2007-09-03 16:11:42

Abu Mazen vara una riforma elettorale anti-Hamas


Il governo del premier palestinese Salam Fayyad, esponente di Al Fatah, rappresenta un partner moderato con il quale Israele può condurre un serio negoziato. Lo ha dichiarato l’alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e la sicurezza, Javier Solana, all’indomani della promulgazione, da parte del presidente palestinese Abu Mazen, di una nuova normativa elettorale: in base a questo provvedimento, per partecipare alle prossime elezioni politiche è necessario che ciascun partito palestinese riconosca lo Stato di Israele. L’obiettivo è di penalizzare il movimento islamico di Hamas, da sempre contrario al riconoscimento di Israele, che ha vinto le consultazioni del 2006. A beneficiare della nuova normativa sarà invece il partito di Al Fatah, guidato da Abu Mazen. Sul significato di questa riforma, ascoltiamo il commento di Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente, intervistato da Stefano Leszczynski:RealAudioMP3


R. - Abu Mazen ha il problema di legittimare questo suo governo all’interno della Cisgiordania ed in questo senso va letta la mossa di cambiare la legge elettorale.

D. – Sembra quasi che Abu Mazen abbia trovato una sponda insperata nel premier israeliano Olmert?

R. – E’ l’incontro di due debolezze sul fronte interno. Queste due debolezze stanno portando ad una svolta nel senso che entrambi stanno puntando tutto sul negoziato per una soluzione al conflitto israelo-palestinese, rafforzati in questo dall’intervento americano.

D. – Strategicamente, comunque, il nemico comune resta Hamas?

R. – Assolutamente, ormai Abu Mazen ha messo da parte ogni ipotesi di arrivare ad un accordo con Hamas. Resta però una grandissima incognita: se cambierà la legge elettorale ma non si sa, se e quando, si potranno davvero fare delle elezioni; è impensabile, almeno in questo momento, che si convochino delle elezioni in cui non si vota a Gaza. Dal momento che Hamas dice che non se ne parla di andare al voto, diventa problematico capire quando si potrà votare davvero. E’ più una mossa politica che una mossa che porterà davvero alle urne.

D. – Condizione esenziale per porre termine allo strapotere di Hamas nella Striscia di Gaza, è rompere l’isolamento della Striscia?

R. – Tra le ipotesi per una soluzione definitiva del conflitto c’è questo collegamento tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, un corridoio di cui si parla già dagli anni degli accordi di Oslo. Il problema è che tutto questo è rivolto al ‘doman’i: cominciamo a pensare che Hamas a Gaza ci resterà e ci resterà parecchio.







All the contents on this site are copyrighted ©.