Corea del Nord: le alluvioni fanno scattare la solidarietà tra le due Coree
È di 221 morti, 82 dispersi e 300mila senza tetto l’ultimo bilancio delle violente
alluvioni che in questi giorni hanno colpito la Corea del Nord. Lo ha reso noto la
Federazione internazionale della Croce Rossa e delle società della Mezzaluna Rossa.
Intanto, la Caritas locale si è attivata per programmare interventi a favore degli
alluvionati. Sulla situazione attuale nella regione, Valentina Fizzotti ha
intervistato mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejon e presidente della
Caritas Corea:
R.
– Fino ad adesso più di 30 mila case e circa 540 ponti sono stati distrutti, 70 tratte
ferroviarie sono state rovinate e più di 300 mila persone si trovano in difficoltà,
senza casa, in seguito a questa alluvione. Circa 450 mila tonnellate di riso e tanti
prodotti agricoli diminuiranno. Questa alluvione è stata, quindi, un colpo veramente
forte.
D. – Quali sono i bisogni più concreti della
popolazione, al momento?
R. – Soprattutto il mangiare,
ma anche il vestiario ed i medicinali. Ma non si possono mandare aiuti direttamente
in Corea del Nord, un Paese così chiuso. Quindi, anche la Caritas Corea ha già inviato
un telegramma alla Corea del Nord che chiede: “Quanto è stato colpito? Cosa volete?
Cosa possiamo fare?” Noi, quindi, stiamo aspettando la risposta.
D.
– Come avete pensato di intervenire?
R. – Io, come
presidente della Caritas, ho scritto una lettera a tutte le diocesi della Corea del
Sud per raccogliere le offerte della domenica e altro. La Caritas diocesana si recherà
ad aiutare concretamente. Ho ricevuto anche e-mail, telegrammi e telefonate, al di
fuori della Corea, dalla Germania, dall’Olanda e dall’America. Loro sono pronti ad
aiutare gli alluvionati della Corea del Nord.
D.
– Ma ci sono gesti di solidarietà tra la popolazione coreana?
R.
– Certamente, già nella Corea del Sud il governo stesso ha deciso di mandare 7 milioni
di dollari per gli aiuti e manderanno anche la Croce Rossa. In questo senso, c’è grande
solidarietà nel Paese del sud, anche perché alla fine di questo mese, dal 28 al 30
agosto, ci sarà un importante meeting fra la Corea del Sud e del Nord. Quindi, stanno
curando questo clima di aiuto reciproco. Penso che il cristianesimo aiuti le persone
in difficoltà. In questo senso, non è solo aiuto materiale. Anche loro possono capire
quanto è importante vivere insieme. E questo nostro dialogo, questo nostro pregare
può portare ad una convivenza, ad un sentire questa fratellanza tra le due Coree.