ZIMBABWE Vescovi respingono duramente accuse diffamanti contro mons. Ncube
HARARE, 31 ago 07 - “I recenti attacchi di uomini politici e dei media di
Stato contro la persona di mons. Ncube costituiscono un assalto alla Chiesa cattolica
che respingiamo con fermezza”. Con queste dure parole i vescovi dello Zimbabwe esprimono
tutta la loro indignazione per la nuova campagna diffamatoria contro mons. Pius Ncube,
l’arcivescovo di Bulawayo attualmente sotto processo con l’accusa di adulterio. “Si
tratta di un’accusa oltraggiosa e assolutamente deplorevole”, affermano i presuli
in una nota, in cui ribadiscono che la “Chiesa cattolica non è mai stata e non è un
nemico dello Zimbabwe”, come dimostrano anche le numerose opere di assistenza che
essa gestisce nel Paese. “I fatti durante la lotta per l’indipendenza dalla Gran Bretagna
– aggiungono – parlano da sé”. In queste settimane mons. Ncube, noto per le sue aperte
prese di posizione in difesa dei diritti umani e contro il regime sempre più autoritario
del Presidente Robert Mugabe, è stato oggetto di una vera e propria campagna di stampa
per dimostrare la sua colpevolezza. Un attacco, rilevano i presuli, che viola il principio
costituzionale della presunzione di innocenza e tutti i suoi diritti fondamentali
e il cui vero obiettivo è quello di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica
dalla drammatica situazione in cui è precipitato lo Zimbababwe. I rapporti tra
Chiesa e il Presidente Robert Mugabe sono andati deteriorandosi in questi anni con
l’inasprirsi delle tensioni politiche nel Paese, colpito da una grave crisi economica
e il giro di vite del Presidente Mugabe contro l’opposizione. (Dichiarazione;
Cns – ZENGARINI)