2007-08-17 12:37:39

Mons. Giordano: il grande nemico dell'ecumenismo è l'ignoranza del cristianesimo


Fervono i preparativi a Sibiu, in Romania, in vista della III Assemblea ecumenica europea che si svolgerà dal 4 al 9 settembre sul tema "La Luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e di unità in Europa". Nella città della Transilvania, capitale europea della cultura 2007, sono attesi oltre 2 mila delegati cattolici, evangelici ed ortodossi. L’incontro si svolge a 10 anni dall’Assemblea di Graz, in Austria, tenutasi sul tema della “Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova”, e a 18 anni dalla prima Assemblea ecumenica organizzata a Basilea, in Svizzera, nel 1989, sul tema della " Pace nella giustizia". Ma quali sono le attese dell’incontro di Sibiu? Fabio Colagrande lo ha chiesto a mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa: RealAudioMP3

 
R. - Che questa Assemblea sia veramente un rimettersi in cammino per ritrovare una luce per fare un passo avanti nella riconciliazione tra i cristiani. Una seconda attesa è quella di voler domandarci qual è il contributo che, come cristiani, possiamo dare alle grandi sfide dell’Europa attuale e alle grandi sfide del mondo. Pensiamo alle nuove domande che sono legate al terrorismo, all’emergere delle grandi nazioni asiatiche, ai problemi etici creati dalla biotecnologia...

 
D. - Quali strade cercherà Sibiu per dare un nuovo slancio al dinamismo ecumenico?

 
R. - Noi abbiamo scelto un tema chiaramente cristologico: la luce di Cristo illumina tutti, per dire che questa è la speranza. Quindi, andiamo a Sibiu con lo spirito dei pellegrini per riconvertirci a Cristo. Oggi abbiamo questa consapevolezza che dobbiamo ripartire con serietà dal Vangelo, dal cristianesimo, e solo persone che conoscono il cristianesimo e vivono il cristianesimo possono dare un contributo all’ecumenismo. Siamo coscienti che il primo grande ostacolo all’ecumenismo è l’ignoranza del cristianesimo o la superficialità della vita cristiana. Un secondo passo è quello di diventare più coscienti della nostra appartenenza ecclesiale, della nostra identità, perché persone che non vivono in profondità o non conoscono in profondità la propria Chiesa o la propria comunità difficilmente sono in grado di contribuire a un dialogo con appartenenti ad altre comunità. Inoltre, approfondire la collaborazione concreta che rispecchia l’unità di fondo tra le comunità e le Chiese che già abbiamo e che vorremmo esprimere più concretamente in un impegno a livello di giustizia, di pace, di solidarietà.

 
D. - Sarà dunque, Sibiu, un’opportunità per cercare nuove vie anche a una testimonianza comune dei cristiani in Europa. Secondo lei, monsignor Giordano, è una sfida particolarmente urgente in questo contesto storico e culturale, quello che sta vivendo il vecchio continente...

 
R. - Siamo dentro un'Europa che ha difficoltà a trovare degli ideali, dei valori, ma sentiamo, d’altra parte, che in Europa c’è una nuova grande domanda di senso e quindi diventa urgentissimo in un’Europa che, anche incoscientemente, cerca una luce, testimoniare che esiste questa luce; solo in questa maniera l’Europa, ritrovando una luce che secondo noi è una luce che nasce e si inserisce nelle radici del cristianesimo, affronterà le grandi sfide del mondo. Il mondo è un mondo diverso da quello delle assemblee ecumeniche fatte in precedenza: nell’89, quando ci siamo trovati a Basilea, l’Europa era divisa da un muro; nel ’97 quando ci siamo trovati a Graz, l’Europa era un’Europa che cercava la via della libertà e dell’unificazione. Quest’Europa non immaginava di doversi confrontare molto velocemente con il terrorismo, con la crescita del divario tra il nord e il sud del mondo, con un confronto tra le culture e tra le religioni, con una mobilitazione di popoli così grande; non si immaginava che lo sviluppo scientifico e tecnico avrebbe creato delle domande etiche così forti, che toccano la stessa visione dell’uomo. Queste sono le sfide che il mondo e l’Europa hanno: non possiamo più accontentarci di una luce che viene dal secolo dei Lumi, dall’Illuminismo, una luce di una certa ragione meramente tecnico-scientifica, da certi poteri mondani; abbiamo bisogno di una nuova luce e noi ci mettiamo in cammino verso Sibiu per ritestimoniare questa luce, per cercare questa luce nuova.







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