La vicinanza del Papa al popolo Rom per il rogo che ha ucciso quattro bambini a Livorno
Cordoglio e vicinanza per la morte dei quattro bambini Rom a Livorno, nel tragico
rogo delle baracche nelle quali vivevano, sono stati espressi ieri da Benedetto XVI
in una telefonata del sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato
all'amministratore diocesano livornese, mons. Paolo Razzauti. La tragedia –
lo ricordiamo – è avvenuta nella notte tra il 10 e l'11 agosto scorsi. Ma ascoltiamo
mons. Razzauti al microfono di Roberta Moretti:
R.
– Il Santo Padre, attraverso il sostituto, ha espresso la sua solidarietà alla città
di Livorno, al popolo Rom e anche alla Chiesa ortodossa rumena a cui fanno riferimento
i Rom livornesi, per il fatto accaduto della morte dei quattro bambini. D’altra parte,
io stesso avevo richiesto una benedizione del Santo Padre, perché la città è stata
scossa da questo fatto e c’è un’ampia discussione in città su quello che potrà avvenire
e fare. E credo che la vicinanza del Papa, il fatto di partecipare direttamente il
suo dolore e la sua sofferenza, siano stati un gesto grandissimo. E stamani, man mano
che la notizia si è sparsa in città, viene apprezzato al massimo. Dimostra ancora
una volta che la Chiesa, anche attraverso i suoi esponenti massimi, è attenta alle
minime cose. E’ attenta ai più piccoli, è attenta ai più poveri. E’ una Chiesa veramente
madre che si china su ogni uomo.
D. – Qual è la situazione
attuale rispetto alla vicenda dei bambini Rom?
R.
– Purtroppo, siamo ancora sotto indagini e quindi non è stato possibile fare ancora
il funerale dei bambini: forse all’inizio della prossima settimana. I genitori sono
ancora carcerati e quindi questo crea uno stato di attesa, soprattutto per capire
la causa di questo incendio e di questa morte. Certamente, però, questo ha smosso
anche la città ad una ricerca di una maggiore attenzione di accoglienza anche verso
queste persone che ormai stanno arrivando nei nostri territori e che debbono essere
considerate “persone” e non soltanto come un “qualcosa”.
D.
– Cosa sta facendo la città di Livorno per questi Rom?
R.
– Sicuramente si stanno aprendo dei tavoli di discussione e di lavoro per capire come
accoglierli in una maniera più dignitosa, come non farli andare sotto i ponti ma far
trovare loro anche dei luoghi dove possano avere quei minimi servizi di cui ogni persona
ha diritto.
D. – Come agisce la Chiesa in favore
del popolo Rom?
R. – Attraverso la Caritas. Ho chiesto
alla Caritas di farsi tramite con le istituzioni perché, attraverso i suoi servizi
che già gestisce con una mensa, con case di accoglienza, sia anche più attenta a queste
persone e solleciti, soprattutto, le istituzioni a cercare le soluzioni adatte. Quindi
ho chiesto alla Caritas di farsi voce profetica per la difesa e la salvaguardia dei
più poveri.