La Chiesa celebra oggi San Bartolomeo Apostolo, definito da Benedetto XVI un esempio
di viva e profonda adesione a Cristo
La Chiesa festeggia oggi San Bartolomeo Apostolo, tradizionalmente identificato nei
Vangeli con il nome di Natanaele, che significa “Dio ha dato”. Nell’udienza generale
del 4 ottobre scorso, dedicata proprio a San Bartolomeo, Benedetto XVI si è soffermato
sul primo incontro dell'Apostolo con Gesù. Un dialogo, quello descritto nel Vangelo
di Giovanni, che ci mostra come Cristo conosca i nostri cuori e ci chiami ad una relazione
personale, intima e profonda con Lui. Ripercorriamo la catechesi del Papa su San Bartolomeo
nel servizio di Alessandro Gisotti:
(Musica)
“Da
Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”: Bartolomeo risponde con un pregiudizio
a Filippo che gli aveva comunicato di aver trovato in Gesù di Nazaret colui del quale
hanno scritto Mosè e i Profeti. Secondo le attese giudaiche, spiega il Papa, il Messia
“non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era appunto Nazaret”. Ma Filippo
insiste, esorta Bartolomeo-Natanaele: “Vieni e vedi”. Un’esortazione, è il richiamo
del Santo Padre, che invita tutti noi a non accontentarsi delle sole parole nel nostro
rapporto con Gesù:
“La nostra conoscenza di Gesù
ha bisogno soprattutto di un'esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente
importante, poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l'annuncio
che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo essere noi
stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù”. Bartolomeo
incontra dunque Gesù, che mostra di conoscere il suo cuore. Il futuro Apostolo è stupito.
Il Signore gli risponde allora: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando
eri sotto il fico”. Non sappiamo che cosa fosse successo sotto questo fico, ma, sottolinea
il Papa, “è evidente che si tratta di un momento decisivo nella vita” di Bartolomeo: “Da
queste parole di Gesù egli si sente toccato nel cuore, si sente compreso e capisce:
quest'uomo sa tutto di me, Lui sa e conosce la strada della vita, a quest'uomo posso
realmente affidarmi. E così risponde con una confessione di fede limpida e bella,
dicendo: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". Dalle
parole di Bartolomeo, è la riflessione del Pontefice, viene messo in luce un “doppio
complementare aspetto dell’identità di Gesù”:
“Non
dobbiamo mai perdere di vista né l'una né l'altra di queste due componenti, poiché
se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere
etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione
nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica”. Il
Papa rileva che non si hanno notizie precise sulla successiva attività apostolica
di Bartolomeo. Una tradizione, divenuta nel tempo molto popolare, vuole l’Apostolo
martirizzato, ucciso per scuoiamento. Benedetto XVI ricorda la notissima scena del
Giudizio Universale nella Cappella Sistina in cui Michelangelo dipinse San Bartolomeo
che regge con la mano sinistra la propria pelle. Una figura, dunque, quella di Bartolomeo,
di cui si hanno poche notizie, ma che, è la riflessione del Papa, resta un fulgido
esempio di adesione a Cristo:
La figura di san
Bartolomeo, pur nella scarsità delle informazioni che lo riguardano, resta comunque
davanti a noi per dirci che l'adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche
senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario è e resta Gesù stesso, a
cui ciascuno di noi è chiamato a consacrare la propria vita e la propria morte.