L'Opera Nomadi: Italia ultima in Europa per l'integrazione di rom e sinti
“L’Italia ha attuato nel 2003 la direttiva comunitaria contro le discriminazioni etniche
e razziali”: così il Viminale ieri in seguito al richiamo europeo al Governo Prodi
a rispettare le regole esistenti per l'integrazione dei rom. In relazione a questi
ultimi, dal ministero dell’Interno anche l’annuncio, per il prossimo ottobre, di una
conferenza in vista di iniziative legislative. Si discute ancora dunque dopo la strage
di Livorno, dove sabato scorso, 4 bambini rom sono morti nel rogo della baracca dove
dormivano. La Comunita' di Sant'Egidio insieme al pope ortodosso rumeno della citta',
sta curando i funerali dei piccoli che si svolgeranno nei prossimi giorni al termine
dell’autopsia. Oggi, intanto, udienza di convalida del fermo dei genitori. Ma quali
sono le urgenze, nello specifico dei rom, per far fronte alla questione integrazione?
Gabriella Ceraso lo ha chiesto al presidente dell'Opera Nomadi Massimo Converso.
R. –
Innanzitutto, attuare il piano generale per il commercio e per la raccolta differenziata,
che l’Opera Nomadi propone da anni invano e che è stata accolta solo da alcuni enti
locali. Poi, applicare il protocollo sui minori rom, allineandolo ad un piano generalizzato
di vaccinazioni per i 20 mila bimbi rom romeni che non sono nemmeno vaccinati e vagano
per le strade del nostro Paese. Poi, bisogna garantire l’accesso alla casa secondo
un piano equilibrato, che passi prima da un piano di emergenza della protezione civile
in tutti i campi abusivi d’Italia, e poi agli affitti agevolati.
D.
– Qual è la soluzione, a suo parere, nella questione rom tra enti locali e gestione
nazionale?
R. – Ci vuole un ufficio centrale nazionale,
che coordini le attività degli enti locali, servendosi di chi lavora nel settore da
decine e decine di anni.
D. – La Commissione europea
bacchetta l’Italia. Dunque, in Europa, le cose vanno meglio?
R.
– Assolutamente no. Nei Paesi dell’Est, dopo la caduta del cosiddetto muro, la situazione
è peggiorata. Bisogna guardare con molta attenzione all’Ungheria, che è il Paese d’Europa
con la più alta percentuale di rom, per quanto sta facendo nel campo della scolarizzazione,
del lavoro e degli ammortizzatori sociali. C’è una grande confusione anche in Europa,
molta demagogia. Gli organismi eletti dei rom sono degli organismi fittizi. Certamente
l’Italia è l’unica che ancora costruisce campi ed è all’ultimo gradino nella classifica
dell’integrazione sociale dei nostri fratelli rom e sint.
D.
– I genitori di questi bambini sono accusati di negligenze e abbandono. Sa qual è
la loro concezione della famiglia, del rapporto con i figli?
R.
– I genitori sono scappati per paura, non per abbandonare i figli. Si tratta dei gruppi
di rom meno istruiti e più oppressi della Romania. Sono ormai 26 anni che vivo con
loro e vi assicuro che non c’è una cultura dell’abbandono, tutt’altro.