2007-08-07 14:45:12

Portare nel mondo marittimo l'umanesimo cristiano della Speranza: così il documento finale del Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare


La Speranza è l’ancora sicura e ferma dell’anima e per i cristiani è Gesù: è quanto si legge nel documento finale del XXII Congresso mondiale dell’Apostolato del Mare, sul tema “In solidarietà con la Gente del Mare, testimoni di Speranza, con la Parola di Dio, la Liturgia e la Diakonia”, che si è svolto a Gdynia, in Polonia, dal 24 al 29 giugno. Il testo, divulgato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che ha promosso il congresso, invita quanti sono impegnati nell’Apostolato del Mare ad introdurre nel mondo marittimo un “umanesimo cristiano della Speranza” attraverso la presenza e la testimonianza nelle comunità marittime e della pesca.

Durante il congresso sono stati forniti alcuni dati: si stima, per la sola marina mercantile, che i marittimi siano oltre 1.2 milioni, la maggior parte dei quali sono cattolici. Per quanto riguarda la pesca, il numero di persone che lavorano in questo settore è valutato in 41 milioni. Il 90% del commercio mondiale si effettua via mare. Si tratta, pertanto, di un settore vastissimo, ma anche di una delle professioni più pericolose al mondo, che registra di frequente perdita di vite umane. Da considerare anche il dramma di migliaia di immigrati che attraversano il mare in cerca di una vita migliore: sono oltre 8.000 i “boat-people” africani che, a partire dal 1988, hanno perso la vita nella sola traversata del Mediterraneo per raggiungere le coste europee.

L’Apostolato del Mare, Opera ecclesiale che conta 110 centri per marittimi e cappellanie in quasi tutti i grandi porti del mondo - prosegue il documento finale - si sforza di edificare la pace, nella giustizia, nella libertà, nella verità e nella solidarietà, si legge ancora nel documento, per questo vuole rinnovare l’impegno a favore della promozione umana, dell’evangelizzazione che sia “nuova nell’ardore, nei metodi e nell’espressione”. Particolare rilievo viene dato dall’Apostolato del Mare al dialogo interreligioso che richiede, sottolinea il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, il rispetto della dignità di ogni persona, per questo è necessario che i cristiani “si sforzino di conoscere meglio e apprezzare i fedeli delle altre religioni, affinché questi ultimi, a loro volta, possano conoscere e apprezzare la dottrina e la vita cristiana”. “L’Apostolato del Mare, in quanto Opera cattolica, deve costruire relazioni sincere, di amicizia e rispettose nei confronti dei seguaci di altre religioni”, precisa il documento che ricorda anche l’importante ruolo delle donne nel portare la Lieta Novella a bordo delle navi, nelle associazioni delle mogli e delle famiglie dei marittimi a terra.

Sottolineando l’importanza di progetti ed iniziative per la formazione e l’assistenza ai marittimi, inoltre, il documento evidenzia la necessità di creare legami tra l’Apostolato del Mare e le comunità parrocchiali, di promuovere il volontariato e la pastorale nelle navi da crociera. Infine come responsabilità fondamentali dell’Apostolato del Mare vengono riconosciuti: la proclamazione della parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti e il servizio verso tutti, specialmente verso i più poveri. (T.C.)







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