Forse 500 le vittime nell'eccidio degli Yazidi in Iraq
E' salito a oltre 400 morti il bilancio degli attentati di martedì sera contro la
comunità di yazidi nel nord dell'Iraq. A riferirlo sarebbe stato un funzionario di
alto livello del ministero dell'Interno.il bilancio sembra però destinato ad aggraversi
ancora. In un altro attentato oggi a Baghdad, si contano nove morti per l’esplosione
di una autobomba in un parcheggio. Intanto il premier al Maliki ed il presidente Talabani
hanno annunciato la nascita di un accordo per il rilanciare il processo politico,
a cui aderirebbero i maggiori partiti politici curdi e sciiti, tranne il movimento
sadrista. In Iraq, l’appartenenza ad una minoranza, si conferma purtroppo una delle
leve usate dai terroristi per alimentare l’odio e rendere insicuro il Paese. E’ quanto
sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il Visitatore apostolico per i fedeli
caldei in Europa, mons. Philip Najim
R.
– Questi attentati dimostrano l’odio per tutta la popolazione irachena da parte di
quelli che vogliono creare divisione in Iraq e che vogliono demolire il Paese. Attaccare
queste piccole comunità che vivono in Iraq da migliaia di anni e che sono native del
Paese, dimostra che non vogliono che la pace e la prosperità progrediscano nel Paese;
è un atto veramente terroristico – da noi tutti condannato – contro l’uomo, contro
la popolazione irachena.
D. – Cosa serve per rendere
le minoranze parte integrante dello Stato iracheno?
R.
– Fanno parte del popolo iracheno, questa è la composizione del popolo iracheno, di
questo ‘giardino iracheno’ che è composto da tante etnie e diverse comunità. L’Iraq
non è di nessuno, è di tutti gli iracheni. Come ci sono gli sciiti, i sunniti, i cristiani,
i turcomanni e i curdi ci sono anche altre etnie. Ogni membro di questo popolo iracheno
ha il diritto di essere rispettato, il diritto di vivere nel Paese; devono essere
garantiti i diritti di tutti dalla Costituzione irachena. Ma io non vedo, praticamente,
nessuna democrazia oggi in Iraq. Il governo iracheno non si rende conto della sua
responsabilità verso tutta la popolazione.
D. Il
governo curdo ha garantito finora misure di sicurezza per tutelare la comunità degli
Yazidi, presenti soprattutto nel Kurdistan iracheno?
R.
– Praticamente, il governo curdo garantisce quello che può garantire secondo le sue
possibilità; però c’è uno Stato iracheno, c’è un governo, che è stato formato secondo
la Costituzione. Deve essere responsabile verso questa popolazione. Non può esserci
un governo iracheno, composto da tante etnie, che non guarda gli interessi del popolo
iracheno; oggi come oggi, il minimo che si possa garantire per la sicurezza della
popolazione, non viene fatto.