2007-08-28 15:36:10

La "perdonanza" di Celestino V, da 700 anni un messaggio di conversione e di concordia sociale per la città dell'Aquila e non solo. Intervista con mons. Giuseppe Molinari


Come ogni anno di questi tempi, la città dell'Aquila, capoluogo dell'Abruzzo, si appresta a rivivere tra oggi e domani gli eventi che oltre 700 anni fa videro l'elezione di Celestino V a capo della Chiesa universale. "Cuore" delle numerose iniziative che accompagnano le celebrazioni è rappresentato dalla "perdonanza celestiniana", l'indulgenza concessa dal Pontefice appena eletto a tutti coloro che, pentiti e confessati, avessero visitato la Basilica di Collemaggio. Sul signficato della "perdonanza", Emanuela Campanile ha chiesto un commento all'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari:RealAudioMP3


R. - La storia ci tramanda questi fatti, che quando Papa Celestino, per sua espressa volontà, fu incoronato Papa qui, nella Basilica di Collemaggio – ricordiamo che la Basilica di Collemaggio è stata voluta da Celestino, dai suoi monaci, costruita quasi materialmente, anche, da loro – lui, appena seppe della sua elezione a Pontefice, pensò alla Basilica di Collemaggio come il luogo adatto per questa manifestazione solenne che lo avrebbe presentato come Pontefice a tutto il mondo. Ebbene, in quell’occasione - proprio il 29 agosto del 1294 - Papa Celestino volle dare questo dono alla città dell’Aquila: la “perdonanza”, una particolare indulgenza che aveva di mira anche un aspetto sociale, perché la città sorta da poco registrava purtroppo delle liti tra fazioni, violenze… Quindi, questo dono che era prima di tutto spirituale e serviva a riconciliare ogni uomo con Dio e con i fratelli, sviluppava molto anche questo aspetto sociale: cercare di convincere sempre di più i cittadini a trovare un’armonia tra loro, a ricomporre le liti, a trovare la via della riconciliazione e della pace. Un mese più tardi, il dono della "perdonanza" dato verbalmente venne trascritto in un documento, una Bolla papale. Tale documento viene conservato nel Municipio della città, che per questo motivo tiene molto a sottolineare l'evento della "perdonanza". La Bolla viene portata con un corteo storico alla Basilica di Collemaggio. In passato, era lo stesso sindaco che leggeva la Bolla celestiniana. Adesso invece si è pensato che, finito il corteo storico, il sindaco consegni la Bolla all’arcivescovo della città ed è dunque la Chiesa dell’Aquila che annuncia la “perdonanza”.

 
D. - Che occasione è, quella della “perdonanza”?

 
R. - Per la Chiesa dell’Aquila è sempre un’occasione per ricordare il dono grande che Papa Celestino ha fatto a questa città - non dimentichiamolo - sei anni prima del primo Giubileo della storia, quello del 1300, di Bonifacio VIII. Gli storici, giustamente, dicono che la “perdonanza celestiniana” nel breve spazio di 24 ore è come un piccolo Anno Santo che ha contribuito a ispirare a Papa Bonifacio l’Anno Santo che dura 365 giorni. Per la Chiesa dell’Aquila, è questa un'occasione propizia, preziosa per ricordare a tutti come’è importante la conversione, com’è importante aprirci al messaggio di Gesù Cristo, al Vangelo e soprattutto ai temi della riconciliazione, dell’amore, della pace.







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