Saranno pubblicate in settembre le lettere in cui Madre Teresa di Calcutta rivelava
di vivere la notte oscura dello spirito. Il commento di padre Cantalamessa
A dieci anni dalla morte di Madre Teresa di Calcutta sarà pubblicata in settembre
una raccolta di lettere che la Beata ha scritto sulla sua lunga e profonda aridità
spirituale. Il libro, che s’intitola: “Mother Teresa: come be my light”, è stato curato
da padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione della religiosa.
Ma cosa è questa "notte oscura dello spirito" che ha vissuto questa santa della carità?
Sergio Centofanti lo ha chiesto a padre Raniero Cantalamessa, predicatore
della Casa Pontificia:
R. –
E’ qualcosa che è molto noto nella tradizione cristiana; forse nuovo, inedito nella
forma che ha avuto in Madre Teresa. Perché mentre “la notte oscura dello spirito”
di San Giovanni della Croce è un periodo generalmente preparatorio a quello definitivo
che si chiama “unitivo”, per Madre Teresa sembra che sia stato uno stato stabile,
da un certo momento della sua vita, quando ha incominciato questa grande opera di
carità, fino alla fine. A mio parere, anche questo fatto di questo prolungamento della
“notte” ha un significato per noi, oggi. Io credo che Madre Teresa sia la santa dell’era
mediatica, perché questa “notte dello spirito” l’ha protetta dal diventare vittima
dei media, cioè dall’esaltarsi ... Infatti, lei stessa diceva che di fronte ai più
grandi onori e al clamore della stampa, lei non sentiva proprio nulla perché viveva
questo vuoto interiore. Quindi, era una specie di ... “tuta di amianto”, per attraversare
l’era dei media ...
D. – Leggiamo un passo di una
sua lettera: “C’è tanta contraddizione nella mia anima, un profondo anelito a Dio,
così profondo da far male; una sofferenza continua, e con ciò il sentimento di non
essere voluta da Dio, respinta, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo ... Il
cielo – afferma Madre Teresa – non significa niente per me: mi appare un luogo vuoto!”
...
R. – Ma, vede, proprio questa sofferenza lancinante,
che dava il vuoto di Dio, è il segno che si tratta di un fenomeno positivo. Si tratta
di una presenza-assenza: Dio è presente ma non lo si sperimenta. Il fatto che Madre
Teresa potesse stare ore davanti al Santissimo, come dicono i testimoni che l’hanno
vista, quasi rapita ... se uno pensa in che condizioni lei stava lì, quello è un martirio!
Quello è un vero martirio, perché per chi non sente Dio e sente quel vuoto, stare
ore ferma davanti al Santissimo è veramente stare in mezzo alle fiamme. Ed è strano
che qualcuno si meravigli di questi scritti di Madre Teresa o addirittura pensi che
chi li sta pubblicando, che debba superare delle perplessità, che la gente si scandalizzi
... Perché questo, per me, ingigantisce la figura di Madre Teresa; non la diminuisce.
Gli atei “normali”, comuni, non si affliggono per l’assenza di Dio; per Madre Teresa,
questa era la prova più terribile che potesse vivere. Io credo che Madre Teresa abbia
veramente la statura dei "grandissimi" nella santità cristiana, proprio anche per
questa capacità di nascondere questi fenomeni, di viverli personalmente nel più intimo
del cuore! Forse, proprio in espiazione di questo ateismo dilagante che c’è nel mondo
di oggi, perché in fondo Madre Teresa ha vissuto in positivo, con fede, da parte di
Dio, questo vivere come se Dio non esistesse ...
D.
– La pubblicazione di queste Lettere può scandalizzare – come lei diceva – alcuni
fedeli?
R. – Io credo che con un minimo di commento,
dando delle coordinate minime per inserire questo fenomeno, io credo che questo produrrà
un bene immenso.
D. – “Le notti oscure dei Santi”
cosa possono dire a quanti vivono senza fede?
R.
– Io credo che bisogna distinguere: quelli che vivono senza fede ma non se ne fanno
un vanto, non lo sbandierano ai quattro venti, non se ne fanno un titolo di superiorità
ma lo vivono con sofferenza, e penso per esempio a tanti di questi “atei” – alcuni
convertiti, altri no – come Camus, come Samuel Beckett – a questi fa vedere che sono
ad un passo: basterebbe loro fare un passo per ritrovarsi su una sponda dove dal nulla
passano al tutto. Perché per Madre Teresa, questa “notte oscura dello spirito” conviveva
stranamente con una pace ed una felicità che lei stessa dice che lei non avrebbe scambiato
con nessun altro al mondo, come del resto nessun mistico avrebbe fatto. Quindi: è
un appello fatto agli atei onesti e li invita proprio a fare della loro situazione
di vuoto, di ricerca di senso della vita un trampolino di lancio verso la luce ...