Incentrata sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" la settimana liturgico-pastorale
di Camaldoli
“In nessun modo è lecito intendere” il recente Motu Proprio di Benedetto XVI “Summorum
Pontificum” sulla “Liturgia romana anteriore alla riforma del 1970” quale “fattore
di conflitto e di divisione nella Chiesa”. E’ la convinzione che ispira i promotori
della 42.ma settimana liturgico - pastorale del monastero di Camaldoli, in provincia
di Arezzo, organizzata dalla Comunità monastica insieme con l’Istituto di liturgia
pastorale dell’Abbazia di Santa Giustina. Secondo i liturgisti, il Motu Proprio dello
scorso 2 luglio “sottolinea più volte l’esigenza di salvaguardare la riforma liturgica
voluta dal Concilio Vaticano II”. I liturgisti affermano, poi, che la grande responsabilità
di vescovi e parroci necessita di alcuni chiarimenti di natura pratica e pastorale.
I liturgisti auspicano, quindi, “che la comunione ecclesiale sia capace di un discernimento
accurato delle necessarie condizioni oggettive e soggettive stabilite o presupposte
dalla nuova disciplina, per assicurare che il Motu Proprio divenga strumento di unità
piuttosto che occasione di divisione e incomprensione”. I promotori della settimana
liturgico - pastorale – sottolinea infine il quotidiano “Avvenire” – si impegnano
ad elaborare, entro l’inizio di settembre, uno strumento che offra linee di lettura
per la traduzione in pratica delle indicazioni generali contenute nel Motu Proprio.
(A.L.)