“Le mie labbra diranno la tua lode”: prende spunto da questo versetto del Salmo 62
la Settimana Biblica per la vita consacrata organizzata dall’Associazione biblica
italiana e dall’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia. L’evento ha preso il via
ieri a Roma presso l’Istituto delle Monache Camaldolesi. In sei giorni gli ottanta
partecipanti approfondiranno la lettura orante del Libro dei Salmi. Ma con che obiettivo
è stato scelto questo tema? Lo spiega, al microfono di Silvia Gusmano, il referente
dell’iniziativa don Gianluigi Corti: R.
– Quello di dare una metodologia di lettura dei Salmi ai partecipanti: il Salterio
è di gran lunga il testo più frequentato della Sacra Scrittura, allora, lo scopo è
proprio quello di essere un po’ più capaci di usare questi testi e di farne veramente
un veicolo di preghiera.
D. – Il Salmo 62, da cui
appunto è preso il titolo dell’iniziativa, è un inno alla preghiera. Che posto ha
oggi la preghiera nella vita del cristiano e nella società in cui viviamo?
R.
– Purtroppo, si ha l’impressione che sia latitante, anche se i Salmi stessi ci dicono
che ci sono molte preghiere nascoste nel cuore degli uomini, quindi ci vogliono delle
trivelle per raggiungere il fondo di questo pozzo e far scaturire l’acqua. La preghiera
ufficiale della Chiesa, come la preghiera del Salterio e soprattutto la testimonianza
di preghiera che possono dare le persone consacrate, può aiutare i molti oranti latitanti
a diventare delle buone persone di preghiera. Fondamentale per tirare fuori dalle
profondità dell’uomo queste preghiere nascoste, penso che sia soprattutto la preghiera
di Gesù. Anche lui ha pregato con i Salmi e quindi Gesù come orante potrebbe veramente
aiutare l’umanità di oggi a pregare meglio con le labbra ricoperte di questa fresca
rugiada che è appunto il dialogo con Dio.
D. – Anche
da parte del Papa giunge il costante invito ad affidarsi alla preghiera per superare
il relativismo nella fede e vivere in comunione con il prossimo…
R.
– Sì. Nell’orientamento suggerito dal Santo Padre la preghiera può essere veramente
un’antitesi meravigliosa al relativismo: il Salmo 1 ci insegna come la via degli empi
sia quella della ideologia di moda, da contrastare invece con l’obbedienza alla legge
del Signore; e dell’altra parte, per quanto riguarda il rapporto con il prossimo,
il Salterio proclama molto bene: “Beato l’uomo che ha cura del debole”, in sintonia
con le preoccupazioni pastorali del Santo Padre.