1900 i morti per le alluvioni in Asia: l'impegno della Caritas
Le conseguenze provocate in Asia meridionale dalle alluvioni sono sempre più gravi:
finora, sono più di 1900 i morti, oltre 35 milioni le persone bisognose di aiuti e
almeno dieci milioni i senza tetto. Sono poi impraticabili molte vie di comunicazione
e diversi villaggi sono isolati. In questa drammatica situazione, che riguarda diverse
aree di Bangladesh, India, Pakistan e Nepal, cerca di mettersi in moto la macchina
dei soccorsi. Le iniziative umanitarie per aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni
sono molteplici: la Caritas del Bangladesh, ad esempio, sta fornendo acqua potabile,
cure sanitarie e cibo ad oltre 40 mila famiglie. Anche la Caritas dell’India sta aiutando
la popolazione fornendo assistenza medica e rifugi temporanei. Sono già stati allestiti
più di 200 campi per le cure sanitarie e si sta provvedendo, in numerosi villaggi,
alla depurazione dell’acqua. In Pakistan, la Caritas locale ha distribuito generi
di prima necessità e aiuti immediati a più di 20 mila famiglie. La Caritas nepalese
è già impegnata in progetti di ricostruzione. Complessivamente, sono migliaia le abitazioni,
le scuole e gli ospedali danneggiati o distrutti. Alle enormi difficoltà, si aggiungono
anche gravi timori: il responsabile dell’UNICEF per la Sanità in India, sottolinea
in particolare che l’acqua stagnante lasciata dalle inondazioni costituisce un bacino
di incubazione per varie malattie veicolate da acqua contaminata. L’emergenza sanitaria
riguarda soprattutto i bambini, che costituiscono il 40 per cento della popolazione
dell’Asia meridionale. Secondo gli esperti le alluvioni, che hanno colpito diversi
Paesi a partire da giugno, sono le peggiori degli ultimi trenta anni. La situazione
è resa critica dallo straripamento dei fiumi e le previsioni, purtroppo, non sono
confortanti: per i prossimi giorni, infatti, sono annunciate ulteriori precipitazioni.
(A cura di Amedeo Lomonaco)