Il Consiglio di Sicurezza estende il ruolo dell'ONU in Iraq - In Sierra Leone si vota
per eleggere il presidente, rinnovare il parlamento e aprire una nuova era dopo la
drammatica pagina della guerra civile
A quasi quattro anni dall’attentato che devastò il quartier generale dell’ONU a Baghdad,
uccidendo il capo missione Sergio Vieira De Mello ed altre 21 persone, il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione che estende
il ruolo dell’ONU in Iraq. Il documento rafforza, infatti, il mandato delle Nazioni
Unite, che dovranno “consigliare, sostenere e assistere” il governo iracheno nel processo
di riconciliazione nazionale. Dell’importanza di questa decisione dell’ONU, Gabriella
Ceraso ha parlato con Roger Bouchaïne, direttore dell’Osservatorio geopolitico
mediorientale:
R. -
Questo nuovo ruolo dell’ONU in Iraq potrebbe dare una mano agli americani per snellire
la situazione; nello stesso tempo, l’ONU aveva bisogno di giocare un ruolo nell’area.
E’ un momento molto importante perché sappiamo bene che dopo l’incontro a Damasco
avvenuto negli ultimi giorni, ci si è concentrati sull’importanza di applicare le
risoluzioni dell’ONU per la sicurezza e per la stabilità. Penso che questa sia stata
la risposta.
D. – In generale, l’internazionalizzazione
dell’area potrebbe essere la strada per restituire sovranità all’Iraq?
R.
– Chiaramente, il ruolo dell’ONU costituisce una sorta di “ombrello” non solo per
Iraq ma, in un prossimo futuro, anche per tutta la regione.
D.
– Come pensa che reagirà la popolazione irachena, che si trova nel mezzo di una crisi
politica, a questa maggiore presenza dell‘ONU?
R.
– Se non ci sarà un dialogo tra i gruppi estremisti e l’ONU, la guerriglia non si
arresterà. Ci sarà sicuramente una maggiore presa di coscienza di quanto il problema
in Iraq sia drammatico; purtroppo quando l’ONU arriva in ritardo, come è avvenuto
oggi in Iraq o come in Libano, arriva con delle regole non definite. Per questo, spero
che il prima possibile venga definito con chiarezza il mandato dell’ONU in Iraq.
-
In Afghanistan, almeno 12 ribelli sono rimasti uccisi in seguito ad un raid condotto
da forze della coalizione internazionale a guida statunitense. Nel Paese asiatico
sono ripresi, intanto, i colloqui tra i talebani ed una delegazione inviata da Seul
per arrivare alla liberazione dei 21 ostaggi sudcoreani, tenuti in ostaggio dallo
scorso 19 luglio. I talebani, che hanno chiesto la scarcerazione di diversi guerriglieri
detenuti nelle prigioni afghane, hanno già ucciso due sudcoreani. Secondo l’emittente
araba ‘Al Jazeera’, i rapitori sarebbero pronti a rilasciare gli ostaggi. Un portavoce
dei talebani ha anche dichiarato che la crisi sarà risolta “oggi o domani”.
-
Alta tensione anche nei Territori Palestinesi: almeno 20 persone sono rimaste ferite
nel corso di violenti scontri scoppiati nella parte settentrionale della Striscia
di Gaza. A scontrarsi sono stati militanti di Hamas e familiari di alcuni attivisti
di Al Fatah, arrestati nella notte da membri della formazione paramilitare fedele
al movimento di resistenza islamico.
- In Indonesia, almeno due persone sono
rimaste uccise per un’esplosione avvenuta sull’isola di Giava. Lo ha riferito la polizia
senza fornire ulteriori dettagli. In Indonesia, intanto, una scossa di terremoto sottomarino,
di intensità pari a 5,4 gradi della scala Richter, ha investito le acque a largo delle
coste nordoccidentali. Fortunatamente, non si ha notizia di vittime o danni. Secondo
gli esperti, non c’è inoltre il rischio della formazione di uno tsunami.
-
Allarme a New York per un possibile attacco terroristico con armi radioattive. La
polizia di New York ha aumentato i controlli e rafforzato le misure di sicurezza a
Manhattan. Il sindaco ha dichiarato che si tratta di “normali misure precauzionali”
e ha precisato che il livello di allarme in città non è stato innalzato.
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Il presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, ha dichiarato di essere pronto ad incontrare
il capo di Stato russo, Vladimir Putin, per placare le tensioni fra Georgia e Russia.
Nei giorni scorsi, il governo di Tbilisi ha accusato la Russia di aver lanciato un
missile sul proprio territorio e ha chiesto una riunione straordinaria del Consiglio
di Sicurezza dell’ONU. L’esecutivo di Mosca ha sempre negato ogni responsabilità.
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Crisi di governo ufficialmente aperta in Polonia dopo l’uscita dalla coalizione del
partito populista ‘Samoobrona’ di Andrzej Lepper. Sia il premier, sia il presidente
della Repubblica, i gemelli Kaczynski, si sono dimostrati favorevoli ad elezioni anticipate
che potrebbero tenersi verso la fine di ottobre. Un’ipotesi, questa, gradita anche
al principale partito di opposizione “Piattaforma civica” di Donald Tusk; i partiti
della sinistra sono invece contrari allo scioglimento della Camera bassa.
-
Dopo cinque anni dalla fine della guerra civile, si torna a votare in Sierra Leone
per eleggere il presidente e rinnovare il parlamento. Gli elettori dovranno scegliere
il futuro capo di Stato tra sette candidati e dovranno eleggere 112 dei 124 deputati
del parlamento monocamerale. Sulla consultazione nel Paese africano, il servizio di
Giulio Albanese:
Il corretto
e pacifico svolgimento della consultazione serve innanzitutto, e soprattutto, per
testimoniare il grado di fedeltà dei partiti politici ai principi democratici ed infondere
speranza ad una popolazione stremata da un decennio di guerra civile. Gli effetti
di questa drammatica pagina di storia si protraggono ancora oggi sotto forma di estrema
povertà, sfiducia verso le istituzioni e tensioni sociali. Il risultato del voto sarà
probabilmente ancora a favore del Sierra Leone People’s Party, formazione politica
del presidente uscente Ahmad Tejan Kabbah, che ha guidato la nazione verso la riconciliazione
e che può vantare il sostegno della comunità internazionale. I problemi in Sierra
Leone, sono comunque tanti, anzi troppi, a partire dall’analfabetismo e dalla disoccupazione,
oltre il 60 per cento; basti pensare, poi, che il salario medio annuale pro capite
è di soli 220 dollari. Ultima nota dolente, la questione femminile: sono passati quasi
50 anni da quando in questo Stato dell’Africa Occidentale fu concesso il voto alle
donne; ma oggi, alcune di loro rischiano di non poter esercitare a pienotitolo
il loro diritto, in gran parte perché la tradizione e la mancanza di un’educazione
tra le donne, continuano a tenerle lontane dal processo politico. (Per la Radio Vaticana,
Giulio Albanese)
- In Somalia, continuano le violenze a Mogadiscio, teatro
da mesi di scontri a fuoco e combattimenti. Nella notte, sono stati uccisi un giornalista
e quattro funzionari governativi. I funzionari erano stati nominati recentemente dal
governo somalo per lavorare nell’amministrazione del villaggio di El Baraf, oltre
100 chilometri a nord di Mogadiscio.
- Una missione dell’Unesco si recherà
nella Repubblica Democratica del Congo per indagare sulle uccisioni dei gorilla di
montagna. Lo scopo è di contribuire a proteggere questa specie a rischio di estinzione
nel parco nazionale dei Virunga. Dall’inizio dell’anno, sette gorilla sono stati uccisi
nel parco, nel nordovest del Paese africano. Virunga è stato iscritto nel 1994 dall’Unesco
nella lista del patrimonio mondiale in pericolo.
- Lo shuttle ‘Endeavour’ ha
completato con successo l’attracco alla Stazione spaziale internazionale (ISS). La
NASA sta cercando di appurare se alcune parti di materiale isolante, che si sono distaccate
dal serbatoio esterno al momento del lancio, possano aver danneggiato lo shuttle.
Tra i sette membri dell’equipaggio, c’è anche l’insegnante Barbara Morgan, che riprenderà
il programma di istruzione nello spazio, sospeso dalla NASA nel 1986 dopo l’esplosione
del Challenger, costata la vita a 7 persone.
- Il progetto cinese di sondare
il territorio lunare è entrato in fase di avvio ed il satellite è pronto per il lancio.
Lo afferma il quotidiano ‘China Daily’, citando l’Amministrazione cinese per gli Studi
Spaziali. Iniziato nel gennaio 2004, il progetto di esplorazione lunare è considerato
il terzo passo avanti della tecnologia spaziale della Cina, dopo i progetti del primo
satellite mandato in orbita e la prima navicella spaziale dotata di equipaggio.
-
Ad otto giorni dalla missione russa al Polo Nord, il Canada annuncia la costruzione
di due basi militari e ribadisce che non intende rinunciare alle proprie mire sullo
scacchiere artico. Canada, Stati Uniti, Norvegia, Danimarca e Russia, si contendono
la regione marina del Polo Nord, zona ricca di idrocarburi e minerali. (Panoramica
internazionale a cura di Amedeo Lomonaco) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 223 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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