Anche in questi giorni, la famiglia è al centro dell’attenzione del Papa, mentre riecheggiano
le sue parole al clero del Cadore sulla vera natura del matrimonio
Siate “immagine luminosa di Dio, attraverso la vostra reciproca fedeltà”: è l’esortazione
rivolta da Benedetto XVI agli sposi novelli, nell’udienza di mercoledì scorso. Anche
ieri, incontrando a Castel Gandolfo 5 mila giovani spagnoli, il Papa ha messo l’accento
sulla bellezza dell’amore famigliare davanti a Dio. Riecheggiano, poi, in questi giorni,
le parole del Papa sulla vera natura del matrimonio, pronunciate nell’incontro con
il clero del Cadore, ad Auronzo il 24 luglio scorso. Ritorniamo a quel dialogo così
ricco di preziose riflessioni sulla famiglia di oggi, nel servizio di Alessandro
Gisotti: Bisogna
riscoprire la natura del matrimonio, “che parla in modo diverso” dall’abitudine moderna:
è l’avvertimento del Papa, che rispondendo ad un parroco veneto nell’incontro con
il clero ad Auronzo di Cadore, ha sottolineato come oggi si sia perso il significato
profondo dell’istituzione matrimoniale:
"Questo
modello 'come fanno tutti' diventa così un modello in contrasto con quanto dice la
natura. Diventa così normale sposarsi, divorziare, risposarsi e nessuno pensa che
sia una cosa che va contro la natura umana o comunque si trova difficilmente uno che
pensi così. Perciò per aiutare ad arrivare realmente al matrimonio, non solo nel senso
della Chiesa, ma del Creatore, dobbiamo riparare la capacità di ascoltare la natura".
Proprio la natura, ha detto il Papa, ci invita a
vivere il matrimonio “in una fedeltà per la vita, anche con le sofferenze del crescere
insieme nell’amore”. E si è soffermato, di fronte al fenomeno delle crisi matrimoniali,
sull’importanza dei corsi preparatori al matrimonio. Devono, ha affermato, essere
“un cammino di riscoperta, per reimparare quanto il nostro essere ci dice, aiutare
ad arrivare ad una vera decisione per il matrimonio secondo il Creatore”. Ma, ovviamente,
ha rilevato, questi corsi non bastano:
"Questi
corsi preparatori per 'imparare se stessi', per imparare la vera volontà matrimoniale,
sono di grande importanza. Ma non basta la preparazione, le grandi crisi vengono dopo.
Quindi, un permanente accompagnare, almeno nei primi dieci anni, è molto importante.
Perciò, in parrocchia, bisogna non solo curare i corsi di preparazione, ma la comunione
nel cammino dopo, l’accompagnarsi, l’aiutarsi reciprocamente. Che i sacerdoti, ma
non solo, anche le famiglie, che hanno già fatto queste esperienze, che conoscono
queste sofferenze, queste tentazioni, siano presenti nei momenti di crisi". E’
dunque importante, ha proseguito, la “presenza di una rete di famiglie che si aiutano
e diversi movimenti possono recare un grande contributo”. Il Santo Padre non ha poi
mancato di soffermarsi sulla delicata questione dei divorziati risposati: "Soffriamo
tutti di questo problema, perchè tutti abbiamo vicino a noi persone in queste situazioni
e sappiamo che per loro è un dolore e una sofferenza, perché vogliono stare in piena
comunione con la Chiesa. Questo vincolo del matrimonio precedente è un vincolo che
riduce la loro partecipazione alla vita della Chiesa".
Cosa
fare dunque, si chiede Papa Benedetto. Certo, riconosce, non esiste una “ricetta semplice”
che possa risolvere questo “problema doloroso”. La risposta è allora nell’amore. Un
amore del prossimo che aiuti queste persone in difficoltà, a “superare questa crisi”
ad “imparare una fedeltà sofferta e matura”: "Penso che solo
questo amore sentito della Chiesa, che si realizza in un accompagnamento molteplice,
possa aiutare queste persone a riconoscersi amate da Cristo, membri della Chiesa anche
se in una situazione difficile, e così vivere la fede".