L'amore, apparente debolezza di Dio, vince il potere dell'egoismo assoluto, del terrore
e della violenza: così il Papa nella Festa dell'Assunzione
“Tutta la storia umana è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino al dono di sé
e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri”: è quanto ha
detto il Papa questa mattina, citando Sant’Agostino, durante la Messa da lui presieduta
nella Parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, nella Solennità dell’Assunzione
della Beata Vergine Maria. Benedetto XVI ha affermato che la festa odierna c'invita
alla fiducia, perchè l'amore, apparente debolezza di Dio, alla fine, vince quello
che sembra il potere assoluto dell'odio e della violenza. Poi, all'Angelus, a mezzogiorno,
il Papa ha rivolto il suo saluto ai giovani partecipanti ad un pellegrinaggio al Santuario
mariano di Mariazell, dove si recherà l'8 settembre prossimo. Il servizio di Sergio
Centofanti.
Il
Pontefice ha commentato la lettura odierna dell’Apocalisse con le due immagini della
donna vestita di sole, segno dell'amore di Dio, e dell’enorme drago rosso, segno dell'amore
di sé. Con la figura del drago - ha sottolineato - San Giovanni voleva indicare il
potere degli imperatori romani anticristiani da Nerone a Domiziano: “un potere che
appariva illimitato, un potere militare, politico, economico, propagandistico”: "Davanti
a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità
di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente
che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la
donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero
romano si è aperto alla fede cristiana”.
Il
drago dunque – ha affermato – rappresenta “il potere dell’egoismo assoluto, del terrore,
della violenza”. E rappresenta le dittature anticristiane di tutti i tempi, come il
nazismo e lo stalinismo, nel secolo scorso. Sembrava impossibile che "la fede potesse
sopravvivere": ma anche qui alla fine "l’amore è stato più forte dell’odio”. E oggi
il drago – ha aggiunto – esiste in forme nuove:
“Esiste nella forma delle ideologie materialiste, che ci dicono: 'è assurdo pensare
a Dio, è assurdo osservare i comandamenti di Dio, è cosa di un tempo passato. Vale
soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita tutto
quanto ci è possibile prendere. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento.
Questa è la vita. Così dobbiamo vivere!' E di nuovo sembra assurdo, impossibile opporsi
a questa mentalità dominante, con tutta la sua forza mediatica, propagandista. Sembra
impossibile oggi ancora pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino
e che sarebbe il vero dominatore. Anche adesso questo dragone appare invincibile,
ma anche adesso resta vero che Dio è più forte del dragone, che vince l’amore e non
l’egoismo”.
Poi il Papa ha commentato la figura
della donna: è vestita di sole perché vive della luce di Dio, e ha la luna sotto i
piedi, perché "ha lasciato dietro di sé la morte". E ci dice: “Coraggio! Alla fine
vince l’amore!" Abbiate il coraggio di vivere nell'amore "anche contro tutte le minacce
del dragone”. La donna – ricorda il Papa – partorisce nel dolore: segno della “Chiesa
pellegrina di tutti i tempi: in tutte le generazioni deve partorire di nuovo Cristo,
portarlo al mondo con grande dolore in questo mondo sofferente”. Una Chiesa perseguitata
dal drago in tutti i tempi ma che in tutti i tempi vive della luce di Dio. E così
in tutte le tribolazioni la Chiesa, soffrendo, vince "contro tutte le ideologie dell’odio
e dell’egoismo". E il drago anche oggi vuol divorare il Dio fattosi bambino ma non
bisogna temere perchè "anche oggi questo Dio debole è forte, è la vera forza". E così
la festa dell’Assunzione è un invito ad avere fiducia: "E'
l'invito ad avere fiducia in Dio e anche un invito ad imitare Maria, come Ella stessa
ha detto: 'Sono la serva del Signore, mi metto a disposizione del Signore'. Questa
è la lezione: andare sulla sua strada; dare la nostra vita e non prendere la vita.
E proprio così siamo sul cammino dell'amore che è un perdersi, ma un perdersi che
in realtà è l’unico cammino per trovarsi veramente, per trovare la vera vita".
La
festa dell’Assunzione è allora la "festa della gioia" – ha concluso il Papa: "Dio
vince. La fede apparentemente debole è la vera forza del mondo. L’amore è più forte
dell’odio”.
Il Papa all’Angelus, nella residenza
di Castel Gandolfo, ha poi ricordato che la festa dell’Assunzione ha “il suo fondamento
ultimo nella Sacra Scrittura” che presenta la Vergine Maria strettamente unita a Gesù
“nella lotta contro il nemico infernale fino alla piena vittoria su di lui”. Una vittoria
che “si esprime, in particolare, nel superamento del peccato e della morte” e per
questo Maria, solidale con Gesù anche nella risurrezione, è stata “preservata dalla
corruzione del sepolcro” per “essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo”
come ha affermato Pio XII proclamando il 1° novembre 1950 il Dogma dell’Assunzione
nella Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”. “Assunta in cielo – ha detto
il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua
luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell’intera umanità":
“Attratti
dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che
dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto
per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre
e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere
un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile
sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. E’ questo l’unico modo per
pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in
pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso”.
Dopo
la recita dell’Angelus il Papa ha salutato i giovani, collegati tramite la televisione,
che hanno partecipato ad un pellegrinaggio giovanile nel Santuario mariano di Mariazell,
in Austria, dove si recherà l’8 settembre prossimo. “L’esempio di Maria – ha detto
il Papa in tedesco - ci mostra che Dio cerca persone in cui può stabilire la propria
dimora. Cristo vuole vivere anche nel nostro cuore. La Chiesa, casa di Dio – ha concluso
- cresce se noi uomini accogliamo il Signore con la nostra fede, con la nostra adorazione,
con speranza e amore, divenendo in tal modo pietre vive di questa casa spirituale”.