Regno Unito: resta l'emergenza per l'afta epizootica
Ancora emergenza per l’epidemia di afta epizootica nel Regno Unito. “Molto probabile”,
secondo le autorità di Londra, che il virus si sia propagato da due laboratori situati
nelle vicinanze degli allevamenti del Surrey dove sono stati individuati gli animali
colpiti dalla malattia. Mentre permane da parte dell’Unione Europea il blocco di esportazione
di animali vivi, carne fresca e prodotti caseari dal Regno Unito, soltanto ieri i
veterinari incaricati di controllare il bestiame locale avevano ordinato di abbattere
un centinaio di mucche. Ma come è possibile che il virus si sia diffuso da strutture
in teoria sicure? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Agostino Macrì, responsabile
del Dipartimento di Sanità alimentare e animale, dell’Istituto Superiore di Sanità
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R. – Anzitutto bisogna essere sicuri che il virus
sia davvero uscito dalle strutture individuate e, quindi, è necessario eseguire tutti
gli accertamenti del caso. Una volta stabilito quanto avvenuto, potrebbe trattarsi
di un incidente, perché le misure che vengono prese in questi laboratori di ricerca,
laboratori di controllo, stabilimenti di produzione sono severissime. Ma un incidente
può sempre capitare.
D. – Come si trasmette il virus?
R. – Il virus
si trasmette per via aerea, per strofinamento e contatto diretto tra gli animali e,
comunque, riguarda soltanto gli animali: quindi è possibile una trasmissione da animali
infetti ad animali sani.
D. – Dunque, non ci sono pericoli per l’uomo?
R.
– Per l’uomo assolutamente non c’è alcun pericolo, né riguardo al contatto diretto
dell’uomo con animali ammalati, né riguardo al consumo di carne di bestiame eventualmente
ammalato.
D. – E’ corretta la linea dell’abbattimento dei capi infetti e poi
della vaccinazione per gli altri animali?
R. – Nel caso in cui ci sia un focolaio
ben circoscritto e ben definito, sicuramente la misura più efficace è quella dell’abbattimento
di tutti gli animali presenti in quel focolaio. Per quel che riguarda la vaccinazione,
si tratta di una misura molto più complessa, la quale prevede interventi che non possono
essere presi dalle singole autorità sanitarie, ma vengono decisi a livello comunitario.
D. – Adesso cosa ci si deve aspettare?
R. – Se sono stati “chiusi”
i focolai ed è stata evitata la diffusione della malattia, non c’è alcun problema.
Si tratta di aspettare alcuni giorni, affinché si blocchi tutto e poi si potrà ricominciare
tranquillamente le normali attività.
D. – Ma nel caso in cui fossero già state
esportate carni infette dalla Gran Bretagna, c’è pericolo per gli altri Paesi?
R.
– Se dovessero essere state trasportate carni infette potrebbe esserci il pericolo
di trasmissione agli animali e, comunque, mai all’uomo. Da quello che mi risulta,
sono già state adottate misure di controllo su tutti gli animali esportati dal Regno
Unito nell’ultimo periodo di tempo, per verificare eventualmente la presenza di questa
malattia. Secondo me, al momento, la situazione è sotto controllo.