Prosegue la visita in Siria del premier iracheno, Al Maliki - Medio Oriente: attacco
israeliano nella Striscia di Gaza. Tre vittime palestinesi
Attesa negli Stati Uniti per l’apertura del processo nei confronti dell’unico ufficiale
americano, imputato per le torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib. A Baghdad,
invece, ha preso il via la prima udienza contro i 15 gerarchi del deposto regime di
Saddam, accusati di crimini contro l’umanità per la repressione della rivolta sciita
nel 1991. Tra gli imputati, anche "Alì il chimico" già condannato alla pena di morte
nel processo per la strage dei curdi alla fine degli anni ottanta nell’ambito dell’operazione
“Anfal”. Sul terreno, tre marine sono rimasti uccisi per l’esplosione di un ordigno
al passaggio del loro convoglio, in una località a sud di Baghdad. Sempre nella capitale
irachena, due persone sono morte e altre 14 sono rimaste ferite per una deflagrazione
che ha distrutto un minibus. Intanto, sul piano diplomatico prosegue la visita del
premier Al Maliki, in Siria. Stamani, l’incontro con il presidente siriano, Bashar
Al Assad. Una visita ritenuta importante da Baghdad, nonostante la forte opposizione
statunitense, che accusa Damasco di soffiare sul vento dell’insurrezione irachena.
Eugenio Bonanata ne ha parlato con il prof.Alessandro Colombo,
docente di relazioni internazionali alla Statale di Milano:
R. –
Questi agenti insistono su una politica di esclusione degli attori che ritengono pericolosi.
Quindi, la Siria e l’Iran, su un versante, ed Hezbollah e Hamas, sull’altro. Una serie
di altri protagonisti, nel caso specifico il governo iracheno, ritengono al contrario
che questi soggetti debbano essere a tutti i costi coinvolti perchè si giunga a qualche
forma di stabilizzazione. Non credo che questo conflitto possa essere risolto presto,
perchè quasi tutti gli attori della regione concordano sulla posizione irachena, cioè
sulla necessità di coinvolgere in qualche modo anche Damasco e Teheran.
D.
– Un coinvolgimento che può essere importante sia per la questione dei profughi, ma
anche per ragioni economiche …
R. – Sì, può essere
importante sotto tanti profili. Innanzitutto, c’è questa questione che non viene sottolineata
a sufficienza e cioè il numero esorbitante di profughi che dall’Iraq si spostano nei
Paesi limitrofi. E poi, sotto il profilo politico-strategico, perchè Siria e Iran
- vista l’apertura di Baghdad su tutti e due i fronti - forse possono contribuire
anche a chiudere i cordoni della borsa di certi gruppi di insurrezione, o comunque
possono aumentare il grado di legittimazione del governo iracheno, che oggi è bassissimo.
Insomma, la politica degli Stati Uniti in Iraq si rivela fallimentare e, a questo
punto, Washington deve probabilmente cedere su certe posizioni perché la loro politica
di esclusione, che viene perseguita da tre o quattro anni, non ha funzionato.
-
Tensione in Medio Oriente: l’aviazione israeliana ha sferrato un attacco nel sud della
Striscia di Gaza provocando, secondo fonti mediche, tre vittime palestinesi. Secondo
una prima ricostruzione, un razzo ha colpito un mezzo guidato da esponenti di Hamas
in un villaggio vicino alla città di Khan Yunis. A pochi mesi dalla sua elezione,
il presidente israeliano Shimon Peres ha avviato una serie di incontri con esponenti
dell’Autorità Nazionale Palestinese. In forma riservata, ha visto, con l'assenso del
primo ministro Ehud Olmert, il premier palestinese Salam Fayad ed è in programma un
prossimo colloquio con il presidente Abu Mazen.
- Saranno presto evacuati
i circa 100 familiari dei membri del gruppo integralista Fatah al-Islam, impegnato
dal 20 maggio scorso in scontri con l'esercito libanese nel campo profughi di Nahar
El Bared, nel nord del Libano. A riferirlo il portavoce del Consiglio degli ulema,
da settimane impegnato nelle mediazioni tra autorità di Beirut ed i vertici del gruppo
ispirato ad Al-Qaeda. Intanto, nell’area, continuano gli scontri e ieri un soldato
libanese è morto. Con questo ultimo decesso, sale a 141 il numero dei militari uccisi
dall’inizio dei combattimenti. Ancora sconosciuta, invece, la stima delle vittime
tra i miliziani.
- Non sono gravi le condizioni di tre militari italiani rimasti
feriti nell’atterraggio d’emergenza del loro elicottero, avvenuto a 12 km da Kabul,
in Afghanistan. Per motivi tecnici ancora da chiarire, il velivolo è stato costretto
a scendere di quota e al momento dell’impatto con il suolo si è rovesciato su un fianco.
I tre feriti sono ricoverati presso l'ospedale francese del Regional Capital Command
a Kabul, gli altri quattro passeggeri sono sottoposti ad accertamenti ma le loro condizioni
di salute sono buone.
- Continua a crescere il bilancio delle vittime del
tifone Sepat che, nei giorni scorsi, ha colpito le coste sud-orientali della Cina.
Si contano 29 i morti e 14 dispersi. Particolarmente devastata la provincia del Jiangxi,
i danni ammontano a 134 milioni di yuan. Il tifone, il nono dall’inizio dell’anno
ed il più forte d’intensità, si sta ora spostando verso nord-ovest.
- Circa
2000 soldati sudanesi hanno attaccato il campo profughi di Kalma, in Darfur, nel tentativo
di stanare ribelli responsabili di alcuni attentati alla polizia. Lo rendono noto
fonti militari. Ieri, a Khartoum, è stato sventato un piano di attacchi contro diverse
sedi diplomatiche occidentali. Due persone sono state arrestate, mentre proseguono
le ricerche per catturare il resto di quella che il governo del Paese africano ha
definito una “cellula estremista”.
- Bisognerà attendere ancora per conoscere
il nuovo presidente della Sierra Leone. Nelle elezioni dello scorso 11 agosto, infatti,
nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta. A contendersi la carica
saranno Ernest Koroma che ha ottenuto il 44% dei voti ed il vice-presidente uscente
Solomon Berewa che ha raggiunto il 38% delle preferenze. La Commissione elettorale,
nello spoglio dei voti per le elezioni legislative svoltesi in concomitanza con quelle
presidenziali, ha reso noto l’assegnazione di solo 35 seggi di cui 21 andati al Partito
del popolo della Sierra Leone, la formazione politica di Berewa.
- Un appello
per lo svolgimento di elezioni libere e trasparenti è arrivato ieri dal re del Marocco,
Mohamed VI. In un messaggio televisivo, giunto alla vigilia dell’apertura della campagna
elettorale, il sovrano ha definito le consultazioni del prossimo 7 settembre come
“un salto qualitativo nella dinamica democratica del Paese”. Le elezioni per il rinnovo
della camera bassa del Parlamento sono le seconde dall’ascesa al trono di Mohamed
VI, avvenuta nel 1999. Per gli analisti, è favorito nella corsa il Partito della
Giustizia e lo Sviluppo, formazione di ispirazione islamica.
- A distanza
di un anno, torneranno ad incontrarsi il leader greco-cipriota Tassos Papadopoulos
e quello turco-cipriota Mehmet Ali Talat. Sul tavolo di discussione la questione della
riunificazione di Cipro, che è al momento in una fase di stallo. Fonti delle Nazioni
Unite hanno reso noto che il colloquio tra i due avverrà il 5 settembre presso la
residenza ufficiale dell'inviato speciale dell’ONU sull'isola.
-Il presidente
venezuelano, Hugo Chavez, ieri sera, ha chiesto al suo omologo colombiano Alvaro Uribe
e al leader storico delle Forze Armate Rivoluzionare della Colombia (FARC) la liberazione
dei 45 ostaggi tenuti prigionieri dai guerriglieri. Il rilascio di 500 guerriglieri
e la smilitarizzazione di due municipi nel sud del Paese sono le condizioni poste
delle FARC per il rilascio dei prigionieri. Nel pomeriggio di ieri, un gruppo di familiari
era arrivato a Caracas per incontrare il presidente venezuelano e cercare una soluzione.
Della delegazione faceva parte anche la madre della ex candidata presidenziale, Ingrid
Betancourt, prigioniera da oltre 2000 giorni.
- Castrazione chimica per i
pedofili in ospedali specializzati e nessuno sconto di pena: è il piano proposto dal
presidente francese, Nicolas Sarkozy, per combattere i crimini sessuali nel Paese.
L’ultimo caso è avvenuto la scorsa settimana a Roubaix, dove si è consumato il rapimento
e la violenza ai danni di un bambino di 5 anni da parte di un pedofilo uscito di prigione
appena un mese fa. L’uomo era stato condannato nel 1989 per aggressioni sessuali nei
confronti di minori. Intanto, ieri il presidente francese ha prima incontrato il padre
del bambino e poi ha riunito i ministri di Giustizia, di Sanità e dell’Interno. Tra
i temi in discussione: le nuove misure di lotta contro la pedofilia in particolare
l’apertura di ospedali nei quali effettuare la castrazione chimica. Il primo nosocomio
dovrebbe nascere a Lione entro il 2009.
- Nuovi risvolti nell’inchiesta australiana
sui falliti attentati in Gran Bretagna del giugno scorso. Il medico indiano Mohammed
Haneef, incriminato per terrorismo e poi scagionato, ha vinto l’appello presso la
Corte federale australiana per riavere il visto lavorativo che gli era stato tolto.
Il ministro dell’Immigrazione ha, però, già preannunciato che farà ricorso. Haneef
era stato arrestato il 2 luglio scorso all'aeroporto di Brisbane, mentre stava per
partire per l'India. Gli inquirenti lo avevano bloccato, perchè la sua scheda telefonica
era stata trovata tra le cose sequestrate ad un cugino. L'uomo era alla guida dell’auto
che si è schiantata allo scalo di Glasgow. (Panoramica internazionale a cura
di Benedetta Capelli e Beatrice Bossi)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LI No. 233 E'
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