Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa XXI Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Gesù, parlando della salvezza, ci invita a sforzarci di “entrare per la porta
stretta”, perché molti, afferma, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. “Non
vi conosco, non so di dove siete”: dirà il Signore: Quindi aggiunge:
“Verranno
da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel
regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra
i primi che saranno ultimi”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense:
“Vi dico
che non so di dove siete, non vi conosco”. La scena che Gesù presenta è altamente
drammatica: quegli uomini che bussano per entrare sono animati dalle migliori intenzioni,
credono di essere uniti al Signore e immaginano di essere da lui conosciuti. Non sono
atei, irreligiosi e anticristiani; solo, essi suppongono qualcosa che non corrisponde
alla realtà di fatto, che alla fine si rivela irrimediabilmente a loro. Suppongono
di essere conosciuti e riconosciuti dal Signore ma così non è: “Non vi conosco, non
so di dove siete”. Essi rispondono citando quelli che secondo loro sono i criteri
di riconoscimento, ma non sono quelli i criteri del padrone di casa. Questa pagina
di Vangelo ci sprona a rendere sempre più sicura e più piena la nostra appartenenza
a Cristo, la nostra vocazione e la nostra elezione, per non dover poi piangere alla
fine. Ciò non va da sé, quasi inintenzionalmente, ma chiede uno sforzo: stretta è
la porta per la quale si entra nella casa del Padre, larga è invece la via che conduce
alla perdizione.