Un giorno di gioia che mostra la vittoria dell’amore di Dio sulla morte: il pensiero
del Papa sull’Assunzione di Maria. Alla vigilia della festa mariana, la riflessione
di padre Toniolo
Domani, Festa dell’Assunta, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa nella parrocchia
di San Tommaso di Villanova a Castel Gandolfo, alle ore 8. A mezzogiorno, il tradizionale
appuntamento dell’Angelus, nel cortile Palazzo Apostolico della cittadina laziale.
In tale contesto, il Santo Padre rivolgerà un saluto ai partecipanti ad un pellegrinaggio
giovanile al Santuario di Mariazell, in Austria, in vista dell’850.mo anniversario
di fondazione e della visita del Papa in terra austriaca, dal 7 al 9 settembre prossimi.
Alla vigilia della solennità dell’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria, riproponiamo
dunque alcuni pensieri di Benedetto XVI dedicati a questo giorno di gioia in cui la
Madonna ci indica la via per trovare la vera felicità. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
(Ave Maria
di Gounod)
L’Assunzione in cielo di Maria è un “segno di sicura speranza”
per tutti i cristiani nel loro pellegrinaggio terreno: così, il 15 agosto del 2005
a Castel Gandolfo, il Papa mette l’accento sul significato profondo della solennità.
Per la prima volta, Benedetto XVI celebra la Festa dell’Assunta e all’Angelus invita
i fedeli a meditare sull’esempio offerto da Maria nella prospettiva dell’eternità:
“Cari fratelli e sorelle, è il Cielo la nostra
definitiva dimora. Da lì Maria ci incoraggia con il suo esempio ad accogliere la volontà
di Dio, a non lasciarci sedurre dai fallaci richiami di tutto ciò che è effimero e
passeggero, a non cedere alle tentazioni dell’egoismo e del male che spengono nel
cuore la gioia della vita”. Prima della recita della preghiera
mariana, il Papa celebra la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso di Villanova.
Con parole di incoraggiamento, esorta i cristiani ad affidarsi a Maria, che è nel
Cielo ma si fa anche prossima al cuore di ognuno di noi:
“Proprio
perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Conosce i nostri cuori,
può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data
– come è detto dal Signore – proprio come Madre che ci sente sempre, ci è sempre vicina
e, essendo Madre del Figlio, partecipa al potere del Figlio. Alla sua bontà, possiamo
sempre affidare tutta la nostra vita, a questa Madre che non è lontana da nessuno
di noi”. Tutta dedicata all’invocazione alla pace è la Festa
dell’Assunta dell’anno scorso. Il Papa è vicino alle popolazioni del Libano, della
Terra Santa, dell’Iraq e dello Sri Lanka, sconvolte dalla guerra. Maria, sottolinea
nella Messa a Castel Gandolfo, ci mostra che non l’odio, ma l’amore di Dio vince nella
storia e, con questo amore, prevale la pace. Poi, all’Angelus, chiede ancora una volta
alla Madonna il dono della concordia tra gli uomini:
“Alla
Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una
volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”. (Musica)
Per
una riflessione sul significato della solennità dell’Assunta, Giovanni Peduto
ha intervistato padre Ermanno Toniolo dei Servi di Maria, docente della Pontificia
Facoltà Teologica Marianum:
R. – La
festa dell’Assunzione di Maria al Cielo ha tanti risvolti: è, per così dire, come
il coronamento di tutto il progetto di Dio, della storia e della salvezza umana. E’
Dio anzitutto, Dio che è amore, il quale vede coronato in Maria il suo sogno sull’uomo,
un uomo che non è fatto solo ad immagine e somiglianza Sua sulla Terra, ma che deve
diventare immagine e somiglianza glorificata in cielo ad immagine del Figlio Suo primogenito
tra molti fratelli. La Vergine, dunque, è la realizzazione del progetto di Dio, o
come direbbe Bulgakov - il grande pensatore russo – la Vergine e Cristo
sono l’immagine primordiale di Dio sull’uomo e sulla donna, nella loro più alta bellezza
glorificata, secondo il disegno dell’amore del Padre. Questo, dunque, il significato
per Dio. In secondo luogo, quale significato per Maria? Per Maria è il compimento
di tutto un itinerario di servizio, un servizio d’amore fatto nelle piccole cose e
nelle grandi sofferenze ed ora continuato in cielo, perché anche lassù in cielo continuerà
glorificata il suo servizio a favore di tutta la famiglia umana, fino a quando – dice
il Concilio – tutti non saremo introdotti nella patria beata.
D.
– Come farci accompagnare da Maria nel cammino di fede?
R.
– Penso che ci siano molte strade. La prima strada è certamente quella della contemplazione.
Papa Giovanni Paolo II ci ha additato in questo millennio la contemplazione del volto
di Gesù, ma possiamo aggiungere anche la contemplazione del volto di Maria. Guardare
a Lei è segno di sicura speranza per tutto il pellegrinante Popolo di Dio ed è insieme
guardare alla meta verso la quale tendiamo, meta indubitata, perché segnata dalla
fedeltà di Dio e dal suo amore. Un cammino di fede, dunque, ma sostenuto dalla speranza
ed infiammato da un amore che ci fa non estranei, ma presenti al mondo di oggi, proprio
come Dio è presente ad ognuno e Lei – la Madre - è presente ad ogni suo figlio sulla
terra.
D. – La teologia non ci dice se Maria sia
morta o meno prima dell’Assunzione: in Oriente si parla di dormizione. Qual è il suo
pensiero al riguardo?
R. – Anzitutto nella tradizione
antica non si parla mai di morte di Maria, ma di dormizione, cioè di sonno, di un
addormentarsi - per un istante o per tre giorni - per tornare a riavere quel corpo,
non più mortale e corruttibile, ma immortale, incorruttibile e glorioso. Allora la
glorificazione dell’anima di Maria, attraverso questa breve separazione, misteriosa,
dal corpo che ha lasciato incorrotto quaggiù, precede quella del corpo; ma poi tutta
la sua persona umana, avvolta anche negli splendori del suo corpo glorificato, viene
assunta in Cielo, dove – ripeto – è l’icona della nostra realtà futura voluta da Dio
Padre, che è amore. Perciò Maria, dopo essere passata attraverso le tribolazioni della
terra, anche Lei si è addormentata come Gesù, anche Lei per così dire è morta, o meglio
si è addormentata nel sonno e si è risvegliata alla Vita vera: Prima Discepola e Madre
soave, per l’amore e la potenza dello Spirito Santo, glorificata per sempre in cielo.
Lasciarci, dunque, prendere per mano da Maria vuol dire crescere nella fede in ogni
parola di Dio, nel cammino del Santo Vangelo e di ogni percorso che il Signore vuole
da noi e nella speranza verso quei beni che ci attendono, la grande speranza, riposta
per noi nei cieli, di cui Maria è – insieme – il segno luminoso e la garanzia.