Mons. Giordano: il grande nemico dell'ecumenismo è l'ignoranza del cristianesimo
Fervono i preparativi a Sibiu, in Romania, in vista della III Assemblea ecumenica
europea che si svolgerà dal 4 al 9 settembre sul tema "La Luce di Cristo illumina
tutti. Speranza di rinnovamento e di unità in Europa". Nella città della Transilvania,
capitale europea della cultura 2007, sono attesi oltre 2 mila delegati cattolici,
evangelici ed ortodossi. L’incontro si svolge a 10 anni dall’Assemblea di Graz, in
Austria, tenutasi sul tema della “Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita
nuova”, e a 18 anni dalla prima Assemblea ecumenica organizzata a Basilea, in Svizzera,
nel 1989, sul tema della " Pace nella giustizia". Ma quali sono le attese dell’incontro
di Sibiu? Fabio Colagrande lo ha chiesto a mons. Aldo Giordano, segretario
generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa:
R.
- Che questa Assemblea sia veramente un rimettersi in cammino per ritrovare una luce
per fare un passo avanti nella riconciliazione tra i cristiani. Una seconda attesa
è quella di voler domandarci qual è il contributo che, come cristiani, possiamo dare
alle grandi sfide dell’Europa attuale e alle grandi sfide del mondo. Pensiamo alle
nuove domande che sono legate al terrorismo, all’emergere delle grandi nazioni asiatiche,
ai problemi etici creati dalla biotecnologia...
D.
- Quali strade cercherà Sibiu per dare un nuovo slancio al dinamismo ecumenico?
R.
- Noi abbiamo scelto un tema chiaramente cristologico: la luce di Cristo illumina
tutti, per dire che questa è la speranza. Quindi, andiamo a Sibiu con lo spirito dei
pellegrini per riconvertirci a Cristo. Oggi abbiamo questa consapevolezza che dobbiamo
ripartire con serietà dal Vangelo, dal cristianesimo, e solo persone che conoscono
il cristianesimo e vivono il cristianesimo possono dare un contributo all’ecumenismo.
Siamo coscienti che il primo grande ostacolo all’ecumenismo è l’ignoranza del cristianesimo
o la superficialità della vita cristiana. Un secondo passo è quello di diventare più
coscienti della nostra appartenenza ecclesiale, della nostra identità, perché persone
che non vivono in profondità o non conoscono in profondità la propria Chiesa o la
propria comunità difficilmente sono in grado di contribuire a un dialogo con appartenenti
ad altre comunità. Inoltre, approfondire la collaborazione concreta che rispecchia
l’unità di fondo tra le comunità e le Chiese che già abbiamo e che vorremmo esprimere
più concretamente in un impegno a livello di giustizia, di pace, di solidarietà.
D.
- Sarà dunque, Sibiu, un’opportunità per cercare nuove vie anche a una testimonianza
comune dei cristiani in Europa. Secondo lei, monsignor Giordano, è una sfida particolarmente
urgente in questo contesto storico e culturale, quello che sta vivendo il vecchio
continente...
R. - Siamo dentro un'Europa che ha
difficoltà a trovare degli ideali, dei valori, ma sentiamo, d’altra parte, che in
Europa c’è una nuova grande domanda di senso e quindi diventa urgentissimo in un’Europa
che, anche incoscientemente, cerca una luce, testimoniare che esiste questa luce;
solo in questa maniera l’Europa, ritrovando una luce che secondo noi è una luce che
nasce e si inserisce nelle radici del cristianesimo, affronterà le grandi sfide del
mondo. Il mondo è un mondo diverso da quello delle assemblee ecumeniche fatte in precedenza:
nell’89, quando ci siamo trovati a Basilea, l’Europa era divisa da un muro; nel ’97
quando ci siamo trovati a Graz, l’Europa era un’Europa che cercava la via della libertà
e dell’unificazione. Quest’Europa non immaginava di doversi confrontare molto velocemente
con il terrorismo, con la crescita del divario tra il nord e il sud del mondo, con
un confronto tra le culture e tra le religioni, con una mobilitazione di popoli così
grande; non si immaginava che lo sviluppo scientifico e tecnico avrebbe creato delle
domande etiche così forti, che toccano la stessa visione dell’uomo. Queste sono le
sfide che il mondo e l’Europa hanno: non possiamo più accontentarci di una luce che
viene dal secolo dei Lumi, dall’Illuminismo, una luce di una certa ragione meramente
tecnico-scientifica, da certi poteri mondani; abbiamo bisogno di una nuova luce e
noi ci mettiamo in cammino verso Sibiu per ritestimoniare questa luce, per cercare
questa luce nuova.