Il cardinale Martino porta all'Uganda il messaggio di pace e di solidarietà del Papa
Si è conclusa oggi la missione in Uganda del cardinale Renato Raffaele Martino,
che ha portato a queste popolazioni africane il messaggio di pace e di solidarietà
di Benedetto XVI. Il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace,
giunto nella capitale Kampala venerdì scorso, ha celebrato stamani la Messa conclusiva
nella cattedrale di Gulu, nel nord del Paese. Lo ha accompagnato nella sua missione
padre Giulio Albanese. Ascoltiamo quanto ci riferisce:
Alla
presenza di una nutrita assemblea di fedeli, il porporato – rivolgendosi durante la
sua omelia in particolare ai vescovi concelebranti, mons. John Baptist Odama, e il
presidente della Conferenza episcopale ugandese, mons. Ssekamanya – ha ricordato che
la pace è un dono di Dio, ma è anche una responsabilità condivisa da tutte le Chiese
e dal popolo di Dio. Ora che non si combatte più nel Nord Uganda, occorre però creare
le condizioni affinché vengano sanate le ferite causate dall’odio e dalla violenza.
Da questo punto di vista, una speciale attenzione deve essere rivolta al recupero
degli ex “baby soldiers”, i ragazzi costretti ad imbracciare un tempo il fucile e
che come noto si sono macchiati di crimini indicibili. “Questa gioventù bruciata dalla
storia deve essere redenta da Cristo”, ha detto il porporato. Alle comunità parrocchiali,
agli organismi non governativi, alla società civile in senso lato, spetta il compito
di accompagnare le giovani vittime perché quanto è avvenuto in questi anni nel Nord
Uganda non si ripeta mai più. (Per la Rado Vaticana, Giulio Albanese, Gulu, Uganda)
Ma
sentiamo lo stesso cardinale Martino, raggiunto telefonicamente da Sergio Centofanti,
proprio mentre stava per partire in aereo da Gulu:
R. –
Vado via pieno di speranza, perché confrontando le due visite – quella fatta nel 2003
e quella fatta in questi giorni – mentre prima c’era disperazione e pessimismo, oggi
c’è un negoziato di pace che va avanti. L’atmosfera che ho respirato in questi giorni,
anche nei campi degli sfollati, è veramente positiva ... molti vogliono tornare a
casa, nelle loro terre ... E’ un’atmosfera veramente di speranza e di pace, e sono
veramente felice di aver potuto portare, a nome del Santo Padre, la sua solidarietà
e la sua benedizione.
D. – Come è stato accolto questo
messaggio che ha portato a nome del Papa?
R. – Eh!!
Non può immaginare quanta gioia abbia portato! I vescovi sono stati sempre con me
e quindi hanno portato la presenza di tutta la Chiesa in questa zona che si avvia
verso una situazione di pace e di riconciliazione.