Strage in Iraq: almeno 200 morti per una serie di attacchi contro la comunità degli
Yazidi. - Il presidente palestinese Abu Mazen impone il rispetto di Israele ai chi
vuole candidarsi alle elezioni, mentre Prodi rassicura Olmert sul dialogo con Hamas
Sono drammatiche le notizie che arrivano dall’Iraq. E’ di almeno 200 morti e 300 feriti
il bilancio – ancora provvisorio - degli attentati compiuti ieri sera nel nord del
Paese contro la comunità religiosa degli Yazidi. La Casa Bianca ha condannato l’accaduto
parlando di “attacchi barbari contro civili innocenti”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Iraq
la barbara leva delle discriminazioni e delle violenze, usata da gruppi di terroristi
soprattutto contro le minoranze, continua a minare il sogno di una pacifica convivenza
tra le varie comunità della società irachena. L’ultima carneficina è avvenuta ieri
sera, quando alcuni kamikaze a bordo di 4 camion si sono trasformati in strumenti
di morte facendosi saltare in aria nel nord del Paese. Gli attacchi, che secondo l’amministrazione
statunitense impediscono all’Iraq di diventare uno Stato “stabile e sicuro”, hanno
avuto come bersaglio la minoranza degli Yazidi, comunità pre-islamica che attinge
alla tradizione cristiana, ebraica e manichea. Gli Yazidi, di origine prevalentemente
curda, sono circa 500 mila, vivono soprattutto nel Kurdistan iracheno e hanno vissuto
pacificamente per secoli accanto a cristiani e musulmani. Negli ultimi anni, la comunità
è stata però ripetutamente bersaglio di discriminazioni e minacce da parte di estremisti.
La situazione si è ulteriormente aggravata lo scorso 7 aprile, quando una ragazza
della comunità Yazidi, che voleva sposare un musulmano sunnita, è stata lapidata in
pubblico da esponenti del suo stesso culto. I principali rappresentanti Yazidi hanno
subito duramente condannato l’assassinio della giovane, ma le immagini della barbara
uccisione riprese con telefonini - che mostrano anche l’indifferenza di diversi passanti
e agenti - hanno alimentato ulteriore odio e rancore. In questo clima rovente, due
settimane dopo la lapidazione della giovane, un commando di miliziani sunniti ha ucciso
almeno 23 persone appartenenti alla minoranza degli Yazidi. Gli ultimi attentati,
quelli di ieri sera, non sono stati ancora rivendicati ma gli inquirenti ritengono
molto probabile la pista che porta all’integralismo islamico sunnita.
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Il presidente palestinese Abu Mazen ha promulgato una nuova legge elettorale che impone
a tutti i candidati di rispettare il programma politico dell’Organizzazione per la
liberazione della Palestina (OLP), inclusi gli accordi siglati in passato con Israele.
Proprio questo punto non è accettato da Hamas, che di fatto – secondo il provvedimento
– sarà esclusa dalle future elezioni.
- E la formazione palestinese è stata
al centro del colloquio telefonico di ieri tra il premier italiano Romano Prodi ed
il primo ministro israeliano Euhd Olmert. Il leader italiano ha chiarito che non ci
sarà nessun contatto con Hamas se il gruppo radicale non riconoscerà lo Stato di Israele.
Olmert non ha criticato le aperture al dialogo avanzate in questi giorni da Prodi
ed ha invece apprezzato l’impegno di Roma a favore del processo di pace nella regione.
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Intanto, mentre il partito del Likud ha confermato Netanyahu al suo vertice, in Israele
ci si interroga con preoccupazione sulle affermazioni del leader di Hezbollah, Nasrallah,
che ha annunciato una “grande sorpresa” nel caso di aggressione israeliana in Libano.
Nello stesso tempo c’è da registrare uno scambio di battute distensive con la Siria,
che, attraverso il suo ministero della Difesa, ha fatto sapere di non essere interessata
ad attaccare per prima lo Stato ebraico. Le affermazioni fanno riferimento alla situazione
creatasi sulle alture del Golan, dove da tempo i due eserciti stanno riarmando le
proprie postazioni.
- Ci spostiamo in Afghanistan. Un diplomatico e due funzionari
della polizia criminale tedesca sono morti per l’esplosione di un ordigno al passaggio
della loro auto. L’attentato, compiuto a sud-est di Kabul, è stato rivendicato dai
Talebani che hanno precisato di aver utilizzato una bomba telecomandata. Sul fronte
sequestri riprenderanno domani le negoziazioni per la liberazione dei 19 ostaggi sudcoreani
ancora in mano ai ribelli.
- Prosegue il tour diplomatico in Asia del presidente
iraniano Ahmadinejad che, dopo l’Afghanistan, è giunto in Turkmenistan per una visita
di due giorni. Incontrando i vertici locali, il leader di Teheran ha ribadito l’importanza
della cooperazione economica e politica dicendosi certo dell’amicizia fra i due Paesi.
Dal canto suo il presidente turkmeno ha parlato di “grandi prospettive” soprattutto
nell’utilizzo congiunto degli idrocarburi.
- E’ stata liberata solo la donna
dei due turisti belgi rapiti domenica scorsa da un gruppo di banditi nel sud-est dell’Iran.
Lo ha riferito l’agenzia ufficiale Irna, citando fonti della polizia. Ieri, invece,
un portavoce del ministero degli Esteri belga aveva diffuso la notizia della liberazione
della coppia. Intanto la cronaca riferisce dell’arresto di due cittadini cinesi, che
sono indagati per aver scattato delle foto ad istallazioni militari iraniane.
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Il presidente sud coreano Roh Moohyun ha espresso fiducia in relazione al suo prossimo
vertice con il leader nord coreano Kim Jong Il, in programma a fine mese. Rifiutando
il timore che l’iniziativa si riveli affrettata o viziata da fini propagandistici,
Roh ha sottolineato fra l’altro la dimensione economica dell’incontro, che potrebbe
avere ricadute positive su tutta la penisola.
- E’ salito ad almeno 36 morti
il bilancio del crollo del ponte in costruzione, avvenuto nella parte centrale della
Cina. Mentre 1.500 soccorritori sono impegnati nelle ricerche di una trentina di dispersi,
oggi la stampa locale punta il dito contro le carenze strutturali della costruzione:
secondo testimoni nei piloni del ponte mancavano infatti i tondini di ferro.
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Regolamento di conti della ‘ndrangheta a Duisburg, in Germania, dove questa notte
6 italiani sono stati uccisi durante una sparatoria. Secondo le autorità italiane,
che lavorano a stretto contatto con quelle tedesche, si tratta di giovani calabresi
appartenenti ad una delle due famiglie impegnate da anni nella faida di San Luca.
C’è anche un minore tra le vittime, gli altri hanno un età compresa tra i 20 e i 30
anni. Tutti sono stati raggiunti da un colpo di arma da fuoco alla testa, a bordo
di due auto. La sparatoria è avvenuta all’esterno di una pizzeria, dove si stava festeggiando
il compleanno di una delle vittime. Sul posto gli inquirenti hanno recuperato una
settantina di bossoli. Secondo una prima ricostruzione, a sparare sarebbero state
almeno due persone, armate di fucili.
- E’ morto ieri sera nell’ospedale Saint
Louis di Parigi il giornalista italiano Sergio Vantaggiato, che domenica sera aveva
riportato un trauma cranico nella metropolitana parigina dopo essere stato scippato.
Dopo l’autopsia, prevista tra 4-5 giorni, la salma sarà riportata in Italia.
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Potrebbe essere stato un agguato la causa del rogo di Livorno, che nei giorni scorsi
ha provocato la morte di 4 bambini Rom. Le autorità ritengono credibile la versione
dei genitori dei bimbi che sin dall’inizio hanno sostenuto questa tesi. Intanto il
giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo per loro, disponendo la
custodia cautelare in carcere.
- Da oggi stop al fumo nei locali pubblici in
Danimarca. L’entrata in vigore della nuova legge era prevista per il primo aprile,
ma è poi slittata per permettere a pub e ristoranti di adeguarsi con nuovi spazi dedicati
esclusivamente ai fumatori. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 227 E'
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