Alluvioni in Asia: milioni gli sfollati. Rischio epidemie ma anche emergenza cibo.
Ritardi negli aiuti
Il sub continente asiatico è in ginocchio dopo 12 giorni di piogge monsoniche, abituali
in questa stagione, ma di tale intensità che hanno provocato alluvioni e smottamenti
in una vasta area che va dall’India al Bangladesh fino al Nepal. Difficile la conta
delle vittime, 250 il dato fornito, 25 milioni gli sfollati. La stima è comunque parziale
per l’isolamento di numerose zone. Si tratta di una vera e propria emergenza, particolarmente
colpito lo Stato indiano dell’Assam: i senza tetto sono 3milioni su una popolazione
di 27. In molti hanno occupato strade e ferrovie, unici luoghi asciutti, impedendo
di fatto l’arrivo dei soccorsi. Aiuti che vengono distribuiti dall’esercito attraverso
elicotteri ed imbarcazioni ma che risultano insufficienti. Molte associazioni umanitarie
hanno lamentato ritardi ed hanno lanciato appelli per fare in fretta prima che si
diffondano epidemie di colera e dissenteria. A rischio infatti la contaminazione dell’acqua,
la polizia indiana ha aperto un’inchiesta a Calcutta perché alcune aziende petrolifere
avrebbero pompato acqua mista a petrolio. Scarseggiano anche le scorte di cibo, il
PAM, il Programma Alimentare Mondiale, ha attivato una raccolta per sfamare 60mila
persone. Anche l’organizzazione “Save the Children” ha fatto appello per l’urgente
consegna di prodotti alimentari e medicine ed ha chiesto aiuti per i bambini che hanno
perso tutto. Attiva in Nepal la Caritas che pensa alla ricostruzione, lanciato il
programma di “cash for work”, piccole somme di denaro in cambio di lavoro, un’opportunità
per gli stessi sfollati che vivono di proventi dell’agricoltura. Ed è drammatico il
dato riguardante i campi coltivati, sono andati distrutti 630mila ettari di terreno.
Intanto la situazione all’orizzonte non sembra migliorare, anche se in alcune zone
si cerca di tornare alla normalità, si prevedono ancora precipitazioni per la settimana
prossima.