Pubblico internazionale a Pesaro per il Rossini Opera Festival
Si è inaugurato ieri sera a Pesaro il Rossini Opera Festival, una delle manifestazioni
musicali più attese dagli appassionati di tutto il mondo. Pubblico internazionale
per ascoltare una nuova produzione dell’Otello di Rossini affidata alla regia alquanto
originale di Giancarlo Del Monaco ed alla buona direzione d’orchestra di Renato Palumbo.
Incerta l’anima di tutti i protagonisti dell’Otello rossiniano: la “speme” vacilla
e geme, così si canta nel finale del primo atto, perché menzogna, tradimento, orgoglio,
sete di potere hanno devastato i cuori. Resta il vuoto, non solo metaforico, che porterà
all’abisso dell’omicidio e del suicidio. Questo senso di vuoto, di malefico sogno,
è prevalso nell’allestimento pesarese, accolto in modo incerto da un foltissimo pubblico:
suggestiva scatola trompe l’oeil ideata da Carlo Centolavigna e chiaramente ispirata
alla pittura di Magritte, tutta azzurra di cielo e mare, con nove simboliche porte,
anch’esse azzurre e attraversate da nuvole che, muovendosi e costruendo ambienti splendidamente
illuminati, si aprono e si chiudono offrendo prospettive ribaltate, moltiplicate realtà.
Non facile, ma ideale per rifrangere i volubili desideri del Moro, la perfida rete
di Jago, le illusioni fallaci di Rodrigo e le innocenti passioni di Desdemona. Si
inseguono, si temono, si uccidono, non si perdonano. E ci sono momenti sorprendenti
di belcanto, con la star Juan Diego Flóres che attira applausi scroscianti, mentre
Desdemona allude ad una vera e propria scena di follia quando, accompagnata dall’arpa
solista, intona la famosa “Canzone del Salice”, che ci conduce nel devastato giardino
di una innocenza persa, di un lugubre destino, di una immensa pietà. (A cura di
Luca Pellegrini)