Il cardinale Martino in Uganda: non esistono conflitti di 'serie B'
"Il sangue versato nelle cosiddette guerre dimenticate africane ha la stessa sacralità
di fronte a Dio di quello che scorre a fiotti tra il Tigri e l’Eufrate": è l’appello
lanciato dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace, in visita pastorale in Uganda, nella città di Gulu.
Il porporato ha anche invitato la diplomazia internazionale ad un impegno più forte
contro il ricorso alla violenza. Il servizio di Giulio Albanese:
"Interpretando
i sentimenti del Santo Padre, Benedetto XVI, lancio un appello a tutti gli uomini
e le donne di buona volontà - ha detto il porporato - perché cessino quanto prima
tutte le guerre, nella consapevolezza che non esistono conflitti di 'serie A' o di
'serie B'”. Il porporato, che già nel giugno del 2004 si era recato nelle regioni
settentrionali dell’Uganda, ha espresso apprezzamento per l’impegno profuso dal governo
di Kampala, nel ricercare una soluzione pacifica, nell’interesse della popolazione
civile. Va ricordato che il conflitto civile, qui nel Nord Uganda, dalla fine degli
anni '80 ad oggi, ha causato morte e distruzione. Sono stati sequestrati peraltro
oltre 30 mila bambini. Ebbene il porporato ha ricordato che queste tragedie, questi
drammi, fanno appello alla coscienza di ogni uomo e donna di buona volontà. Il presidente
del Pontificio Consiglio ha poi ricordato che nel 2006 erano 17 i maggiori conflitti
armati in corso nel mondo, gli stessi del 2005, che dunque occorre promuovere un rinnovato
impegno da parte della diplomazia internazionale contro il ricorso alla violenza ovunque
nel mondo, scongiurando che questa si alimenti a seguito di traffici illeciti di armi,
ingiustizie sociali, latitanza delle cancellerie del primo mondo e occulti interessi
economici. Il porporato ha infine chiesto agli operatori dell'informazione maggiore
vigilanza nel raccontare all'opinione pubblica queste guerre dimenticate, che rappresentano
lo scandalo peggiore - ha detto - in questo primo segmento del Terzo millennio. Il
cardinal Martino ha infine visitato alcuni dei campi profughi alla periferia della
cittadina di Gulu. Ha colto innanzitutto e soprattutto il sorriso, la speranza sul
volto della gente, non fosse altro perchè ormai da alcuni mesi i famigerati ribelli
del Lord's Resistant Army hanno abbandonato questa regione, ripiegando nel Sudan meridionale.
Questo è un segnale di speranza, perchè sono ancora in corso i negoziati di pace,
ma comunque il cessate-il-fuoco tiene. E questo davvero, guardando al futuro, è motivo
di speranza per tanta gente. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese, Gulu, Uganda)