Iraq: oltre trenta vittime in diversi attentati; Spari al confine tra le due Coree
Giornata di sangue in Iraq. Una raffica di attentati ha provocato la morte di oltre
trenta persone. Intanto proseguono i macabri ritrovamenti di cadaveri: sono 80 i corpi
senza vita rinvenuti nelle ultime 24 ore. A Baghdad ha preso il via il vertice tra
delegati americani, iraniani e iracheni per discutere della sicurezza del Paese del
Golfo. Il nostro servizio:
Grave
il bilancio dell’esplosione di un camion bomba avvenuta a Tal Afar, vicino Mosul
nel nord dell’Iraq, in un quartiere abitato in prevalenza da sciiti. 28 le vittime
e 50 i ferti. Si teme una stima ancora più pesante perché una decina di case sono
state rase al suolo dalla deflagrazione e sotto le macerie potrebbero essere intrappolate
altre persone. A Baghdad, sono otto i morti e nove i feriti dopo che un ordigno è
saltato in aria nelle vicinanze di una stazione di autobus. Sei le vittime e una ventina
di feriti in un bombardamento condotto da elicotteri americani in risposta ad alcuni
colpi di arma da fuoco sparati dal villaggio di Dulueiya. Fonti statunitensi
hanno riferito di un’operazione di rastrellamento nell’area, nella quale sono state
arrestate dieci persone. Sono numerosi i colpi di mortaio sparati sulla zona
verde di Baghdad, sede di ambasciate e istituzioni irachene, non vengono segnalate
vittime. Proseguono intanto i macabri ritrovamenti nel Paese. Circa 80 i cadaveri
trovati tra Baghdad e Baquba nelle ultime 24 ore, almeno 60 nei pressi del capoluogo
della provincia di Diyala ma non è chiaro se siano stati rinvenuti in una fossa comune
o abbandonati in un campo. In ogni caso si tratta del solito rituale: tutti infatti
avevano mani e piedi legati, ferite da arma da fuoco alla testa o al torace. Al via
intanto a Baghdad la riunione, la terza in pochi mesi, tra gli esperti di Stati Uniti,
Iran e Iraq per discutere di questioni relative alla sicurezza nel Paese del Golfo.
Sul tavolo la creazione di un comitato tripartito, decisa nel luglio scorso, ma anche
i mezzi per combattere il terrorismo, per smantellare le milizie e rafforzare le frontiere
del Paese.
- Si svolge tra strette misure di sicurezza
l’incontro a Gerico, in Cisgiordania, tra il presidente palestinese Abu Mazen ed il
premier israeliano Olmert che, al suo arrivo, ha espresso l’auspicio di nuovi negoziati
per la creazione di uno Stato palestinese. Secondo fonti di stampa, tra gli argomenti
in discussione anche le immediate misure per migliorare le condizioni di vita nei
territori. Probabilmente Abu Mazen chiederà il rilascio di alcuni detenuti palestinesi
tra questi il dirigente di Al Fatah, Marwan Barghuti, condannato all’ergastolo in
Israele. Il vertice avviene al termine della missione nell’area del segretario di
Stato americano, Condoleezza Rice, che sta lavorando per preparare in autunno una
conferenza di pace. Quella di oggi è la prima visita in sei anni di un premier israeliano
all'interno dei Territori palestinesi.
- Prosegue in Afghanistan l’offensiva
del contingente internazionale a guida NATO contro i talebani. In un’azione congiunta
con le forze locali, sono rimasti uccisi 22 miliziani mentre è stato sventato il blocco
dell'autostrada principale, che unisce Kandahar a Kabul, pianificato dagli stessi
ribelli. Cresce la preoccupazione per la sorte dei 21 sudcoreani ancora nelle mani
dei talebani. Le autorità di Seul hanno sentito al telefono, sabato scorso, uno degli
ostaggi ma non hanno fornito dettagli sul contenuto della conversazione. Intanto ieri
i ribelli hanno rinnovato le minacce di morte nei confronti dei prigionieri se non
verranno rilasciati otto loro compagni. Proprio per la liberazione dei ribelli, circa
300 persone hanno manifestato a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. E’ iniziata intanto
la missione diplomatica di due giorni del presidente afgano Hamid Karzai negli Stati
Uniti. Nell’incontro con Bush verranno affrontati i temi della sicurezza nel Paese.
- Tensione al confine tra le due Coree. Per motivi ancora poco chiari, i soldati
nordcoreani hanno sparato dei colpi contro una postazione di confine di militari del
Sud. Non ci sono stati feriti. L’episodio arriva alla vigilia di nuovi colloqui a
Seul tra diversi rappresentanti della regione sul programma nucleare che Pyongyang
si è impegnata a interrompere.
- Nuova visita in Iran per una delegazione dell’AIEA,
Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. In serata sono previsti colloqui con
le autorità di Teheran per stabilire le modalità di ispezione dell’impianto di Natanz,
una delle più importanti centrali nucleari del Paese. Già lo scorso 30 luglio, esperti
AIEA avevano visitato il reattore ad acqua pesante in costruzione ad Arak. Con l’intento
di ottenere il sostegno dell’Algeria per lo sviluppo del nucleare civile, il presidente
iraniano Ahmadinejad è giunto ad Algeri. Ad accoglierlo c’era il presidente Bouteflika
che, da sempre, sostiene il diritto di ogni Paese di accedere all’energia nucleare.
- E’ iniziata in Giappone la missione di quattro giorni degli ispettori dell’AIEA
che hanno il compito di controllare i danni riportati dalla centrale nucleare di Kashiwaki-Kariwa,
la più grande al mondo, dopo il violento sisma che ha colpito il Paese il 16 luglio
scorso. Le autorità giapponesi, inizialmente reticenti, hanno accettato il sopralluogo
con l’intenzione di tranquillizzare l’opinione pubblica sulle fuoriuscite di gas seguite
al terremoto.
- "Il Giappone non intende fabbricare, possedere o ammettere
sul proprio territorio la presenza di armamenti nucleari”. Con queste parole il premier
nipponico Shinzo Abe ha ricordato i 62 anni dal bombardamento di Hiroshima, avvenuto
il 6 agosto del 1945. Alle 8.15 ora locale, tutta la città si è fermata per commemorare
il momento esatto in cui venne sganciata la bomba atomica. Tre giorni più tardi, una
simile sorte sarebbe toccata a Nagasaki. Il servizio di Chiaretta Zucconi:
La prima
fu una bomba all’uranio chiamata “Little Boy” e fu sganciata dal B12 “Enola Gay” su
Hiroshima, il 6 agosto 1945. Alcuni giorni dopo, su Nagasaki, la seconda bomba al
plutonio, chiamata “Fat Man”. Ogni anno, il 6 agosto, dal 1947, Hiroshima ricorda
con una cerimonia presieduta dal sindaco le 300 mila vittime. 45 mila pacifisti hanno
manifestato oggi a favore dell’abolizione di tutte le armi nucleari e per la pace
nel mondo, per non dimenticare. E mai forse come quest’anno, in Giappone, ce n’è bisogno,
dopo la gaffe, alcune settimane fa, del ministro della Difesa, Fumio Kyuma,
che si è dovuto dimettere per aver detto che le due bombe atomiche lanciate dagli
Stati Uniti furono inevitabili. Come ha sottolineato il regista giapponese Steven
Nogasaki, autore del film “La distruzione di Hiroshima e Nagasaki”, c’è un movimento
che nega il passato, basti pensare alla volontà del governo di abolire l’articolo
9 della Costituzione, in cui Tokyo rinuncia alla guerra. (Per Radio Vaticana, Chiaretta
Zucconi)
- L’incarico per la formazione del nuovo governo di Timor Est
sarà conferito in settimana all’eroe dell’indipendenza del Paese, Xanana Gusmao. Lo
ha reso noto il presidente della piccola ex colonia portoghese José Ramos-Horta. La
decisione del capo dello Stato, seguita allo stallo politico dopo le elezioni del
30 giugno scorso, ha suscitato le ire dell’opposizione in particolare del leader del
Fretilin, l’ex primo ministro Mari Alkatiri. Quest’ultimo ha definito la scelta di
Gusmao “illegale e incostituzionale”.
- Scelta di continuità in Turchia dopo
le elezioni del 22 luglio scorso. Il presidente turco Ahmet Sezer ha conferito l’incarico
di formare il nuovo governo all’ex premier Tayyip Erdogan, leader del partito Giustizia
e sviluppo (AKP). La formazione politica gode della maggioranza assoluta in Parlamento:
341 seggi su 550.
- La Commissione europea ha imposto il divieto sulle esportazioni
di tutti gli animali vivi, della carne e dei prodotti caseari dalla Gran Bretagna
a causa del focolaio di afta epizootica scoppiato nel Paese. Bruxelles ha inoltre
espresso soddisfazione per le misure decise dal governo Brown per affrontare l’emergenza.
Sono stretti i controlli in numerosi Paesi, ritardi sono segnalati all’aeroporto di
Sidney, in Australia, per le ispezioni sui passeggeri in arrivo dalla Gran Bretagna.
Anche in Nuova Zelanda i funzionari di controllo hanno alzato i livelli di precauzione.
- Risultati positivi dal vertice sul Darfur, in corso da venerdì ad Arusha,
in Tanzania. Otto fazioni ribelli hanno, infatti, espresso parere positivo su un futuro
colloquio di pace con il governo di Khartoum, da tenersi nel giro di due o tre mesi.
Gli stessi gruppi hanno, inoltre, comunicato di essere pronti a presentare una “piattaforma
comune” sulla divisione del potere, delle ricchezze, sull’organizzazione della sicurezza
e degli aiuti umanitari.
- A Pechino alcuni giornalisti di diverse nazionalità
sono stati trattenuti per due ore dalla polizia locale in seguito ad una manifestazione
organizzata da Reporter Senza Frontiere. Davanti al palazzo che ospita il Comitato
organizzativo per i giochi olimpici - che inizieranno in Cina tra un anno esatto -
i rappresentanti di RSF avevano chiesto la liberazione dei circa 100 giornalisti ed
attivisti che sono rinchiusi nelle carceri di Stato. Con indosso le magliette che
raffigurano i 5 cerchi olimpici come manette, i reporter hanno accusato il Governo
cinese di non aver mantenuto le promesse fatte nel 2001 a Mosca, in occasione dell’assegnazione
dei giochi, in materia di libertà di espressione e diritti umani. Il ministero degli
Affari esteri di Pechino ha rifiutato di commentare l’incidente.
- Hanno preso
il via le manovre militari congiunte tra Russia e Cina nei pressi della città di Cielabinsk,
negli Urali. Si tratta di operazioni preparatorie in vista dell’esercitazione anti-terrorismo
programmata tra il 9 e il 17 agosto dal “Gruppo di Shangai” di cui fanno parte Russia,
Cina, Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan.
- Emergenza incendi
in Croazia. I roghi, che da sabato stanno distruggendo le alture intorno a Dubrovnik,
hanno lambito anche la città. Il governo ha proclamato lo stato d’emergenza ed ha
dato ordine di evacuare le case della zona nel caso ce ne fosse bisogno. (Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 218 E'
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