San Gregorio Nazianzeno ci insegna che l’amore di Cristo vince sempre le nostre
debolezze: così, il Papa all’udienza generale. Nuovo appello in favore dei terremotati
del Perù
San Gregorio Nazianzeno ci insegna che l’amore di Dio ha sempre il sopravvento sulle
nostre debolezze: è la riflessione offerta, stamani, da Benedetto XVI ai fedeli, raccolti
in Aula Paolo VI per l’udienza generale. Il Papa si è soffermato sugli insegnamenti
del grande teologo, che dedicò tutta la sua vita a far risplendere la luce della Verità.
Dopo la catechesi, il Pontefice ha rivolto un nuovo appello in favore delle popolazioni
peruviane colpite dal terremoto. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un uomo
“mite”, che nella sua vita “cercò sempre di fare opera di pace nella Chiesa del suo
tempo, lacerata da discordie e da eresie”: Benedetto XVI traccia così il profilo di
San Gregorio di Nazianzio mettendo l’accento sul suo profondo amore per Cristo:
“Con
audacia evangelica si sforzò di superare la propria timidezza per proclamare la verità
della fede. Sentiva profondamente l’anelito di avvicinarsi a Dio, di unirsi a Lui”. Gregorio,
ha detto ancora, “ha sentito il bisogno di avvicinarsi a Dio per superare la stanchezza
della carne”. La sua vita diventa, così, modello per tutti i cristiani:
“Ha
sperimentato lo slancio dell’anima, la vivacità di uno spirito sensibile e l’instabilità
della felicità effimera. Per lui, nel dramma di una vita su cui pesava la coscienza
della propria debolezza e della propria miseria, l’esperienza dell’amore di Dio ha
sempre avuto il sopravvento”. Benedetto XVI si è, quindi,
soffermato sugli insegnamenti del grande teologo del IV secolo. Gregorio, ha sottolineato,
fece “risplendere la luce della Trinità”, difendendo la fede proclamata nel Concilio
di Nicea: un solo Dio in tre Persone uguali e distinte. E contrastò con vigore le
eresie di Apollinare, il quale sosteneva che Gesù Cristo non aveva assunto un’anima
razionale:
“Gregorio ha messo in grande rilievo
la piena umanità di Cristo: per redimere l’uomo nella sua totalità di corpo, anima
e spirito, Cristo assunse tutte le componenti della natura umana, altrimenti l’uomo
non sarebbe stato salvato”. Proprio
diventando uomo, è l’insegnamento del Nazianzeno, Cristo ci ha dato la possibilità
di diventare a nostra volta come Lui. Di qui l’esortazione ad “essere come Cristo,
poiché anche Cristo è divenuto come noi”. Ancora, San Gregorio afferma che Maria è
vera Madre Dio e “in vista della sua altissima missione è stata pre-purificata”. Riferendosi
poi ai malati e alle persone in difficoltà, Gregorio sottolinea che l’uomo deve imitare
la bontà e l’amore di Dio:
“Ci ricorda che, come
persone umane, dobbiamo essere solidali gli uni verso gli altri. Scrive: 'Noi siamo
tutti una sola cosa nel Signore, ricchi e poveri, schiavi e liberi, sani e malati;
e unico è il capo da cui tutto deriva: Gesù Cristo'”. Accanto
alla carità, San Gregorio ci insegna “l’importanza e la necessità della preghiera”,
giacché la “preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete”:
“Nella
preghiera noi dobbiamo rivolgere il nostro cuore a Dio, per consegnarci a Lui come
offerta da purificare e trasformare. Nella preghiera noi vediamo tutto alla luce di
Cristo, lasciamo cadere le nostre maschere e ci immergiamo nella verità e nell’ascolto
di Dio, alimentando il fuoco dell’amore”. Al
momento dei saluti ai pellegrini, parlando in lingua spagnola, il Santo Padre ha rivolto
un pensiero particolare al Perù, devastato dal terremoto:
Una vez mmas
deseo recordar…“Una volta ancora – ha detto – desidero ricordare con grande
affetto e vicinanza spirituale l’amato popolo peruviano tanto provato in questi giorni,
chiedendo gesti di solidarietà cristiana, come insegna Gregorio Nazianzeno”. Ha poi
salutato, in polacco, i Padri risurrezionisti che si prendono cura del Santuario mariano
della Mentorella. Un luogo, ha detto, caro a lui e al suo predecessore Giovanni Paolo
II. Particolarmente festoso il momento dei saluti ai pellegrini italiani. Il Papa
ha rivolto un pensiero speciale alle “Suore Zelatrici del Sacro Cuore”, ai partecipanti
alla “Festa del Pellegrino” e alle “Famiglie e ai laici animatori vocazionali Rogazionisti”.