2007-08-23 16:41:39

Iraq: 25 le vittime nell'incursione di miliziani di Al Qaeda in due villaggi vicino Baghdad - Perù: attesa per l'arrivo del cardinale Tarcisio Bertone


Non si ferma la violenza in Iraq dove Al Qaeda torna a colpire la popolazione civile. Ancora vittime anche tra le truppe statunitensi, mentre sul fronte politico Bush continua a ribadire la necessità di rimanere nel Paese del Golfo. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Secondo la polizia irachena c’è la lunga mano di Al Qaeda dietro la cruenta irruzione, realizzata da almeno 200 uomini armati, in due villaggi sunniti, a nord est di Baghdad. Il bilancio dell’attacco è gravissimo: 25 le vittime. Il commando della rete internazionale del terrore, prima di ritirarsi, avrebbe inoltre preso in ostaggio cinque donne e sette bambini. Al momento la polizia è alla ricerca degli assalitori: 22 sospetti finora sono stati fermati. L’esercito americano ha reso noto che ieri a Baghdad, nella zona verde dove si trovano le sedi diplomatiche, è stato portato a termine un doppio attentato contro un check point militare. L’attacco, nella zona nord della città, è costato la vita a 4 soldati iracheni, 15 i feriti, tra questi 11 americani. Infine, sempre nella capitale irachena, stamani un attacco suicida in un mercato ha causato 16 vittime mentre lo scoppio di un ordigno ha provocato la morte di un soldato americano. Questa nuova ondata di violenza arriva nel giorno in cui il presidente americano Bush ha detto che un eventuale ritiro dall'Iraq sarebbe una catastrofe come lo fu per il Vietnam.

- Un video che mostra l’ostaggio tedesco, prigioniero dei talebani in Afghanistan da oltre un mese, è stato trasmesso stamani da una emittente privata afgana. Nel breve filmato di circa 2 minuti, Rudolf Blechschmidt è apparso in cattive condizioni di salute. L’ingegnere tedesco ha inoltre spiegato di essere trattenuto sulle montagne con i talebani, che il governo afgano ha rifiutato qualsiasi contatto con i sequestratori e che la sua vita e quella dei suoi quattro collaboratori locali è in serio pericolo. Pertanto ha lanciato un appello agli esecutivi di Berlino e Kabul per la sua liberazione. In Afghanistan, intanto, si continuano registrare violenze sul terreno: nel sud, un fallito attentato al capo della polizia locale ha provocato tre vittime e 14 feriti tra la popolazione civile. Sempre nel sud, a circa 50 chilometri da Kandahar, ieri due soldati canadesi e il loro interprete afgano erano rimasti uccisi dall'esplosione di una mina al passaggio del loro convoglio.

- Resta alta la tensione nel sud della Striscia di Gaza, dove all’alba di stamani truppe israeliane sono di nuovo penetrate nei territori controllati da Hamas, ingaggiando un violentissimo scontro a fuoco con i miliziani palestinesi. Secondo fonti dello Stato ebraico, i soldati israeliani hanno varcato il confine dopo essere stati attaccati con razzi anti-carro mentre gli integralisti di Hamas hanno a loro volta opposto una strenua resistenza costatagli tre feriti, uno dei quali versa in gravi condizioni.

- Attesa a Lima, in Perù, per l’arrivo fissato alle 17.30 circa, ora locale, del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che nel Paese colpito dal forte sisma del 15 agosto porterà la solidarietà spirituale e materiale del Papa, con un contributo di 200 mila dollari per i soccorsi urgenti. Il porporato si recherà poi nelle località duramente provate dal terremoto che, stando all’ultimo bilancio della Protezione Civile, ha provocato almeno 540 morti. Difficoltà nella distribuzione degli aiuti sono segnalate da Morena Zucchelli, coordinatrice in Perù del COOPI, Cooperazione Internazionale, intervistata da Antonella Palermo: RealAudioMP3


R. - La situazione è abbastanza complicata: abbiamo visto che chi ha il compito di gestire questa emergenza non riesce a organizzarsi nelle zone più decentrate. Ci sono moltissimi aiuti che stanno arrivando, ma c’è molta difficoltà nella distribuzione di questi aiuti.

 
D. - Di che genere di aiuti avete maggiormente bisogno?

R. – Il grande problema che stiamo affrontando sono le tende perché non se ne trovano. Questa è la quarta emergenza che il Paese vive: c’è stata un’inondazione in gennaio-febbraio, un freddo intensissimo ad inizio marzo, poi di nuovo in luglio e agosto è tornato il freddo intenso, infine questo terremoto. Stiamo dotando la popolazione di case di legno che sono case prefabbricate ma cerchiamo anche di gestire le tende che abbiamo a disposizione. Non ce ne sono abbastanza e la protezione civile, che ha mandato un aereo dall’Italia, ne aveva solamente trenta.

 
D. - Quanti gradi ci sono?

 
R. - Nella zona siamo sugli 8, 9 gradi, è molto umida e quest’anno è particolarmente fredda. La notte è il momento più difficile perché gli sfollati dormono fuori e si coprono con le tende. C’è paura perché soprattutto nelle zone rurali manca la luce: stiamo dando per questo candele e poi c’è il timore di un nuovo terremoto. Ci sono scosse in continuazione e manca l’assestamento della placca di Nazca.

 
D. - Quindi, è possibile che siano anche scosse di una intensità maggiore di quelle di assestamento che state vivendo in questi giorni?

 
R. - Sì questa è la grande paura: tutto è successo una settimana fa e se si vede sui siti web dell’Istituto geofisico del Perù, si continuano ancora a registrare scosse, alcune anche molto forti.

- Nessuna speranza per i 181 operai cinesi intrappolati, dal 17 agosto scorso, in due miniere dello Shandong, inondate a seguito delle forti piogge torrenziali. I minatori erano rimasti bloccati dopo che le acque del fiume Wen avevano rotto gli argini, arrivando nelle gallerie. Nei giorni scorsi, i familiari dei lavoratori hanno protestato anche in modo violento contro i responsabili delle miniere, che avrebbero sottovalutato i pericoli di inondazione della zona.

- Ancora emergenza incendi in Italia. Da stamattina sono 26 i roghi segnalati sul versante tirrenico delle regioni del centro-sud, particolarmente colpita la Sicilia dove ieri tre persone hanno perso la vita nel messinese. Venti gli ustionati, alcuni sono in condizioni preoccupanti. Nella zona è atteso il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che dovrà coordinare gli interventi. Il governo, per far fronte all’emergenza, ha deciso di inviare l’esercito e la marina, un ulteriore impiego di uomini e mezzi per le operazioni di spegnimento dei fuochi. Intanto, per l’incendio che ha causato le tre vittime, alcuni testimoni hanno riferito di aver visto delle persone che appiccavano volontariamente i roghi. Al microfono di Massimiliano Menichetti, il procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte non ha escluso il coinvolgimento della mafia negli incendi. Sentiamo l’intervista:RealAudioMP3
 
R. – E’ una situazione di emergenza. Sembra accertata l’origine dolosa che va ricollegata sicuramente – a parte qualche ipotizzabile gesto di un piromane squilibrato – ad una prassi speculativa. E qui, qualsiasi interesse, può essere collegato con l’organizzazione mafiosa.

 
D. – La vecchia mafia bruciava per poter poi coltivare; adesso parliamo di una mafia che brucerebbe per costruire?

 
R. – Sì! Perché c’è una legge dello Stato che prevede la inedificabilità dei terreni su cui si sono verificati degli incendi. Soltanto il 5% dei comuni italiani ha creato una mappa delle zone incendiate, il che, nella pratica, vanifica la “ratio” e lo scopo della legge.

D. – A fuoco anche Puglia e Calabria; il ministro della difesa Parisi ha risposto l’impiego delle forze armate per spegnere gli incendi. Stesso problema anche in queste regioni?

 
R. –Il problema può essere in parte analogo, sicuramente è stato registrato in Calabria, ma non escludo che si possa verificare anche in Sicilia o in Puglia. C’è da segnalare il fatto che alcuni incendi sono determinati da motivi addirittura clientelari, nel senso che ci sono delle assunzioni di personale destinato al rimboschimento da parte delle Regioni. Se non ci fossero zone da rimboschire non ci sarebbero nemmeno le assunzioni e allora, in questo caso, si creano con gli incendi.

- Cala l’intensità dell’ uragano Dean, tanto da essere declassato al rango di tempesta tropicale dai meteorologi. Il ciclone comunque continua a spostarsi nel Golfo di Campeche, raggiungendo di nuovo le coste del Messico, dove secondo gli esperti è destinato ad esaurire definitivamente la sua forza. Intanto, si iniziano a stimare i danni e si aggiorna il bilancio delle vittime che, stando ai dati diffusi dalle autorità dei Paesi caraibici e del Messico, sono salite a 19.

- Ieri sera, in Texas è stata eseguita la 400esima esecuzione capitale da quando, nel 1982, lo Stato americano ha reintrodotto la pena di morte. A nulla sono valsi gli appelli della comunità internazionale e dell’opinione pubblica interna che chiedevano una moratoria. La sentenza è stata eseguita alle 18.20 ora locale, nel penitenziario di Huntsville: Johnny Ray Conner ha ricevuto un’iniezione letale per l'omicidio di una commessa di negozio durante una rapina. In Texas sono in programma altre tre esecuzioni entro agosto e ulteriori dieci per la fine dell'anno. Lo Stato detiene il macabro primato delle condanne a morte tra gli Stati americani che prevedono la pena capitale.

- Esecuzioni anche in Giappone. Tre condannati a morte sono stati impiccati stamani. Sale a sei il numero delle pene eseguite quest'anno. L’attività dei “bracci della morte” nipponici, che al momento contano 103 detenuti, è quindi ripresa a pieno ritmo dopo una moratoria informale nelle esecuzioni, durata quasi due anni. Con il governo di Shinzo Abe le esecuzioni sono ricominciate dal 25 dicembre scorso con l'impiccagione di quattro condannati. La pena di morte in Giappone presenta aspetti ancora più crudeli poiché la decisione definitiva di procedere con l'esecuzione viene comunicata al condannato all'ultimo momento mentre congiunti e avvocati difensori vengono avvertiti perfino solo dopo l'impiccagione.

- Gli esperti veterinari dell'Unione Europea hanno deciso la ripresa, da sabato, delle esportazioni di animali vivi, di carne e prodotti caseari dalla Gran Bretagna, dopo il bando imposto all'inizio del mese in seguito agli episodi di afta epizootica. Unica eccezione per i capi e gli alimenti provenienti dalla zona di interdizione di 10 chilometri imposta nel Surrey, dove erano stati scoperti tre focolai della malattia. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Benedetta Capelli)

 
 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 235

 

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