L'intervento del cardinale Poletto sulla vicenda dei presunti abusi sessuali di alcuni
sacerdoti nel torinese
“Amarezza per le accuse, ma anche piena stima nei confronti dei sacerdoti torinesi”.
Così l’arcivescovo del capoluogo piemontese, il cardinale Severino Poletto,
in un messaggio riferito alla recente indagine giudiziaria su estorsioni e reati a
sfondo sessuale che vede coinvolti anche alcuni sacerdoti. Il porporato, nel messaggio
che verrà letto domani in tutte le chiese e comunità dell’arcidiocesi, ribadisce piena
fiducia nella magistratura ed invita la comunità “ad esercitare il retto discernimento
per rimanere nell’equilibrata valutazione delle situazioni”. Massimiliano Menichetti
lo ha intervistato:
R. –
E’ una settimana in cui tutti i giorni le nostre comunità, sui giornali nazionali
ma anche sulle pagine locali di questi giornali, sono martellate dalle notizie intorno
a questo tema; ho ritenuto che una nuova parola dell’arcivescovo, più articolata,
animata da fede e da speranza, fosse necessaria. La solennità dell’Assunta mi sembrava
l’occasione propizia per parlare ai miei fedeli, chiedendo appunto ai sacerdoti di
leggere questo messaggio durante tutte le Messe di domani.
D.
– Vicende giudiziarie che vedono coinvolti sacerdoti in episodi di corruzione e reati
a sfondo sessuale: lei cosa dice?
R. – Io ribadisco
due cose: primo, che la magistratura nella quale riponiamo fiducia, deve fare il suo
lavoro e faccia il suo lavoro. Allora, io invito i miei fedeli ad usare un discernimento
ispirato dallo Spirito per rimanere in una equilibrata valutazione delle situazioni.
Non dobbiamo insinuare o lasciare che si infiltri nella mente della gente questo virus
di sospettare che queste piaghe, se ci fossero – tutta cosa da dimostrare – siano
piaghe di molti.
D. – Lei sostiene anche che se venissero
dimostrate colpevolezze, bisognerà prenderne atto:
R.
– Sì. Se si dimostrerà che il comportamento di qualche sacerdote non è stato coerente
con la sua vocazione, allora dovremo prendere atto con amarezza e con la preghiera
che questo ha dato scandalo nella comunità ed ha arrecato un danno alle vittime. Ma
prenderemo atto di questo quando sarà dimostrato.
D.
– Secondo lei, c’è in un certo qual modo una sorta di aggressione alla Chiesa, in
questo periodo?
R. – Posso confidarle l’amarezza
di aprire tutte le mattine il giornale e di vedere due-tre pagine e insistentemente
la foto di un mio sacerdote, tutti i giorni: questa è un’amarezza. Quindi, che poi
sia un’insistenza o un’aggressione mediatica, io non mi permetto di usare questa espressione.
Dico che però il vedere tutti i giorni queste cose, dico: ma possibile che ci sia
materia quotidiana per riempire due pagine di giornale?
D.
– Nella seconda parte del suo messaggio c’è lo spunto forte di vicinanza a tutti i
preti che testimoniano il Vangelo quotidianamente ...
R.
– Sento l’esigenza di affermare con convinzione tutta la mia stima nei più di mille
preti che abbiamo a Torino tra diocesani e religiosi, e lo faccio con la serenità
di chi sa che è sotto gli occhi di tutti la testimonianza quotidiana di dedizione,
di fede, di carità, di servizio alle comunità che i nostri preti hanno. Per cui, questa
nostra città e questa nostra diocesi hanno dovere di riconoscenza e sanno quanto la
città stessa, quindi anche il mondo cosiddetto non-credente ha ricevuto dal clero
torinese. Questo è il messaggio forte che intendo dare: la fiducia nei preti!