Elezioni suppletive in Libano: si affrontano candidati pro e contro Damasco
Elezioni suppletive in Libano: si vota, tra imponenti misure di sicurezza, per scegliere
due deputati chiamati a sostituire due parlamentari antisiriani rimasti uccisi in
due attentati compiuti a giugno e a novembre. L’attuale coalizione di governo antisiriana
ha più volte denunciato presunte responsabilità della Siria, che sostiene l’opposizione
libanese, nei due attentati. Secondo diversi osservatori, l’odierna sfida tra candidati
filosriani e antisiriani è determinante per il futuro assetto politico libanese. Il
nostro servizio:
Per il seggio
di Beirut sembra scontata la riconferma del candidato sunnita antisiriano. Per il
seggio di Metn si prevede invece un confronto, dall’esito ancora incerto, tra due
cristiani maroniti. A sfidarsi sono l’ex presidente libanese antisiriano Amin Gemayel,
padre di uno dei due deputati uccisi, e Camille Khoury, candidato del Movimento patriottico
guidato dal generale cristiano Michel Aoun, che invece sostiene il fronte filo siriano.
Ma la posta in gioco è in realtà ben più alta di quella del seggio parlamentare: la
consultazione è infatti un test cruciale in vista delle presidenziali di novembre.
Per la carica di capo di Stato, che in Libano è riservata ai maroniti, si sfideranno
infatti Aoun e Gemayel che rappresentano le due contrapposte posizioni della comunità
cristiana libanese. Per il generale Aoun, che ha stretto recentemente una controversa
alleanza con il partito sciita degli Hezbollah, la vittoria di un suo candidato nelle
odierne elezioni suppletive sarebbe la dimostrazione che la sua popolarità è rimasta
intatta. Per Gemayel la vittoria nel seggio di Metn bloccherebbe invece la strada
alle ambizioni del generale. Il patriarca maronita, cardinale Nasrallah Sfeir, ha
dichiarato nei giorni scorsi che avrebbe preferito non assistere ad un nuovo braccio
di ferro tra le due principali forze politiche cristiane. Il patriarca ha anche lanciato
un appello rivolto a tutte le parti a rispettare le tradizioni democratiche nel Paese.
La preoccupazione, espressa dall’ONU, è che il partito degli Hezbollah, grazie a finanziamenti
e forniture di armi da parte di Paesi vicini, stia preparando un golpe contro il governo
filo occidentale di Fouad Siniora. Il rischio è che possa nascere in Libano un regime
vicino a Siria e Iran alimentando nuove, gravi tensioni in tutta la regione.