La Chiesa celebra la memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce - Edith Stein,
vergine e martire, compatrona d’Europa
Oggi la Chiesa, come ha ricordato il Papa ieri all’udienza generale, celebra la memoria
liturgica di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, Patrona d’Europa
insieme a Santa Brigida e Santa Caterina da Siena. Ebrea tedesca, filosofa, carmelitana,
è morta martire nel Campo di concentramento nazista di Auschwitz nell’agosto del 1942:
aveva 50 anni. Il servizio di Sergio Centofanti.
“Emerge
davanti a noi il volto di Edith Stein, Theresia Benedicta a Cruce:
ebrea e tedesca scomparsa, insieme con la sorella, nell'orrore della notte del campo
di concentramento tedesco-nazista; come cristiana ed ebrea, ella accettò di morire
insieme con il suo popolo e per esso”. Con queste parole
il Papa, il 28 maggio dell’anno scorso durante la sua storica visita nel campo di
Auschwitz, ha ricordato Edith Stein. Una donna che cercava con tutta se stessa la
verità: a 14 anni abbandona la religione ebraica e diventa agnostica. Ma entra in
crisi: un giorno s’imbatte nell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila. La legge d’un
fiato. Alla fine esclama: “questa è la verità”. E’ il 1921: Edith Stein, a 30 anni,
si converte al cattolicesimo: lei, che da filosofa aveva cercato a lungo la verità,
scopre che questa non è un’idea o un concetto, ma una persona, Cristo. La sua conversione
reca un dolore immenso alla madre. Di lì a poco anche la sorella Rosa la seguirà sulla
via di Cristo. Si fa carmelitana con il nome di Teresa Benedetta della Croce: “più
uno vive raccolto in Dio – scrive - più irradia luce su tutti”. In Germania imperversa
il nazismo e la persecuzione anti-ebraica. Lascia il suo Paese per recarsi in un convento
carmelitano in Olanda con la sorella. Nel 1942 i vescovi olandesi denunciano in un
documento la persecuzione antisemita. La rappresaglia nazista è immediata: i cattolici
di origine ebrea in Olanda vengono deportati, comprese le due sorelle Stein: Edith
rifiuta una proposta di fuga e dice a Rosa: “Vieni, andiamo per il nostro popolo”.
Si sente figlia d’Israele e vuole condividere fino in fondo il suo destino. Per lei
appartenere al popolo ebraico è essenziale: “significa – afferma - appartenere a
Cristo non solo con lo spirito, ma con il sangue". Muoiono entrambe ad Auschwitz
il 9 agosto 1942. “Più si fa buio intorno a noi – dice - più dobbiamo aprire il cuore
alla luce che viene dall’Alto”. Per Edith Stein è la Croce “l’unica speranza” : (musica) “Il
mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò
se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita. Contempla
il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte
di Croce … Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi
del dolore, dovunque ti porta la tua compassionevole carità… La Croce è la via che
dalla terra conduce al cielo. Chi l'abbraccia con fede, amore, speranza viene portato
in alto, fino al seno della Trinità … Ave Croce, unica speranza!”
(musica)
“Questa
eroica testimone del Vangelo aiuti ciascuno ad avere sempre fiducia in Cristo e a
incarnare nella propria esistenza il suo messaggio di salvezza”. (Benedetto
XVI all'udienza generale del 9 agosto 2006)