Meeting di Rimini. Intervista a Carlo Casini sulla svolta abortista di Amnesty International
Prosegue a Rimini il Meeting per l'Amicizia dei Popoli, promosso da Comunione e Liberazione
quest'anno sul tema della verità. All'evento partecipa ancjhe il presidente del Movimento
per la Vita in Italia, Carlo Casini, che, al microfono di Luca Collodi,
si è soffermato sulla decisione di Amnesty International di inserire tra i diritti
umani l'aborto in caso di stupro: R.
– Noi siamo già scandalizzati da anni per il fatto che Amnesty non abbia speso una
sola parola per parlare del diritto alla vita dei bambini non ancora nati. In tutti
questi anni mai niente ed è grave per un’organizzazione la quale dichiara di voler
difendere i diritti dell’uomo in ogni fase e in tutto il mondo. A questo oggi si aggiunge
la rottura del silenzio, cioè che si pretende di considerare il diritto della donna
quello di sopprimere un figlio, anche se concepito in condizioni tragiche, come quelle
dello stupro. Allora, noi pensiamo che si tratti soltanto di una breccia, in vista
di qualcosa di più grande, che è intollerabile. Noi non vogliamo che la prigione sia
la risposta a queste situazioni drammatiche per la donna, ma questo non significa
che si possa tacere sul diritto alla vita, che si possa tacere sul diritto di uguaglianza
di tutti gli uomini, sia già nati, sia non ancora nati. Noi faremo dei passi affinché
Amnesty riveda questo suo atteggiamento. Se non ci saranno ripensamenti, credo che
quanti credono davvero nel principio di eguaglianza dei diritti umani, debbano assumere
una responsabilità sostitutiva di quella di Amnesty.
D.
– Questa posizione di Amnesty richiama anche altre posizioni di organismi internazionali,
Unione Europea compresa, su un’estensione generica dei diritti dell’uomo, senza approfondimento.
C’è questo rischio?
R. – L’Unione Europea tace sul
diritto fondamentale alla vita, anzi, assume iniziative che sono contro i diritti
dell’uomo, quando critica ad esempio Irlanda e Polonia, perchè non consentono in modo
ampio l’aborto oppure quando afferma il diritto delle persone dello stesso sesso di
sposarsi e quindi nega significato al matrimonio. C’è una contraddizione di fondo
che – uso le parole di Giovanni Paolo II – rischia di determinare la sconfitta dell’Europa.
Sotto questo profilo la situazione è molto grave, ma non dobbiamo arrenderci. La sfida
è grande, dobbiamo accettarla.
D. – Il Parlamento
italiano è impegnato nella discussione del testamento biologico. La domanda è questa:
c’è proprio bisogno di una legge sul testamento biologico in Italia?
R.
– Sicuramente no. A parte il fatto che se una persona oggi vuole scrivere su un pezzo
di carta che cosa debba accadere nel caso che una malattia gli tolga la capacità di
intendere e di volere, e a parte il fatto che il medico già ora debba tenerne conto
– non essere obbligato ad eseguire quelle volontà, ma valutarle e questo già ora si
può fare – il testamento biologico, così come lo si chiede oggi nel dibattito parlamentare,
è altro. E anche qui, la prima breccia per introdurre l’eutanasia. Non ci dobbiamo
ingannare. Perchè quando si dice che il paziente può decidere se vivere o morire,
è il principio che introduce l’eutanasia.