Un anno fa, la visita del Papa al Santuario abruzzese del Volto Santo di Manoppello.
L'arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, sottolinea la fruttuosa eredità di quell’evento
Gioia ed entusiasmo: questi i sentimenti che animano le migliaia di giovani che stanno
confluendo a Loreto per incontrare Benedetto XVI. Quegli stessi sentimenti che il
primo settembre di un anno fa hanno accompagnato il pellegrinaggio del Papa al Santuario
del Volto Santo di Manoppello, nella diocesi di Chieti-Vasto. Una visita pastorale
durata poche ore, ma la cui ricchezza spirituale si mantiene particolarmente viva
ad un anno di distanza. Ecco la riflessione dell’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno
Forte, raggiunto telefonicamente da Alessandro Gisotti proprio a Manoppello,
dove il presule si trova con i giovani dell’Abruzzo in partenza per Loreto:
R.
- C’è stata come la grazia di un nuovo slancio, di una nuova gioia di credere, di
sentirsi amati da Cristo, avvolti dallo sguardo della sua misericordia. In secondo
luogo, il Papa ci ha invitati ad essere sempre cercatori del Volto di Dio. Il Santo
Padre ci ha incoraggiati ad essere sempre pellegrini alla ricerca del Volto. Anche
quando lo abbiamo conosciuto, dobbiamo sempre di nuovo riscoprirlo. Ci ha invitati
ad avere una fede viva, una fede sempre nuova e giovane. E i giovani si sentono attratti
da una fede che non è qualcosa di stantio, di statico ma che è novità di cuore, novità
di vita: un sempre nuovo incontro d’amore con il Signore Gesù.
D.
- Accolto da grande entusiasmo a Manoppello, il Papa affermò: “La Chiesa è una grande
famiglia. Dove c’è il Papa, la famiglia si riunisce con gioia”. Fin dall’inizio del
Pontificato, Benedetto XVI ci mostra proprio la gioia dell’incontro con Cristo e la
dimensione ecclesiale di questo incontro...
R. -
La gioia è una delle parole-chiave di questo Papa. Ed io credo che sia un’esperienza
che egli stesso viva profondissimamente da tanti anni. Questo Papa è uno di quei casi
concretissimi in cui si può spiegare ai giovani perché non si deve dire che siamo
vecchi, ma che siamo giovani da tanti anni. Veramente, c’è una giovinezza nel suo
cuore, un entusiasmo della fede che ci fa capire come ciò che egli ripete - e cioè
che chi crede non è mai solo, si sente avvolto da un amore che lo riempie di gioia
- sia profondamente vero. I giovani lo hanno capito. Qui a Manoppello, l’anno scorso
come quest’anno, ne sono venuti tantissimi. Adesso a Loreto ne vedremo ancora tanti
lasciarsi confermare nella fede di Pietro, e da Pietro rilanciare nella testimonianza
di questa fede nel quotidiano della loro vita.
D.
- Un anno fa, Manoppello; oggi, Loreto. Lei si trova proprio con i giovani abruzzesi
che si apprestano a partecipare all’Agorà dei giovani: lo stesso entusiasmo?
R.
- Non solo con i giovani abruzzesi che verranno - e sono tantissimi, in modo speciale,
quelli della mia diocesi - ma anche i tantissimi che verranno ed anche con i tantissimi
- migliaia - che stiamo ospitando nella mia diocesi e che vengono da molte diocesi
d’Italia e anche da vari Paesi d’Europa: Olanda, Germania, Ucraina e così via. Insieme
stiamo vivendo un’esperienza meravigliosa. Le nostre famiglie sono arricchite dalla
presenza di questi giovani, entusiasti dal calore e dall’affetto che hanno trovato,
tutti siamo comunque nella gioia, ora, di andare pellegrini alla Santa Casa, pellegrini
ad incontrare il Successore di Pietro che ci confermerà ancora una volta nella fede
per rilanciare la nostra passione per la causa di Cristo, della sua Chiesa, per l’unità
del suo Corpo.