Arresi i dirottatori del volo Cipro-Istanbul: salvi i passeggeri. Forse Al Qaeda dietro
il dirottamento - In Thailandia, vigilia del referendum sulla Costituzione tra i timori
e le speranze della società civile
Ha avuto un lieto fine il dirottamento di un aereo di una compagnia turca, con a bordo
142 persone, da parte di due uomini. In un aereoporo turco si sono arresi infatti
i due dirottatori che avevano detto, secondo quanto riferito da una passeggera, di
far parte di Al Qaeda. Il nostro servizio:
Sono
tutti liberi i passeggeri e i membri dell'equipaggio che erano stati presi in ostaggio
da due dirottatori. Il Ministero dell’interno di Ankara ha riferito che i due sono
di nazionalità turca e siriana. Durante l’atterraggio per il rifornimento all’aeroporto
di Antalya nel sud della Turchia, erano riusciti a fuggire i piloti e la maggioranza
dei passeggeri: in molti hanno abbandonato l’aereo mentre i dirottatori
erano impegnati, vicino all’uscita anteriore, a far scendere - come precedentemente
concordato - donne e bambini. I due sequestratori non sono riusciti ad introdursi
nella cabina di comando. A bordo, per alcune ore, sono rimaste in ostaggio 6 persone,
successivamente rilasciate. Poi, dopo aver liberato gli ultimi ostaggi, si sono arresi
e sono scesi dal velivolo con le mani sulla testa. Secondo una passeggera, erano armati
di coltello, avrebbero detto di essere miliziani di Al Qaeda e di voler andare a Teheran,
in Iran. L’aereo, della compagnia turca Atlas, era partito da Cipro Nord ed era diretto
ad Istanbul. I due terroristi avevano anche chiesto un nuovo equipaggio per proseguire
verso la capitale iraniana. Non è stata infine confermata la loro presunta
appartenenza ad Al Qaeda. I dirottamenti e le minacce bomba non sono insoliti
in Turchia, dove operano un certo numero di gruppi radicali, dai separatisti curdi
ai militanti di estrema sinistra.
- In Afghanistan sono falliti i negoziati
per la liberazione dei 19 ostaggi sud coreani ancora nelle mani dei talebani dal 19
luglio scorso. Lo hanno riferito gli stessi ribelli aggiungendo che sarà presa una
decisione sulla sorte degli ostaggi. Sul terreno, intanto, è aumentato il bilancio
dell’attentato suicida contro un convoglio di una società americana a Khandahar: le
vittime sono almeno 15. Nella provincia di Helmand, numerosi guerriglieri sono morti
inoltre in seguito ad una operazione militare condotta da soldati della coalizione.
A Kabul, è stata rapita inoltre una cittadina tedesca.
- E’ slittata la data
dello storico incontro tra le due Coree fissato per il 28-30 agosto. A causa delle
inondazioni che hanno colpito la Corea del Nord, il governo di Pyongyang ha chiesto
di posticipare l’appuntamento in ottobre tra il 2 ed il 4. La richiesta è stata accettata
da Seul. Il summit è il secondo tra i due Paesi dopo l'incontro del giugno 2000 tra
il leader nordcoreano Kim Jong-il e l’allora presidente sudcoreano, Kim Dae-jung.
- Almeno 16 soldati e decine di estremisti islamici sono rimasti uccisi oggi
nelle Filippine nel corso dei combattimenti tra l’esercito nazionale e i ribelli del
gruppo musulmano di Abu Sayyaf, legato ad Al Qaeda. Il bilancio provvisorio è stato
riferito da fonti militari filippine. Gli scontri si sono svolti sull’isola di Basilan,
nel sud dell’arcipelago.
- Un salto nel passato del secolo scorso. La decisione
di Mosca di riprendere i voli di bombardieri strategici ad alta quota ripristina una
pratica in uso nella ex Unione Sovietica e punta al rilancio della sua fama di potenza
militare. La decisione del Cremlino ha fatto seguito, del resto, a una recente esercitazione
militare congiunta con le forze armate cinesi. Da parte degli Stati Uniti nessun commento,
anche se le misure militari s’inseriscono nelle tensioni innescate dalla decisione
di installare uno scudo spaziale proprio ai confini con la Russia. Ad Andrea Margelletti,
presidente del Centro Studi Internazionali abbiamo chiesto se sia corretto tornare
a parlare di guerra fredda. L’intervista è di Stefano Leszczynski.
R. - Direi
che la Guerra Fredda è un fenomeno che c’è stato e non tornerà più. Certamente, da
diversi mesi, se non anni, Putin sta cercando, anche con il rafforzamento economico
della Russia, di giocare un ruolo diverso rispetto a quello che la Russia ha avuto
fino a qualche tempo fa. C’è un tentativo di ritorno al mondo bipolare.
D.
- Da un punto di vista strategico-militare, che senso ha una dimostrazione di muscoli
con dei bombardieri che appaiono ormai desueti di fronte a testate che possono essere
lanciate con dei missili?
R. - E’ più una trovata
d’immagine che una trovata di efficacia militare perché le forze armate russe sono
ormai l’ombra di quello che erano un tempo.
D. -
Abbiamo assistito a operazioni militari congiunte Russia-Cina, siamo di fronte a una
nuova geopolitica della regione: come è cambiata?
R.
- I russi e i cinesi storicamente non si sono mai amati: credo che questo possa essere
un temporaneo matrimonio di interesse.
D. - Si dice tanto che tutto
sia iniziato con l’idea dello scudo spaziale…
R.
- La Russia, poi l’Unione Sovietica, poi la Russia di nuovo, hanno sempre avuto il
timore di una sorta di accerchiamento e sotto alcuni punti di vista non hanno neanche
avuto tutti i torti. Nella realtà e nei fatti la NATO è un’alleanza difensiva, costituita
da Paesi democratici.
D. - Alla Russia serve essere
forte più nei confronti dei propri vicini caucasici che non nei confronti dell’Occidente?
R.
- Se deve giocare un ruolo di dominanza, naturalmente dal punto di vista politico,
in Europa, non vi sono dubbi che deve avere la periferia tranquilla. -
Domani la Thailandia è chiamata alle urne per esprimersi sul disegno di Costituzione
redatto dal governo provvisorio militare. La popolazione spera nel ritorno alla stabilità
politica, ma sono in molti a denunciare gli aspetti non democratici del nuovo testo.
Il nostro servizio:
Tra i
timori della società civile che denuncia gli aspetti anti democratici del nuovo testo
e le speranze e dalla popolazione che chiede il ritorno alla democrazia. Questo lo
spirito con cui la Thailandia sta vivendo la vigilia dell’ appuntamento referendario
che chiama ad esprimersi 45 milioni di elettori, a 11 mesi dal golpe,
con cui i militari hanno deposto l’ex primo ministro accusato di corruzione. Domani
la nazione tornerà infatti alle urne per votare sul disegno di Costituzione
redatto dal governo provvisorio. Se passerà il testo, saranno probabilmente indette
le elezioni generali entro la fine dell’anno e il Paese avrà presto la sua
18esima Costituzione. L’attuale esecutivo sostiene che la nuova Carta conferirà
al popolo maggiore partecipazione alla vita politica e più democrazia, limitando
l’incarico del premier a soli due mandati. Ma diversi settori della società civile
continuano a rifiutare quello che è stato definito il “referendum della giunta”.
In particolare vengono sottolineati i rischi per la democrazia dal momento che metà
dei senatori non verranno eletti, ma nominati da un comitato di burocrati. Ultime
battute poi della campagna referendaria, con le autorità che fanno di tutto
per facilitare l’affluenza alle urne, e gli analisti che prevedono che in molti voteranno
a favore del disegno di Costituzione per mettere fine a mesi di instabilità politica.
- L’Uragano Dean, che da giorni imperversa nel mar dei Caraibi, ha ripreso
grande vigore, raggiungendo la categoria 4 di una scala di cinque, con venti che soffiano
a 240 chilometri orari. L'occhio del ciclone è stato segnalato a 1.290 chilometri
a sud-est di Kingston, in Giamaica, e a 410 chilometri dall'isola di Porto Rico. La
perturbazione potrà toccare la costa messicana sulla penisola dello Yucatan, dove
si trova Cancun, nota località turistica, all'inizio della prossima settimana. In
Nicaragua, le autorità militari hanno espresso preoccupazione per il possibile avvicinarsi
dell'uragano che, secondo informazioni a loro disposizione, potrebbe anche raggiungere
il livello 5, in assoluto il più distruttivo. Per questo,gli organismi preposti di
Managua si stanno preparando a far fronte ad una eventuale emergenza. Anche Haiti
ha disposto lo stato di allerta. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo
Lomonaco, Marco Guerra e Valentina Fizzotti)Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LI No. 230 E'
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