L'aiuto del Papa per le popolazioni peruviane colpite dal terremoto
In Perù, dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese il 15 agosto scorso,
si teme l’esplosione di epidemie. I soccorritori lottano contro il tempo per cercare
persone ancora in vita. Finora sono circa 540 i morti accertati. Migliaia gli sfollati
che hanno bisogno di aiuti immediati. Il Papa, ieri all’Angelus, ha assicurato la
solidarietà spirituale e materiale della Chiesa al popolo peruviano. E per i soccorsi
urgenti ha inviato, tramite il Pontificio Consiglio “COR UNUM”, un contributo di 200
mila dollari. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, partirà alla volta
del Perù la prossima settimana, per un viaggio da tempo programmato, per portare
l’espressione della vicinanza spirituale del Papa alle popolazioni terremotate. Ma
sulla situazione in Perù ascoltiamo la testimonianza di don Guillermo Colautti,
rettore del Seminario “Redemptoris Mater” a La Punta di Callao. L'intervista è di
Paolo Ondarza:
R. –
Rimane l’apprensione per la situazione che stanno vivendo le popolazioni di queste
città: oltre alle vittime del terremoto, vi sono poi tutte quelle che sono le conseguenze
della mancata organizzazione per intervenire con immediatezza. Si è scoperta un grandissimo
vuoto nell’organizzazione. L’esercito ha ripristinato le strade e sta garantendo anche
la sicurezza, perché un altro degli aspetti purtroppo negativi è che in queste situazioni
ci sono sempre delle persone poco scrupolose che se ne approfittano. I primi aiuti
umanitari sono in arrivo proprio in questi momenti ...
D.
– Tra l’altro, ci giungono notizie della disperazione della gente che prende d’assalto
i camion che portano aiuti: evidentemente, la fame ed anche la sete incominciano a
farsi sentire ...
R. – Sì. Ma sembra che presto la
situazione possa normalizzarsi e che le forze dell’ordine riescano a tenere sotto
controllo la situazione e gestire un pochino questa distribuzione e tutti gli aiuti
che stanno arrivando.
D. – Chi sono le persone colpite?
Una popolazione già povera che giace adesso in condizioni di ulteriore prova...
R.
– Nella città di Pisco, 50 mila abitanti circa ... sì, effettivamente la gente viveva
in condizioni di povertà, soprattutto le case erano costruite con quello che qua chiamano
“la tinta”, cioè praticamente fango e canne, per cui l’80 per cento delle case sono
andate distrutte ...
D. – Le scosse stanno continuando
a susseguirsi ...
R. – Quelle che si percepiscono
come più forti, capitano almeno un paio di volte al giorno, rinnovano un po’ la paura
e mettono apprensione nelle popolazioni, anche se veniamo rassicurati che non ci saranno
scosse forti come quella che è avvenuta ...
D. –
E ha potuto constatare manifestazioni di solidarietà tra la gente?
R.
– Sì, sì: davvero tantissime. Speriamo che questa volta si possa vedere una continuità
negli aiuti, quindi non soltanto per quella che è l’immediatezza dei bisogni di queste
persone, ma in ordine anche ad un contributo che possa aiutare anche un po’ tutto
il Paese ad essere pronto in futuro ed in condizioni di affrontare situazioni come
questa.
D. – C’è un appello o una preghiera particolare
che vuole condividere con noi?
R. – Continuare ad
essere vicini a questa gente nella misura del possibile, attraverso questi aiuti,
perché i familiari delle vittime possano non perdere la speranza e vivere nella fede
sapendo che il Cielo è aperto e che anche dal frutto di tutta questa esperienza, Dio
ne saprà trarre cose buone. E sulle parole del Papa all’Angelus,
ascoltiamo l’ambasciatore del Perù presso la Santa Sede, Alfonso Rivero, al
microfono di Alberto Goroni:
R.
– El mensaje de Su Santidad… Il messaggio del Papa ha commosso profondamente
l’animo religioso del popolo peruviano. Abbiamo sentito nelle parole del Santo Padre
la comprensione per la tragedia che vive il Paese. Il Papa ci accompagna in tutti
i momenti con le sue preghiere. Per noi è motivo di conforto in questo tragico momento.
E’ anche molto importante l’annuncio che il viaggio già programmato dal segretario
di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, porterà ai peruviani la testimonianza dei
sentimenti del Santo Padre ed anche un aiuto concreto della Santa Sede. Bisogna ricordare
che molte vittime del terremoto si trovavano nelle chiese per festeggiare la Solennità
dell’Assunta. Molte chiese sono crollate. Adesso possiamo pensare anche ad un aiuto
che ci porti a ricostruire le nostre chiese. E’ commovente sapere che in mezzo alle
macerie delle chiese si è sempre trovata intatta l’immagine del Signore crocifisso.
Questo c’impressiona molto e richiama i più intimi sentimenti del nostro cuore.