Alluvioni in Asia: si lotta contro epidemie e fame
“Un aiuto tempestivo e generoso della Comunità internazionale” alle popolazioni del
Sud Est asiatico colpite dalle inondazioni. È quanto ha invocato ieri il Papa all’Angelus,
ricordando la drammatica situazione di India, Bangladesh e Nepal, dove dallo scorso
giugno le vittime sono state oltre 2000 e dove adesso, placate le piogge, avanza l’emergenza
epidemie. Centinaia di migliaia sono inoltre le persone senza cibo, acqua potabile,
alloggio. Sulla situazione in queste ore, ascoltiamo Marzio Babille, responsabile
sanitario in India, raggiunto telefonicamente in Bihar da Silvia Gusmano.
R. –
Si sono riaperti dei canali di comunicazione in alcuni distretti, che due giorni fa
erano in grave difficoltà. Quindi, sicuramente, da una parte c’è il deflusso dell’acqua
e, dall’altra, alcune vie di comunicazione sono state ristabilite.
D.
– Quali sono quindi ancora le zone critiche in India?
R.
– Sono sei distretti in Bihar e quattro nella parte orientale dell’Uttar Pradesh.
In Assam la situazione sta andando molto meglio.
D.
– L’emergenza adesso è quella delle epidemie…
R.
– Sì, esatto. Noi abbiamo motivi di preoccupazione, proprio per il fatto che una situazione
di inondazione piena sta calando. Le malattie - la malaria e una serie di altre malattie
importanti – sono sicuramente dietro l’angolo. Noi abbiamo anzi anche dei dati di
aumento importante della morbosità, però non ancora a livello epidemico. Il sistema
in questo momento regge. Cerchiamo di avere una sorveglianza epidemiologica efficace.
D.
– Come sta intervenendo l’UNICEF?
R. – In questo
momento noi abbiamo 43 team medici che cooperano con 116 medici governativi, che servono
esattamente 738 campi, prevalentemente collocati nello Stato di Bihar. Un dato positivo
che le do è che abbiamo in questo momento in corso le vaccinazioni contro il morbillo.
Il numero totale di bambini, da 6 mesi a 14 anni di età, che verranno immunizzati
sono 450 mila. Continuiamo ad avere una parte primaria, insieme alle Ong, nella distribuzione
dei materiali: fra le 25 e le 30 tonnellate di cibo.
D.
– In prima linea, sul fronte dei soccorsi, appunto l’UNICEF e altre organizzazioni
umanitarie. C’è una collaborazione da parte del governo?
R.
– Il governo fa quello che può. Sicuramente, il governo di questo Stato, ma anche
dell’Uttar Pradesh, non ha una storica capacità in tutta la catena della gestione
dei soccorsi e della grande logistica, che vuol dire far arrivare materiale di soccorso
da altre parti, gestirlo, stoccarlo…
D. – Qual è
la situazione degli altri Paesi alluvionati dell’area?
R.
– Per quanto è dato sapere dai nostri uffici UNICEF in Nepal e in Bangladesh, particolarmente
quest’ultimo appare in grave difficoltà. Credo che il livello di gravità dell’inondazione
in Bangladesh e quello dello Stato di Bihar siano simili.