2007-08-26 14:21:28

I vescovi del Guatemala dicono no alla depenalizzazione dell’aborto, in vista delle presidenziali di settembre


“Certamente, fra tutti i delitti che l’uomo può mettere in atto contro la vita, l’aborto provocato ha delle caratteristiche che lo rendono particolarmente grave. Ciò nonostante, la percezione della gravità di questo delitto è andata scemando nella coscienza di molti”: è quanto si legge in un ampio documento pubblicato dai vescovi del Guatemala, dopo che, in vista delle presidenziali del 9 settembre, il tema dell’aborto è entrato prepotentemente nel dibattito politico. Nella prima parte, la nota analizza a fondo la “Guida tecnica e politiche per il sistema sanitario. Aborto senza rischio”, pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2003, che alcuni candidati hanno proposto come “guida” per il futuro del Paese in materia di salute pubblica. Un documento il cui scopo – scrivono i vescovi guatemaltechi – “è quello di promuovere, fra gli Stati membri dell’OMS, la preparazione e l’equipaggiamento dei servizi sanitari per garantire che gli aborti siano sicuri e accessibili”. Nella seconda parte, i vescovi ribadiscono con forza gli insegnamenti della dottrina della Chiesa sulla questione, riprendendo ampi stralci dell’Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. L’episcopato del Guatemala si dichiara molto “sorpreso” “dell’interesse che hanno manifestato alcuni candidati alla presidenza e al Congresso, che oggi dichiarano di voler modificare la Costituzione e, in particolare, il suo articolo n° 3”. “Lavoreremo ogni giorno – affermano – per evitare che questo articolo venga soppresso o modificato, poiché costituisce la base fondamentale in Guatemala per garantire il rispetto della vita umana di colui che non è ancora nato. Oggi – continuano – il Paese non ha bisogno di politiche imposte dall’alto per promuovere l’uso di contraccettivi fin dall’adolescenza o per depenalizzare l’aborto, o addirittura incoraggiarlo, bensì di politiche serie, non commerciali, basate su solidi principi morali cristiani, onde rispettare ogni essere umano, senza stabilire differenze fra vita embrionale, fetale o adulta”. I vescovi guatemaltechi concludono lanciando un appello alle autorità del Paese, “a quelle che governano oggi e che governeranno domani, a non favorire nulla che metta a repentaglio l’integrità fisica dei cittadini, specialmente dei più deboli, come i non-nati, che non si possono difendere in nessun modo”. (L.B.)







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