Allarme UNICEF: nel mondo, due milioni di bambini vittime del turismo sessuale
Nel mondo, sono circa due milioni i bambini sottoposti a sfruttamento sessuale, 500
mila dei quali solo in Asia del sud: è il drammatico dato diffuso nei giorni scorsi
dall’UNICEF, secondo cui i Paesi maggiormente colpiti sono la Thailandia, lo Sri Lanka,
il Brasile, Cuba e Santo Domingo. Ma il fenomeno del turismo sessuale si sta espandendo
anche altrove? Marina Tomarro lo ha chiesto a Marco Scarpati, presidente
dell’ECPAT Italia, Associazione Onlus contro la pedo-pornografia e lo sfruttamento
sessuale dei minori:
R. –
In questi ultimi anni, il turismo sessuale con minori si è espanso in ogni angolo
della Terra, per cui ultimamente stiamo vedendo che non si può dire che esistano Paesi
nei quali non siano già iniziate vere e proprie campagne di reclutamento di bambini
nel turismo sessuale.
D. – In che modo sono avvicinati
questi ragazzini?
R. – Di norma, vengono avvicinati
attraverso altri bambini che vivono nelle zone turistiche, attraverso, per esempio,
i beach-boys o attraverso ragazze che vanno nelle case dove stanno i turisti per fare
pulizie. Altri modi per giungere ai minori è attraverso gli adulti, per esempio tassisti,
a volte persino albergatori!
D. – Chi è oggi questo
turista del sesso e cosa lo spinge ad andare alla ricerca di questo tipo di esperienze?
R.
– Gli studi che stiamo conducendo ci fanno notare che il turista del sesso non è più
il signore di mezza età, ricco, ma è una persona di qualsiasi ceto sociale che va
dai 20 ai 30 anni e che supera i 30 anni solo nel caso del turismo sessuale femminile.
Che cosa lo spinge? Ci sono una girandola di spiegazioni, non ultima delle quali il
fatto che in questi Paesi con pochi soldi si ottiene molto.
D.
– C’è un modo concreto per fermare questi “orchi” che vanno lì a cercare un determinato
tipo di vacanze?
R. – Beh, io credo che ci sia da
sempre una complicità nell’ambito familiare rispetto a certe stranezze e follie. Non
riesco mai a credere che nessuno, in una famiglia, non riesca a capire che cosa succede
in un giovane uomo che, da solo, si porta dall’altra parte del mondo, va in vacanza
due-tre volte l’anno, sempre solo, mentre poi per tutto il resto dell’anno vive una
vita in gruppo assieme a tutti i suoi coetanei. Ci dev’essere qualcosa anche all’interno
della famiglia che non riesce a creare l’osservazione.
D.
– Ma in che modo si possono proteggere i bambini di questi Paesi per aiutarli a vivere
un’infanzia dignitosa?
R. – La risposta è sempre
il ridurre le povertà. Il 100 per cento dei bambini sfruttati nei Paesi del Sud del
mondo sono bambini che provengono da famiglie povere, bambini che non hanno accesso
alla scuola ... Il modo migliore per evitare che queste cose succedano è certamente
dare una mano a chi, in questo momento, si occupa di elevare il livello economico
e culturale delle popolazioni del Sud del mondo.