Elezioni in Sierra Leone: si vota per consolidare la pace
Dopo cinque anni dalla fine della guerra civile, si torna a votare in Sierra Leone
per eleggere il presidente e rinnovare il parlamento. Gli elettori dovranno scegliere
il futuro capo di Stato tra sette candidati e dovranno eleggere 112 dei 124 deputati
del parlamento monocamerale. Sulla consultazione nel Paese africano, il servizio di
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Il corretto e pacifico svolgimento della
consultazione serve innanzitutto, e soprattutto, per testimoniare il grado di fedeltà
dei partiti politici ai principi democratici ed infondere speranza ad una popolazione
stremata da un decennio di guerra civile. Gli effetti di questa drammatica pagina
di storia si protraggono ancora oggi sotto forma di estrema povertà, sfiducia verso
le istituzioni e tensioni sociali. Il risultato del voto sarà probabilmente ancora
a favore del Sierra Leone People’s Party, formazione politica del presidente uscente
Ahmad Tejan Kabbah, che ha guidato la nazione verso la riconciliazione e che può vantare
il sostegno della comunità internazionale. I problemi in Sierra Leone, sono comunque
tanti, anzi troppi, a partire dall’analfabetismo e dalla disoccupazione, oltre il
60 per cento; basti pensare, poi, che il salario medio annuale pro capite è di soli
220 dollari. Ultima nota dolente, la questione femminile: sono passati quasi 50 anni
da quando in questo Stato dell’Africa Occidentale fu concesso il voto alle donne;
ma oggi, alcune di loro rischiano di non poter esercitare a pieno titolo il loro diritto,
in gran parte perché la tradizione e la mancanza di un’educazione tra le donne, continuano
a tenerle lontane dal processo politico. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)