Disgelo tra le due Coree: nuovo storico vertice alla fine di agosto
Via libera da parte delle due Coree a un nuovo storico vertice, previsto per la fine
del mese a Pyongyang. Il summit avrà come tema centrale la rinuncia del programma
nucleare da parte della Corea del Nord in cambio di aiuti economici ed energetici.
Felicitazioni per questa importante tappa verso la pace e la sicurezza nella penisola
sono state espresse dalla Casa Bianca, mentre il governo sudcoreano sottolinea in
un comunicato che il summit espanderà e svilupperà i legami nord-sud, portandoli ad
un livello più alto. A sottolineare la storicità dell’incontro è Stefano Vecchia,
esperto di questioni asiatiche, intervistato da Stefano Leszczynski: R.
– Intanto, perchè è un incontro al vertice. E’ un fatto molto raro, visto che l’ultima
volta – e l’unica da decenni – era stata nell’estate del 2000, quando c’era stato
uno storico incontro a Pyonyang tra il presidente nordcoreano, Kim Jong Il, e il presidente
sudcoreano, Kim Dae Jung, che poi per questo suo avvicinamento, per questo suo coraggio,
dimostrato tra l’altro in questa occasione, ottenne il premio Nobel per la pace. Quindi,
un evento raro, ma un evento che bisogna porre in un momento particolare, in cui ci
si aspetta che la Corea del Nord finalmente smantelli il programma nucleare e soprattutto
quello militare.
D. – E’ paradossale il fatto che
questo processo di pace si innesti su una crisi nucleare...
R.
– Il governo di Pyongyang, il governo nordcoreano, ha sempre giocato la carta nucleare
per ottenere in buona sostanza dei vantaggi soprattutto economici. Teniamo presente
che la popolazione nordcoreana è una popolazione stremata da decenni di autarchia,
di fame. La Corea del Nord è un Paese poverissimo. Quindi, il regime nordcoreano ha
sempre tentato la carta del nucleare per ottenere sostanziosi aiuti.
D.
- Seoul è sempre sembrata quella più desiderosa di un riavvicinamento forte con l’altra
metà settentrionale. Oggi, c’è la stessa volontà di riavvicinamento tra le due Coree?
D.
– Certamente, il regime nordcoreano, da una parte, ha la necessità di questi rapporti,
una necessità, forse, a questo punto, anche politica. Occorre, cioè, rompere l’isolamento.
La Corea del Nord comincia a subire fortemente il peso delle sanzioni internazionali
e ha bisogno, quindi, di aprirsi in qualche modo. E questo rapporto privilegiato con
la Corea del Sud è la porta forse per riuscire ad uscire davvero all’aperto. Teniamo
presente che, comunque, la popolazione coreana è una popolazione unica, che soltanto
la storia recente, tutto sommato, ha diviso in due Paesi nemici.
D.
– A questo punto forse un vero segnale di riconciliazione e di riavvicinamento potrebbe
essere finalmente la conclusione di un trattato di pace che ancora non esiste tra
le due Coree, che sono formalmente ancora in stato di guerra...
R.
– Assolutamente sì e credo sia questo alla fine l’obiettivo principale dell’incontro
di fine mese tra i due presidenti. Evidentemente non si arriverà con ogni probabilità
ad una decisione ufficiale, ad una decisione clamorosa, in questo senso. E’ evidente,
però, che un trattato di pace, a questo punto, è essenziale e ancora di più per la
Corea del Nord che deve uscire da questo isolamento, che rischia oltretutto di far
traballare – se non crollare – il regime che la gestisce ormai da 50 anni.