I vescovi italiani invitano i giovani, "talento della Chiesa", all'incontro con il
Papa a Loreto
I giovani, “talento della Chiesa”: così, i vescovi italiani, che in una nota diffusa
ieri hanno invitato i ragazzi a prendere parte numerosi all’incontro con Benedetto
XVI a Loreto, in programma l’1 e 2 settembre prossimi. Al momento, è prevista la partecipazione
di circa 300 mila giovani provenienti da tutta Italia e alcune delegazioni dell’Europa
e del Mediterraneo. Paolo Ondarza ha intervistato don Paolo Giulietti,
responsabile nazionale del servizio pastorale giovanile della CEI:
R. -
L’appuntamento di Loreto non è solamente un’occasione festante, ma fa parte di un
percorso di tre anni, dedicato ai giovani, che i vescovi italiani hanno promosso proprio
come attuazione di quella priorità pastorale che avevano stabilito di dedicare ai
giovani. Quindi, l’invito a partecipare è anche l’invito a vivere un momento che ha
un grande senso dentro un percorso e quindi a dare valore a questo percorso.
D.
- I vescovi definiscono i giovani un talento, utilizzando un’espressione evangelica.
In che senso i giovani sono un talento per la Chiesa?
R.
- Il talento nel Vangelo è un’unità di misura di metalli preziosi, quindi vuol dire
che i giovani sono un’oggettiva ricchezza. Però il talento deve essere trafficato
perché se non è trafficato il padrone poi quando torna dice: servo malvagio e infingardo
perché hai nascosto il mio talento sotto terra? Quando la Chiesa dice che i giovani
sono un talento dice: sono un’oggettiva ricchezza, però dobbiamo lavorarci, dobbiamo
aiutarli a far crescere e fruttare quello che è la loro potenzialità.
D.
- Don Paolo Giulietti, per chiudere, un augurio in vista di questo grande appuntamento
di Loreto…
R. - Un auspicio d’obbligo è che non piova!
Un auspicio invece più serio è che tutti quelli che vengono a Loreto tornino a casa
con la voglia di testimoniare quello che hanno vissuto e di vivere un secondo anno
dell’Agorà dei giovani italiani davvero impegnato.