Elezioni a Giakarta: la Chiesa teme l'introduzione della legge islamica
In Indonesia, le elezioni di domani per la carica di governatore a Giakarta preoccupano
le minoranze etniche e religiose: a lanciare l’allarme è la Commissione per l’apostolato
dei laici dell’arcidiocesi della capitale (KAJ), secondo cui, nella possibile vittoria
del partito Prosperous and Justice Party (PKS), di ispirazione islamica, le minoranze
vedono profilarsi l’erosione dei principi di unità nazionale e di laicità su cui si
basa l’Indonesia, e l’avvicinarsi dello Stato islamico. In una lettera indirizzata
agli abitanti della città e ripresa da AsiaNews, il KAJ avverte che il PKS, “pur non
rivelando le sue intenzioni in modo aperto, sta portando avanti una politica mirante
all’introduzione della sharia nel Paese”. Il KAJ mette in guardia da “gruppi
e partiti musulmani della destra radicale, che a livello nazionale chiedono l’applicazione
della legge islamica”, che in alcuni casi, a livello locale (come ad Aceh), è già
stata applicata. Si tratta – prosegue il testo – di una “violazione politica” dei
principi base della Costituzione stessa, che si basa sul pluralismo. Il KAJ sostiene
che la chiusura di chiese domestiche e le violenze dell’Islamic Defender Front (FPI,
vicino al PKS) contro alcuni locali notturni a Giakarta vadano visti come “passi preliminari”
per edificare uno Stato islamico. Per evitare la graduale applicazione della sharia,
la Commissione per l’apostolato dei laici di Giakarta invita i cattolici della città
a votare le formazioni politiche che “continuano a dichiarare fedeltà ai valori della
Pancasila (i cinque principi guida del Paese, presenti nel preambolo della
Costituzione) e dell’unità nazionale”. (R.M.)