La "perdonanza" di Celestino V, da 700 anni un messaggio di conversione e di concordia
sociale per la città dell'Aquila e non solo. Intervista con mons. Giuseppe Molinari
Come ogni anno di questi tempi, la città dell'Aquila, capoluogo dell'Abruzzo, si appresta
a rivivere tra oggi e domani gli eventi che oltre 700 anni fa videro l'elezione di
Celestino V a capo della Chiesa universale. "Cuore" delle numerose iniziative che
accompagnano le celebrazioni è rappresentato dalla "perdonanza celestiniana", l'indulgenza
concessa dal Pontefice appena eletto a tutti coloro che, pentiti e confessati, avessero
visitato la Basilica di Collemaggio. Sul signficato della "perdonanza", Emanuela
Campanile ha chiesto un commento all'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari:
R. -
La storia ci tramanda questi fatti, che quando Papa Celestino, per sua espressa volontà,
fu incoronato Papa qui, nella Basilica di Collemaggio – ricordiamo che la Basilica
di Collemaggio è stata voluta da Celestino, dai suoi monaci, costruita quasi materialmente,
anche, da loro – lui, appena seppe della sua elezione a Pontefice, pensò alla Basilica
di Collemaggio come il luogo adatto per questa manifestazione solenne che lo avrebbe
presentato come Pontefice a tutto il mondo. Ebbene, in quell’occasione - proprio il
29 agosto del 1294 - Papa Celestino volle dare questo dono alla città dell’Aquila:
la “perdonanza”, una particolare indulgenza che aveva di mira anche un aspetto sociale,
perché la città sorta da poco registrava purtroppo delle liti tra fazioni, violenze…
Quindi, questo dono che era prima di tutto spirituale e serviva a riconciliare ogni
uomo con Dio e con i fratelli, sviluppava molto anche questo aspetto sociale: cercare
di convincere sempre di più i cittadini a trovare un’armonia tra loro, a ricomporre
le liti, a trovare la via della riconciliazione e della pace. Un mese più tardi, il
dono della "perdonanza" dato verbalmente venne trascritto in un documento, una Bolla
papale. Tale documento viene conservato nel Municipio della città, che per questo
motivo tiene molto a sottolineare l'evento della "perdonanza". La Bolla viene portata
con un corteo storico alla Basilica di Collemaggio. In passato, era lo stesso sindaco
che leggeva la Bolla celestiniana. Adesso invece si è pensato che, finito il corteo
storico, il sindaco consegni la Bolla all’arcivescovo della città ed è dunque la Chiesa
dell’Aquila che annuncia la “perdonanza”.
D. - Che
occasione è, quella della “perdonanza”?
R. - Per
la Chiesa dell’Aquila è sempre un’occasione per ricordare il dono grande che Papa
Celestino ha fatto a questa città - non dimentichiamolo - sei anni prima del primo
Giubileo della storia, quello del 1300, di Bonifacio VIII. Gli storici, giustamente,
dicono che la “perdonanza celestiniana” nel breve spazio di 24 ore è come un piccolo
Anno Santo che ha contribuito a ispirare a Papa Bonifacio l’Anno Santo che dura 365
giorni. Per la Chiesa dell’Aquila, è questa un'occasione propizia, preziosa per ricordare
a tutti come’è importante la conversione, com’è importante aprirci al messaggio di
Gesù Cristo, al Vangelo e soprattutto ai temi della riconciliazione, dell’amore, della
pace.