Iniziata, in Svezia, la “Settimana Mondiale dell’Acqua” promossa dall'ONU
“Progresso e prospettive sull’acqua: impegnarsi per la sostenibilità in un mondo che
cambia”: su questo tema si apre, oggi a Stoccolma, in Svezia, la 17.ma edizione della
“Settimana Mondiale dell’Acqua”. Organizzata dallo "Stockholm International Water
Institute" (SIWI), si articolerà fra dibattiti ed eventi ai quali parteciperanno rappresentanti
di governo e dell’industria, specialisti nel settore dell’acqua, organizzazioni non
governative e responsabili delle Nazioni Unite. Tra gli argomenti che saranno affrontati
nel corso delle giornate, il “ruolo dell’acqua” in settori quali la sanitizzazione,
l’ambiente, lo sviluppo, i cambiamenti climatici, la gestione equa delle risorse idriche,
l’utilizzazione dell’acqua in agricoltura. Oggi, secondo i dati diffusi dall’ONU,
ad affrontare problemi di carenza d’acqua, è il 20 per cento della popolazione mondiale
in 30 Paesi, una percentuale che - entro il 2025 - si prevede possa salire al 30 per
cento in 50 Paesi. Sono invece 2,6 miliardi le persone nel mondo a non avere accesso
a servizi sanitari adeguati, con malattie che ne derivano, come la diarrea, che uccide
2 milioni di bambini ogni anno. Il vertice, che vedrà sul palcoscenico della capitale
svedese 2.500 esperti provenienti da 130 Paesi fino al 18 agosto, avrà come filo rosso
i cambiamenti climatici. Nel corso del decennio 1996-2005, circa l’80 per cento delle
catastrofi naturali sono state di origine meteorologica e le inondazioni, che hanno
interessato 66 milioni di persone ogni anno fra il ‘73 e il ‘97, sono state quelle
che hanno generato i danni maggiori. “I governi devono investire di più in misure
per contrastare la scarsità d’acqua”: questo l’appello ai governi lanciato dal SIWI.
Ad inaugurare ufficialmente la manifestazione il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt.
L’istituto internazionale di Stoccolma ricorda che “l’oro blu” gioca un ruolo di primo
piano nel fenomeno del riscaldamento del pianeta e legato a questo tema verrà affrontata
anche la questione dei biocarburanti. La prospettiva infatti, denunciano gli esperti,
è che la risorsa acqua possa essere sempre più impiegata in futuro per produrre i
cereali necessari alle bioenergie, invece di essere destinata alle colture necessarie
a sfamare le popolazioni. Una domanda, quella mondiale di cereali per il cibo, che
secondo le previsioni già nel 2020 sarà aumentata del 40 per cento rispetto al 1990.
Il punto è che questo aumento è avvenuto utilizzando metodi di produzione idrovori,
che riducono di gran lunga la disponibilità di "oro blu" in futuro. La chiave per
affrontare un migliore impiego della risorsa acqua è dunque l’utilizzo di metodi più
sostenibili, che non costituiscano una minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi
acquatici del Pianeta. (T.C.)