto attacco informatico
contro il sito del Pentagono. Fonti citate dal quotidiano ‘Financial Times’, hanno
rivelato, infatti, che militari cinesi sarebbero riusciti a violare, lo scorso mese
di giugno, il sito del Ministero della Difesa degli Stati Uniti. Secondo diversi funzionari
del Pentagono, l’esercito cinese ha la capacità di disabilitare sofisticati sistemi
informatici in caso di conflitto.
- In un’azienda agricola della regione
di Krasnodar, nel sud est della Russia è stato scoperto il virus H5N1 dell’influenza
aviaria. Lo ha reso noto l’agenzia Interfax, citando il servizio federale russo del
controllo veterinario. L’allevamento è stato messo in quarantena. La presenza del
virus era stata riscontrata, lo scorso febbraio, sia nella regione di Krasnodar sia
in quella di Mosca.
- Denuncia di Medici senza Frontiere nei confronti delle
autorità etiopiche, che hanno negato ai propri operatori sanitari l’accesso a cinque
zone della Somali Region, al confine con la Somalia, dove dall’inizio di luglio è
in corso un conflitto tra le truppe regolari ed alcune milizie ribelli. Nel luglio
scorso, l’organizzazione sanitaria aveva condotto missioni esplorative nell’area,
dove la crisi umanitaria va deteriorandosi di giorno in giorno. Salvatore Sabatino
ha raccolto la testimonianza di Kostas Moschochoritis, direttore generale di
MSF – Italia:
R. –
Nelle zone di conflitto, dove abbiamo lavorato fino alla fine di luglio e abbiamo
visto villaggi bruciati, villaggi vuoti, abbiamo parlato con gente fuggita dalle proprie
case a causa del conflitto: è grave, ma si aggrava giorno dopo giorno. A causa anche
del blocco imposto dalle autorità, un blocco che impedisce l’arrivo di cibo, l’arrivo
di beni di prima necessità ...
D. – Quali sono le
richieste che voi ponete alle autorità di Addis Abeba?
R. – Lasciare
che i nostri operatori possano continuare il lavoro di assistenza a questa popolazione
che vive una situazione estremamente precaria. Dobbiamo ribadire il fatto che questa
regione è una regione molto povera, predisposta alle carestie e ad emergenze nutrizionali:
per questo, non possiamo perdere neanche un giorno per portare aiuti a questa popolazione.
D.
– In particolare, di che cosa ha bisogno la popolazione?
R. – Innanzitutto,
accesso al cibo, alle cure e ai beni di prima necessità. Questo sarà possibile solo
se gli operatori umanitari potranno lavorare senza veder negato il loro accesso.
D.
– Se lei avesse la possibilità di lanciare un appello alla comunità internazionale,
che cosa direbbe?
R. – La comunità internazionale
deve aiutare questa popolazione e deve garantire l’accesso agli aiuti per la popolazione.
D.
– Dopo questa denuncia, quale risposta vi aspettate?
R.
– La nostra speranza è di poter soccorrere la popolazione in pericolo e il nostro
timore è di non avere ripercussioni, conseguenze sull’intera missione di Medici senza
frontiere in Etiopia.
- Almeno 21 persone sono morte a causa di violenti
scontri scoppiati in Burundi tra due fazioni del sedicente gruppo “Forze di liberazione
nazionale” (FLN). A provocare i combattimenti è stata la nomina di Agathon Rwasa a
capo del gruppo. Le vittime appartengono alla fazione che si oppone a questa nomina.
-
In Giamaica, non sono ancora ufficiali i risultati delle elezioni politiche tenutesi
ieri nella ex colonia britannica. Fonti ufficiose hanno reso noto che il Partito laburista
(JLP), guidato dall’avvocato Bruce Golding, ha ottenuto 31 seggi. Lo schieramento
socialdemocratico (PNP), del premier Portia Simpson Miller, ha ottenuto invece 29
seggi. Il servizio di Maurizio Salvi:
Fonti
elettorali hanno indicato che l’opposizione del partito laburista, di tendenza conservatrice,
ce l’avrebbe fatta a scalzare dal potere il partito nazionalpopolare, di orientamento
socialdemocratico, sia pure per soli due seggi di vantaggio. E’ stato a questo punto
che il premier, la signora Portia Simpson-Miller, è entrata nel quartier
generale del partito per annunciare, davanti a centinaia di militanti che, nonostante
un apparente risultato non favorevole, non avrebbe ammesso la sconfitta fino ad oggi
nei confronti del partito laburista. “La votazione ha dato un risultato troppo di
stretta misura – ha detto Portia Simpson-Miller – e per varie ragioni,
anche costituzionali, non è mia intenzione concedere la vittoria”. Va detto che il
PNP è al potere dl 18 anni e che la premier sperava di assicurarsi un nuovo mandato
quinquennale. La riconferma sembrava una formalità, ma il passaggio dell’uragano Dean,
a metà agosto, non ha costretto soltanto le autorità a rinviare le elezioni - previste
per il 27 agosto- di una settimana, ma anche fatto crollare il PNP nei sondaggi.
Questo a ragione della delusione della popolazione per la scarsa efficacia dell’azione
del governo a favore dei sinistrati. (Dall’America Latina, Maurizio Salvi, Ansa, per
la Radio Vaticana)
- Oltre duemila persone evacuate e allarme rosso su
tutta la costa caraibica. Così l’Honduras si prepara all’arrivo, previsto per oggi,
dell’uragano Felix, che sta procedendo nel mar dei carabi ad una velocità di 35 chilometri
orari, con venti che soffiano fino a 240 chilometri l’ora. Tuttavia, secondo le previsioni,
la tempesta continuerà a perdere di intensità. L’uragano ha raggiunto, nelle ultime
ore, la categoria 5. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco e
Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 247 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.