Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 19.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Gesù ci invita a restare svegli e ad essere pronti nell'attesa di Dio. Quindi
esorta i suoi discepoli a non temere, perché Dio è Padre:
“Vendete ciò che
avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile
nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro
tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense: C’è
sempre un ultimo o penultimo timore che blocca l’uomo e lo inibisce nella sua risposta
a Cristo. C’è sempre una residuale punta di esitazione che impedisce la totalità della
concessione, della cessione di noi stessi a Lui. Per questo Gesù esordisce con il
suo ripetuto: “Non temete. Non temere. Tutto è vostro, illimitatamente”. E da questa
premessa trae la conseguenza: “Vi è stato dato tutto, vi viene dato tutto. Date tutto.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Il dare è presentato sotto l’aspetto
del servire, del servire il Signore, e quindi come prontezza, assiduità, essere desti.
Due aspetti del servizio risaltano. Il primo, è quello del legame diretto con il Signore,
l’attesa di Lui, l’attesa insonne senza pause. Il secondo, è quello del contenuto
del lavoro che ci è stato affidato. In tutto ciò siamo fortemente contrastati da tutte
le forme di addormentamento sociale, da tutti gli anestetici e le droghe che ogni
giorno e in ogni frangente ci vengono propinati. Siamo contrastati da una quasi maggioranza
di sonnambuli, che ormai popola le nostre città, dalla mole di coloro che sembrano
svegli, che sembrano vivi, ma che appunto sembrano, ma non lo sono, non lo sono più
o non lo sono ancora.