COREA Manifestazione per chiedere politiche in difesa della vita
Seoul, 4 set 07 - Circa 3mila tra fedeli, vescovi, sacerdoti e religiose si sono
riuniti domenica nella cattedrale di Seoul per chiedere al governo sud-coreano una
politica più rispettosa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale.
La manifestazione è stata organizzata dal Movimento “Life 31” della Conferenza episcopale
sud-coreana, in collaborazione con l’arcidiocesi di Seoul. Nell’omelia l’arcivescovo
della capitale, cardinale Nicholas Cheong Jin-suk, ha denunciato il “materialismo
dilagante” che sta facendo “sacrificare la dignità e il valore della vita umana” creata
da Dio. Egli ha parlato in particolare dell’attuale legge sull’aborto in vigore dal
1972, che - ha detto - ha causato in questi ultimi decenni un boom delle interruzioni
volontarie della gravidanza in Corea, e quindi delle nuove leggi varate dal governo
in materia di biotecnologie che hanno ridotto le vite umane prodotte in laboratorio
ad “una massa” di cellule senza alcuna tutela. Al termine della Messa i partecipanti
hanno partecipato ad un momento di preghiera durante la quale il presidente della
Commissione episcopale per la famiglia, mons. James Kim Ji-seok, ha dato lettura alle
richieste della Chiesa sud-coreana al governo. Tra queste, oltre all’abolizione della
legge sull’aborto e la messa al bando della ricerca sulle cellule embrionali, la
promozione dei metodi naturali per la regolazione della fertilità piuttosto che di
quella in vitro e l’abolizione nel Paese della pena capitale. (Ucan – ZENGARINI)