Gli incendi devastano la Grecia: oltre 40 i morti. L'Italia continua a bruciare
“Un giorno di lutto nazionale”. Con queste parole il primo ministro greco, Karamanlis,
ha espresso tutta la sua amarezza per quanto sta accadendo nel Peloponneso, devastato
dagli incendi. Almeno 170 i roghi segnalati e sono oltre 40 le vittime, tra queste
anche numerosi bambini. Si teme che il bilancio, già pesante, possa salire ancora
perché sono tanti i dispersi soprattutto nel villaggio di Zakharo, nella prefettura
di Ilias che risulta la più colpita insieme alle province di Laconia e Messenia. In
pericolo anche Atene per un incendio scoppiato in direzione dell’aeroporto, la strada
che collega la capitale greca allo scalo è stata chiusa e le autorità hanno deciso
di evacuare anche un monastero. Il governo, intanto, ha inviato nelle zone disastrate
700 soldati a supporto dei soccorsi mentre la Commissione Europea ha attivato tutti
i mezzi per assistere la Grecia nello spegnimento dei fuochi. Una tragedia nazionale,
dunque, quella che si sta vivendo in queste ore nel Paese ellenico. Per un punto della
situazione Salvatore Sabatino ha intervistato Furio Morroni, corrispondente
dell’agenzia Ansa ad Atene: R.
– Si tratta di un disastro senza precedenti, si continuano a trovare persone morte.
Molti, infatti, non hanno abbandonato le loro case, si sono chiusi in casa pensando
di sfuggire alle fiamme e invece sono morti per il fumo. Altre persone sono state
trovate carbonizzate su una piccola strada di campagna mentre cercavano di allontanarsi
in macchina però le fiamme sono state più rapide, hanno raggiunto gli autoveicoli
e hanno bruciato tutto. Definire la situazione “drammatica” sarebbe minimizzarla:
la Grecia è sotto shock, i politici hanno immediatamente interrotto i loro giri elettorali.
La campagna è cominciata dalla settimana scorsa, le prossime elezioni anticipate saranno
il 16 settembre, ma chiaramente il Paese sta vivendo un momento così drammatico che
la popolazione certo non è interessata assolutamente alle elezioni.
D.-
La Grecia paga un prezzo altissimo eppure quella degli incendi è una piaga che si
ripete praticamente ogni anno. Ci sono delle responsabilità concrete?
D.
Responsabilità concrete ce ne sono senz’altro come ce ne sono in tutti gli altri Paesi
come la Spagna, il Portogallo, l’Italia, per citare quelli più vicini, in cui ogni
anno si ripetono le stesse tragedie. Le responsabilità ci sono anche in quei settori
di autorità che ovviamente non fanno il loro dovere per garantire la sicurezza dei
boschi e per far applicare le leggi, per esempio contro i piromani, che anche in Grecia
esistono e sono anche abbastanza severe, ma alla fine non vengono applicate.
D.
- Gli incendi hanno colpito anche in maniera viva un settore strategico come quello
del turismo. Che ricadute potrà avere questo sull’economia greca?
R.
- Il turismo è la principale fonte di introiti di questo Paese. Gli incendi hanno
colpito più che altro zone interne e agricole dove i turisti vanno, ma sono zone in
cui in genere si passa e non ci si ferma molto. Certo quanto è accaduto non aiuta,
perché quando una persona sente parlare di decine di morti in un Paese dove intende
andare a fare il turista probabilmente cambia destinazione.
Anche
in Italia resta alta l’allerta per gli incendi ma la situazione si sta lentamente
normalizzando. Sono 18 i roghi che stanno impegnando la Protezione civile in Campania,
Basilicata, Puglia e Calabria: in quest’ultima regione si sta fronteggiando un vasto
incendio sulla Sila. Anche la Sicilia continua a bruciare, sono diversi i fronti critici
dal palermitano al messinese; proprio in questa zona sono stati fermati ieri due pastori
considerati responsabili delle fiamme che hanno distrutto l’agriturismo di Patti e
nel quale hanno perso la vita tre persone. Ieri nel piccolo comune è stato decretato
il lutto cittadino. Sentiamo come si sta vivendo questo difficile momento dalle parole
di padre Vincenzo Smriglio, arciprete della Cattedrale di San Bartolomeo a
Patti, intervistato da Paolo Ondarza:
R.
– Le lascio immaginare l’atteggiamento di sbigottimento. Si vede come una zona di
vita sia stata trasformata in una zona di morte; un angolo di paradiso, in una bolgia
infernale. Tutta la comunità di Patti sta vivendo questo dramma che poteva essere
probabilmente evitato. E’ una tragedia che vede coinvolte da una parte persone che
si trovavano nell’agriturismo per vivere un momento di distensione e dall’altra vede
coinvolta una famiglia che piange per la morte della signora che lavorava nell’agriturismo.
Una donna, che ha lavorato sempre nella sua vita, una persona semplice. Nella tragedia
viene fuori anche la dimensione della solidarietà. Questa famiglia è assistita da
parenti, amici, vicini che purtroppo non riescono ancora a spiegarsi il perché di
tutto questo.
D. – Cosa dire a chi provoca queste
tragedie?
R. – A quella mano che ha appiccato il
fuoco, che possa essere avvicinata adesso alla coscienza, che si possa realizzare
una vera e propria confessione della colpa, che possa andare dalle forze dell’ordine
e costituirsi. Sarebbe un gesto che rivaluterebbe l’incoscienza di queste persone.