2007-08-16 15:34:50

La crisi dei mutui negli USA non si ferma


Si profila un'altra seduta di Borsa difficile a New York, sulla base dell’andamento dei contratti standard a termine in Europa. Ad andar male, oggi, sono in particolare i prodotti finanziari. Nelle ultime ore, anche le borse asiatiche hanno chiuso in forte ribasso e gli effetti si sono fatti sentire sulle borse europee, che hanno aperto con forti perdite. La crisi finanziaria si è aperta ormai da diverse settimane in seguito alla crisi dei mutui americani e a nulla sono valse le forti iniezioni di liquidità da parte delle diverse Banche centrali. Sulle ragioni della crisi, il commento di Ugo Bertone, direttore di "Finanza e Mercati". L’intervista è di Stefano Leszczynski.RealAudioMP3


R. – All’origine di un castello di carte c’è una montagna di prestiti dubbi, che di qui a qualche mese, molto probabilmente, daranno luogo a delle insolvenze. Questo si trasmette come un circolo vizioso un po’ a tutte le "cattedrali" della grande finanza: da Morgan Stanley, a Goldman Sacks e via dicendo.

D. – Non si può ricondurre la responsabilità di questo eccesso di credito al fatto che i tassi di interesse così bassi inevitabilmente avrebbero portato ad una richiesta di prestiti da parte dei privati?

R. – Infatti, un livello basso del credito, come viene invocato spesso dai politici, ha come conseguenza l’innalzamento pauroso dell’azzardo finanziario e la caduta di quella naturale difesa, di quella naturale cautela di fronte al rischio, che può portare a dei grossi drammi.

D. – Quelli sulle borse europee sono soltanto effetti derivati dal colpo subito dalla borsa americana o c’è qualcosa che non va anche in Europa?

R. – L’Europa è sicuramente più sana. Però, in questo momento, siamo prodotti americani di fronte ad un’economia davvero globale. Le grandi banche europee sono fortemente esposte sui prodotti americani. Io direi che in Europa non esiste una crisi dei mutui, nel senso che i mutui europei sono estremamente più solidi, più affidabili ed anche un poco più antiquati. I prodotti del risparmio, però, o l’impegno delle grandi banche d’affari sono sicuramente molto, molto coinvolti dal mercato americano.








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