2007-08-21 14:28:40

Una fatwa in Egitto condanna a morte una giovane coppia che ha deciso di convertirsi al cristianesimo


Ha destato scalpore in Italia e in Occidente la notizia di una fatwa, una sentenza religiosa, che condanna a morte in Egitto un giovane di 25 anni, Mohamed Hegazy, convertitosi al cristianesimo. La fatwa nei suoi confronti e nei confronti della moglie, anch’essa convertitasi al cristianesimo, è stata lanciata dal rettore della facoltà di studi islamici dell’Università Al Azhar del Cairo. Hegazy, attivista politico, aveva abbandonato l’Islam all’età di 16 anni e ora ha chiesto che sulla sua carta d’identità venga registrato il cambiamento di religione. Oggi, costantemente minacciato è costretto a vivere in clandestinità. A Camille Eid, giornalista e coautore di un libro sulla situazione dei musulmani convertitisi al cristianesimo, Stefano Leszczynski ha chiesto se casi come quello avvenuto in Egitto siano frequenti:RealAudioMP3


R. - Ogni settimana ci sono notizie del genere che recupero dalla stampa araba o islamica in generale. La stampa algerina, per esempio, ha insistito negli ultimi mesi sulla conversione al cristianesimo di migliaia di algerini, soprattutto nella zona abitata dai berberi della Cabilia. Casi simili sono noti in Turchia, in Tunisia, oltre a Paesi del Medio Oriente, per cui non è affatto un caso isolato quello di Hegazy.

 
D. - In questo caso, in Egitto, la fatwa è stata lanciata dal rettore della facoltà di ricerche islamiche dell’Università Al Azhar del Cairo, che però sottolinea anche che se Hegazy non avesse reso noto il suo cambiamento di religione non sarebbe stato passibile di pena di morte…

 
R. - Il punto è che questa istituzione di Al Azhar è insieme pubblica e religiosa in Egitto, nel senso che questo dipartimento di studi religiosi ha un’autorità effettiva, non è una fatwa lanciata da un gruppo islamico qualsiasi, i suoi decreti religiosi sono molto ascoltati.

 
D. - Qual è la situazione in Egitto, i cristiani sono effettivamente liberi?

 
R. - Allora, sono liberi di praticare il culto, di andare in chiesa, di celebrare i matrimoni, i funerali, però hanno varie difficoltà nella costruzione, nell’edificazione di nuovi luoghi di culto, nel restauro delle loro chiese. D’altra parte i copti subiscono una discriminazione nell’assegnazione delle cariche istituzionali.

 
D. - Nel caso di Hegazy come mai i copti non hanno preso posizione pubblicamente?

 
R. - Io personalmente ho avuto modo qualche tempo fa di chiedere a uno dei capi della Chiesa copta come mai non accolgono richieste di battesimo da parte di musulmani desiderosi di abbracciare la fede cristiana e mi diceva che temono ci sia il tranello dei servizi segreti per metterli alla prova e vedere se loro accoglievano o meno queste richieste.







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